“Li abbiamo fatti sudare. Al ballottaggio sarebbe stata tutta un’altra storia” – .

“Li abbiamo fatti sudare. Al ballottaggio sarebbe stata tutta un’altra storia” – .
“Li abbiamo fatti sudare. Al ballottaggio sarebbe stata tutta un’altra storia” – .

Gessica Allegni, segretaria del Pd dallo scorso ottobre, è stata la forza trainante di un Pd che, contro ogni aspettativa, è riuscito a portare Gian Luca Zattini a un passo dal ballottaggio. Si riconfermano anche le amministrazioni uscenti nei comuni del circondario. «Riconosciamo la vittoria di Zattini, ma gliel’abbiamo fatta sudare», sintetizza Allegni.

Allegni, innanzitutto uno sguardo ai comuni della zona. Com’è andata?
“Oltre a tenere, siamo anche cresciuti. Siamo il partito leader con punte fino al 40% in alcuni comuni. Confermiamo i sindaci uscenti con risultati straordinari a Modigliana, Meldola e Forlimpopoli. Siamo il primo partito anche a Castrocaro, buon segno in un comune non amministrato da noi. Ci sono molte cose di cui essere felici”.

A Forlì, invece, c’è stata una sconfitta per il centrosinistra. Negli ultimi mesi non era stato nascosto che partisse svantaggiato rispetto a Zattini.
“Quando si corre contro un sindaco uscente non è mai facile. La tendenza anche negli altri comuni della zona è stata quella di premiare i sindaci uscenti, che hanno vinto anche loro con uno scarto molto elevato sugli avversari. A Forlì questo non è avvenuto, nonostante la sconfitta fosse evidente, e riconosciamo niente meno che la vittoria di Zattini. Siamo riusciti a malapena ad arrivare al ballottaggio, e lì probabilmente sarebbe stata tutta un’altra storia. Non possiamo lamentarci di nulla”.

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Il processo di candidatura di Rinaldini è iniziato a ottobre.
“Abbiamo tenuto il convegno in ottobre, ci siamo trovati anche di fronte a situazioni impreviste: l’alluvione ha rallentato l’iter convegnistico, facendoci arrivare all’autunno. Abbiamo raggruppato il partito, che è il primo in città e con ampio margine. Abbiamo ricostruito una comunità politica, come si è visto in questa campagna elettorale. Abbiamo ritrovato l’unità sul candidato sindaco, fatto che fino a qualche mese fa non era scontato, e ringraziamo Graziano Rinaldini che si è reso disponibile in un momento in cui altri non lo avrebbero fatto. Ci ha messo cuore, presenza e duro lavoro. Non è bastato, ma ci siamo andati vicini”.

Prima che lei assumesse la carica di segretaria territoriale, il Partito Democratico affrontava la questione a vista, spesso scaricando le responsabilità sul gruppo consiliare. È stato tempo sprecato?
“Sono entrato in carica quando ancora sul tavolo non c’era una discussione aperta sull’amministrazione della capitale. Abbiamo iniziato da zero. Avevamo poco tempo, ma lo abbiamo sfruttato bene. Tutti credevano che saremmo usciti rovinati dal congresso e invece è avvenuto esattamente il contrario. Il partito si è ristabilito e ha acquisito una vera credibilità”.

L’errore di 5 anni fa fu che dopo la sconfitta lasciarono correre per quattro anni e mezzo senza costruire nulla per le elezioni successive.
“Esatto. Dobbiamo infatti imparare dagli errori del passato. Dobbiamo costruire per il futuro. Abbiamo diversi consiglieri giovani e le condizioni per seminare il futuro. Ci sarà bisogno di un lavoro serrato tra consiglieri e partito, ma bisognerà anche continuare a lavorare insieme per la coalizione. Dobbiamo soprattutto sforzarci di stare tra la gente, nei quartieri, coinvolgere i cittadini, organizzare incontri periodici e coinvolgerli nelle problematiche dell’amministrazione comunale. In Consiglio presenteremo un’opposizione dura ma responsabile sui temi”.

Inizierai con un percorso in vista della scadenza tra 5 anni?
“Assolutamente. Non dobbiamo arrivare lì all’ultimo minuto. In 5 anni dobbiamo essere preparati alla sfida, con persone capaci di assumere la guida della città. Dobbiamo arrivarci con le idee chiare prima che si apra la partita elettorale. Adesso dobbiamo contribuire affinché le persone che sono entrate nel Consiglio possano costruire competenze e autonomia. L’amministrazione è una grande palestra”.

Il Partito Democratico ha fatto bene a livello nazionale, grazie a Elly Schlein?
“È stato un risultato per certi aspetti inaspettato, si è visto che la linea Schlein ci permette di allargare lo spettro del nostro elettorato. Ma è anche il risultato di una vera unione con Stefano Bonaccini, che ha avuto un enorme effetto trainante nel nostro territorio. Ha avuto un consenso enorme, meritato perché è stato un grande presidente regionale”.

Il Pd regionale è soddisfatto del voto di Forlì?
“Sono tutti favorevolmente impressionati dal risultato di Forlì. Dobbiamo ancora fare le analisi, ma nessuno si lamenta di nulla. Se guardiamo alle città dove governano sindaci di centrodestra, come Ferrara dove Alan Fabbri ha avuto una netta riconferma, siamo a un passo dal ballottaggio. Lattuca vince con una percentuale del 65%, una bella differenza rispetto a una vittoria con il 50,6%. Lo abbiamo fatto sudare”.

 
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