“Catania e Palermo meritano il derby in Serie A, la verità sul mio trasferimento in rosa…” – .

Parlare di catanese E Palermo Per Fabio Caserta significa ripercorrere alcuni momenti chiave della sua carriera da calciatore. L’ex allenatore della Perugia, Juve Stabia e Cosenza ha un passato da centrocampista che ha unito quantità e qualità. Talenti emersi per la prima volta nel calcio che conta con le maglie delle due squadre siciliane. Lunga e fruttuosa è stata la sua esperienza con i rossozzurri, con cui è sceso in campo 107 volte tra il 2004 e il 2007, segnando 12 gol (di cui 6 in Serie A). Decisamente più breve quella in rosanero, durata una sola stagione (2007-08) ma con alcuni picchi importanti. L’allenatore ha aperto il cassetto dei ricordi in un’intervista rilasciata a Sporticily.itcercando di descrivere le sensazioni vissute in quelle stagioni che professionalmente segnarono un salto di qualità.

Fabio Caserta e la bella avventura catanese: “Massimino” terrore d’Italia

L’arrivo a catanese Per Fabio Caserta è coinciso con un momento storico nella piazza dell’Etna. Il passaggio dalla famiglia Gaucci a Antonino Pulvirenti ha portato i rossoblù a combattere e ottenere il Un campionato Nel 2006. Una cavalcata che ha aperto un ciclo importante, con lo stesso centrocampista tra i principali protagonisti. “Dalla mia esperienza a catanese Ricordo davvero tutto. Il primo anno abbiamo faticato un po’. Poi è arrivato Pasquale Marino e il suo lavoro tattico ci ha permesso di raggiungere la promozione 2005-06. Un campionato in cui c’erano corazzate simili Torino, Mantova O Atalanta. Siamo stati autori di un campionato straordinario, culminato con la festa del dopo garaAlbinoleffe“.

“Ho un bel ricordo anche della salvezza Un campionato“, continua, “in cui abbiamo fatto un’andata dall’Europa. Quindi, sappiamo cosa è successo 2 febbraio 2007con la morte di Filippo Raciti. Purtroppo giocare lontano e senza i nostri tifosi è stato difficile. Quando i nostri avversari sono entrati in Stadio Angelo Massimino erano terrorizzati. Lo stabilimento era sempre pieno e le nostre performance interne facevano la differenza. Abbiamo giocato per la salvezza fino all’ultima partita. Sono felice di aver vissuto quegli anni meravigliosi”.

Il trasferimento di Fabio Caserta al Palermo: “Non sapevo nulla”

IL catanese ha ceduto Fabio Caserta al Palermo nell’estate del 2007. L’allenatore ritiene che la verità su quella controversa operazione di trasferimento non sia mai stata raccontata. “Ancora oggi molti a Catania parlano di tradimento, ma io non lo vivo così. Molte persone non sanno come sono andate le cose, anche se ho cercato di spiegargliele. A fine stagione sarei dovuto andare adell’Udineseche aveva assunto Pasquale Marinoma la mattina dell’ultimo giorno di mercato mi hanno ceduto Palermo. Non potevo certo obiettare. Se lo avessi fatto sarei stato escluso dai convocati, visto che le due squadre avevano già un accordo”.

Ha indossato così, quasi per caso, la maglia rosanero. “Pasquale Marino lui sa come sono andate le cose e anche lui ha provato a raccontare questa storia. Qualcun altro ha provato a dire la verità su di lui, anche se non era la verità. In quegli anni la colpa dei trasferimenti era sempre dei giocatori che volevano andare via. Nonostante questo sono momenti che mi hanno fatto crescere”.

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Palermo-Juventus scolpita nei ricordi

IL Palermo Per Fabio Caserta è stata anche la squadra che gli ha permesso di giocare in Europa: “È stata una stagione strana (2007-08). Abbiamo iniziato bene, anche se durante la stagione si sono alternati in panchina Stefano Colantuono E Francesco Guidolin. Ho avuto la possibilità di debuttare nel Coppa UEFAvincere l’andata con Mlada Boleslav ed uscire al ritorno solo ai rigori. In tutta onestà, se potessi tornare indietro non me ne andrei dopo solo un anno. Poi ho deciso di trasferirmi a leccese, visto che ero uno dei pochi centrocampisti che avevano mercato. In quel momento ho pensato che fosse la scelta giusta, ma restando avrei potuto riscattarmi insieme alla squadra”, ha ammesso.

Il passato non si può cambiare, ma il centrocampista ne conserva il ricordo “Renzo Barbera” brulicante di passione: “In quell’anno ho conosciuto belle persone. Vivevo in centro e la città era meravigliosa, per non parlare stadio. Sono tornato quest’anno per a Palermo-Cittadella: anche se non era una partita di cartello, l’atmosfera era favolosa, calda”. Inoltre c’è un altro ricordo ancora vivo nella sua mente: “Non ho dubbi, la vittoria più bella è stata il 3-2 con i Juve. Una partita che non dimenticherò mai. Io che da bambino ero tifoso della Juventus, firmai un assist per Amauri. In più abbiamo vinto rimontando. Penso che sia stata la partita più bella della mia carriera. Un’emozione fantastica.”

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Il derby di Fabio Caserta tra Catania e Palermo

Fabio Caserta è uno dei pochi giocatori ad aver segnato entrambi con la maglia del catanese che con quello di Palermo nel derby siciliano. Entrambi i gol sono arrivati ​​allo stadio Angelo Massimino, a distanza di un anno l’uno dall’altro. I ricordi però sono inevitabilmente macchiati da quanto accaduto nel 2007, con la morte di Filippo Raciti. “Quella partita fu un momento tragico, che va oltre il calcio. È difficile parlarne perché sappiamo quanto dolore ha provocato in ognuno di noi. Fino all’interruzione è stata anche una bella partita, giocata bene da entrambe le squadre. E ovviamente ricordo il momentaneo pareggio, che fu inutile”.

Anche il derby giocato a Catania il 2 dicembre 2007 non rappresenta un ricordo felice per l’allenatore, anche se per ragioni ben diverse. La cessione ai rosanero in estate è stata infatti vissuta male dai tifosi etnei, che avevano visto nell’ex centrocampista un pilastro della propria squadra. Così sono arrivati ​​i fischi all’ingresso in campo, seguiti da un gol e subito dopo da un’espulsione. «L’accoglienza non è stata delle migliori, ma me lo aspettavo.»

Fabio Caserta in ogni caso è ancora molto legato ad entrambi i luoghi, nonostante momenti difficili e incomprensioni. “Ho sempre rispettato entrambi catanese Quello Palermo, ma anche ogni altro posto in cui ho giocato è allenato. Devi sempre rispettare la maglia che indossi fino alla fine. Se un giocatore cambia squadra va valutato per quello che dà. Poi è normale che il tifoso ti fischi, forse è anche giusto che sia così. Ci mancano davvero i derby in mezzo catanese E Palermo, due piazze che mi hanno permesso di vivere emozioni importanti. So quanto è sentita questa partita, spero che si ripresenti il ​​più presto possibile. Forse dentro Un campionato“, ha concluso.

 
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