“Ma è una sconfitta, clamorosa, che ha tanti padri…” – .

“Ma è una sconfitta, clamorosa, che ha tanti padri…” – .
“Ma è una sconfitta, clamorosa, che ha tanti padri…” – .

PRATO – “Abbiamo sbagliato. Ha sbagliato la Lega, ha sbagliato una coalizione, unita fin dal primo momento, ma ferma su una candidatura e con la sua squadra incapace di coinvolgere, gradualmente o a colpi di scossa, una parte consistente dell’elettorato e delle forze moderate e di centrodestra . Lo dicono i numeri. Molti dei nostri elettori sono rimasti a casa”: è quanto ha detto la Lega di Prato commentando il voto di sabato e domenica. “La lista Cenni – prosegue la nota – ha svolto il solo compito di fagocitare i voti degli altri partiti della coalizione e il ballottaggio, dalla prima all’ultima scheda scrutinata, non è mai stato all’orizzonte. Quattro mesi di campagna elettorale sostanzialmente libera, una coalizione unita, un quadro politico nazionale favorevole, nemmeno per arrivare al ballottaggio sono bastati per lottare non contro un sindaco uscente ma contro un nuovo candidato che, per quanto valido, emergeva da grandi lacerazioni all’interno del Partito Democratico. Come a dire che il confronto e le lacerazioni, a costo di partire tardi come Bugetti o Spada cinque anni fa, se si basano su persone e progetti validi, danno più frutti di una primavera monotona interrotta solo da tanti aperitivi con gli stessi compagnia di tournée. Noi, come centrodestra e come Lega, dobbiamo prenderne atto. Avevamo davanti a noi un quadro assolutamente favorevole e invece ci troviamo di fronte ad una sconfitta clamorosa e totale, da parte di tanti padri”.

“Prima di tutto il nostro Celestino V che preferì le feluche e gli onori della Farnesina piuttosto che spendersi personalmente. Poi il nostro candidato, che ha lavorato duro, ma con il difetto originario, mai sanato in 120 giorni, di non saper incarnare una proposta vincente, essendo lui stesso parte di una classe politica già sonoramente bocciata dagli elettori dieci anni fa e, per di più, è quasi scomparso sia a destra che a sinistra con queste elezioni. Non ha saputo accendere gli animi, se non in qualche nostalgico del suo omonimo, credendo che bastassero, credendo che bastasse un riferimento alla “Pratalità d’altri tempi”, senza accettare che la città, da tempo, sia diventata qualcosa altro, compresi gli elettori. Poi arriva il padre, che non abbiamo mai capito del tutto chi fosse, di una comunicazione priva di slancio, incapace di rimediare a questa vulnerabilità ma capacissima di relegare il candidato a rappresentante di una storia e di una proposta così opaca da non premiarlo anche per lo sforzo fatto. E poi la Lega. Abbiamo accettato, a torto, una gestione e una comunicazione rivolta solo alle liste dei candidati e costantemente tesa a mettere in secondo piano, per quanto possibile, il nostro partito. Lo abbiamo fatto per evitare di alimentare polemiche, convinti che comunque ci sarebbe potuto essere un buon risultato. Invece avremmo dovuto far saltare i tavoli, anche perché peggio non poteva andare. E per questo non possiamo che scusarci con attivisti ed elettori”.

 
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