16:36 – Martedì 11 giugno 2024
Caro direttore Franceschi,
la carenza di personale a tutti i livelli all’interno delle varie RSA del Trentino è ormai una situazione cronica nota da anni, ma purtroppo non è mai stato fatto alcun reale tentativo di risolverla in maniera concreta e definitiva. Ci devono far riflettere i tanti operatori che decidono di passare quanto prima ad APSS. Forse il carico di lavoro e la retribuzione nelle RSA non sono ai livelli di chi lavora nelle aziende sanitarie? Forse la responsabilità non è la stessa?
La situazione di carenza di personale si è particolarmente accentuata durante il periodo pandemico ed è rimasta tale anche negli ultimi anni, se non addirittura peggiorata. I più colpiti sono i diretti interessati, cioè i residenti delle diverse strutture per anziani presenti sul territorio. Partendo dalla premessa che ringrazio di cuore gli operatori che attualmente prestano servizio nelle RSA trentine e che hanno messo davvero tutto il loro impegno in questa difficile situazione, non si può negare che a causa della carenza di personale, talvolta e soprattutto durante le festività o nei fine settimana , molti residenti restano tristemente nei loro letti. Chi non può mangiare da solo o non ha parenti rischia addirittura di saltare i pasti.
Con quello che attualmente ogni residente paga in canoni mensili, non avrebbe il diritto di essere gestito in maniera eccellente quotidianamente? Credo di si! Questa situazione non è più accettabile! Oggi la priorità è sicuramente lo stanziamento di fondi per le nuove assunzioni nelle diverse Rsa del territorio. La situazione è piuttosto grave e senza alcun intervento a breve si rischia il crollo di alcune strutture. La popolazione trentina sta invecchiando, lo dicono i numeri e le statistiche! Non possiamo più tirare su una corda già tesa, rischiamo davvero che si rompa all’improvviso e questo non possiamo permettercelo!
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Katia Rossato
ex consigliere provinciale
