Export di vino, trimestre positivo trainato da Prosecco e Asti. Ma i prezzi sono ancora troppo bassi – .

Export di vino, trimestre positivo trainato da Prosecco e Asti. Ma i prezzi sono ancora troppo bassi – .
Export di vino, trimestre positivo trainato da Prosecco e Asti. Ma i prezzi sono ancora troppo bassi – .

Segno positivo il dato relativo all’export di vino del primo trimestre 2024. Exploit della Russia, ritorno di rossi e Prosecco – ma anche Asti Docg – sempre più preponderanti sono alla base di un bilancio che segna un +3,1% in volumi esportati (+3,9% in valori, su 1,84 miliardi euro). Una nota positiva in una fase di consumi in calo, rispetto ai concorrenti francesi che si fermano al -0,2%. Questo è quanto emerge dai calcoli dell’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) su base Istat.

A trainare l’export è ancora una volta il principe dei vini italiani, il Prosecco (che segna un clamoroso +7,8%) seguito a ruota dall’Asti Docg (+7,5%) tra gli spumanti. Tornano a sorridere i produttori di vini rossi Dop in bottiglia: +2,8% a valore, pari a 459 milioni di euro. E si conferma l’ascesa dei bianchi, con una crescita a doppia cifra delle Igp (+12,7%).

Ma prima di rivendicare la vittoria bisogna fare i conti con un contesto economico che presenta ancora molte incertezze.

Innanzitutto la Russia: grazie ad una significativa impennata delle esportazioni, pari al +142,6%, il Paese balza al sesto posto tra i destinatari del nostro vino, superando Francia e Giappone. Ma come si può giustificare un boom del genere? Il dato è legato al timore per l’aumento delle accise – in vigore dallo scorso maggio – che ha spinto molti a fare scorta. E per questo la crescita è destinata a normalizzarsi, perché il dato è condizionato dalle conseguenze del conflitto in Ucraina e dalla conseguente situazione economica.

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dalla nostra corrispondente Lara Loreti

16 aprile 2024

Per quanto riguarda gli altri mercati, si registra un calo della domanda UE (-0,6% in valore) e un aumento extra UE (+7%), con una leggera crescita (1,3% in valore) nei primi 5 mercati, che insieme valgono il 59% della domanda esportazioni: Stati Uniti +2,2%, Germania -2,7%, Regno Unito +7,8%, Svizzera -7,8% e Canada +8,9%.

Un’altra considerazione riguarda l’andamento dei singoli primi tre mesi dell’anno: dove gennaio e febbraio facevano sperare in una ripresa, marzo ha invece visto ritornare prepotentemente il segno meno davanti ai dati sull’export. Il bimestre si chiude infatti con un aumento dell’8,3% delle bottiglie spedite all’estero, mentre a marzo sono nuovamente in calo, con un gap del 4%. Ciò è dovuto ai cali a doppia cifra di Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia (paesi dell’area europea, appunto).

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di Lara Loreti

02 aprile 2024

La notizia positiva è che tutte le tipologie presentano saldi positivi in ​​valore – con gli spumanti al +7,3% da gennaio, i vini fermi in bottiglia al +2,7% e gli spumanti al +12,2% – quello negativo è che i prezzi medi (ad eccezione di sfusi e mosti) perdono lustro. Segno, secondo l’analisi dell’Uiv, che “il mercato non è disposto a pagare di più per compensare un anno scorso decisamente leggero in termini di produzione”.

E proprio in tema di prezzi interviene Lamberto Frescobaldoi, presidente dell’Unione Italiana Vini, che sottolinea l’importanza di valorizzare le nostre etichette: “Il contesto economico richiede ancora la massima attenzione – ha detto Frescobaldi – Crediamo che in questa fase molto fluida sia di particolare importanza per le aziende continuare a monitorare i mercati ma monitorare anche i listini, perché l’obiettivo a lungo termine resta quello di migliorare il posizionamento del vino made in Italy. Allo stesso tempo, l’Uiv è convinta che anche in fasi complicate come questa sia necessario non abbandonare la strada degli investimenti strategici nella promozione, nell’innovazione e nella ristrutturazione dei vigneti”.

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