anche l’Euganeo può aspettare – .

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anche l’Euganeo può aspettare – .

«Oggi posso dirlo, non mi è piaciuto molto come è andata la finale contro il Catania. Tra le due gare avremmo dovuto vincerla. È sempre bello vincere un trofeo, quindi mi è davvero dispiaciuto”. Il presidente Francesco Peghin, oltre ad aver rinnovato il suo impegno per il Padova calcio, torna in occasione della gara di ritorno della finale di Coppa Italia, persa contro il Catania, nella conferenza stampa in cui conferma il suo impegno sia come socio che come socio di minoranza. La maggioranza resta saldamente nelle mani di Oughurlian, che Peghin ha conosciuto a Londra. «Lo metto subito in chiaro, tutte le risorse serviranno per migliorare la squadra, per nient’altro». Giro e giro, sempre al Catania, del resto, si ritorna. Perché dal punto di vista sportivo chissà come sarebbe andata la stagione se non fosse accaduto quello che è successo alla fine del primo tempo dell’andata, con l’invasione del campo da parte di una settantina di ultras etnei. Al di là dell’ordine pubblico e dell’idoneità dell’Euganeo, su cui torneremo tra poco, quella partita è stata chiaramente a senso unico nel primo tempo ma le cose sono cambiate quando siamo tornati in campo. Le squadre che non sapevano nemmeno cosa fosse successo ma che giocavano in un’atmosfera a dir poco surreale, lo hanno raccontato anche i giocatori in sala stampa al termine della partita. Il gol dell’Etna, che riaccendeva le speranze per il ritorno, non era affatto nell’aria. Alla fine del primo tempo è 2-0 per i biancoscudati, un risultato a dir poco vicinissimo. Il secondo tempo aveva lo scopo di assicurarsi il trofeo. Ma questo non è stato il caso dei fatti che abbiamo citato.

Quel “non per altro” del presidente Peghin, riferendosi alle risorse, fa capire che non ci sarebbero e non ci saranno soldi per intervenire come ha ordinato il commissario Marco Odorisio. Questore che potrebbe non consentire l’utilizzo dell’Euganeo per manifestazioni sportive, con le conseguenze del caso, se non ci saranno una serie di interventi che hanno un costo di circa quattro milioni di euro. Il Comune ha già fatto sapere che quei soldi non ci sono, anche Padova infatti lo dichiara apertamente. Interrogato direttamente, il presidente Peghin ha eluso la domanda perché è chiaro che il Calcio Padova non ha intenzione di discutere con il questore. Una situazione del tutto nuova perché chi ha preceduto Odorisio non ha mai avanzato richieste di questo tipo. Anche l’amministrazione comunale minimizza, ma prima o poi i problemi vengono al pettine.

«Da parte nostra c’è voglia di fare il meglio possibile e da padovano farò il massimo per fare bene», sottolinea Peghin. «Il focus delle risorse sarà sulla squadra e sul cercare di perseguire l’obiettivo. Tutto il resto passa in secondo piano in questo momento”. Ed eccoci al dunque. Visto che la questione riguardava proprio la curva degli ospiti, che a questo punto diventa quasi più attuale di quella del Sud, che speriamo possa essere davvero aperto al pubblico entro la fine dell’anno, Peghin suggerisce involontariamente la posizione di Padova sulla questione. «Vogliamo uscire da questa palude e abbiamo ricevuto delle delusioni», dice parlando della serie C. Ma è proprio in questo passaggio che, se vogliamo, tra le righe, troviamo le risposte ai tanti dubbi che in qualche modo ci hanno sollevato. “Non possiamo pensare di costruire stadi finché non saremo in Serie B o anche oltre”, dice. Un’affermazione che, da un lato, si conclude con una speranza che oggi appare quasi una chimera, dall’altro ci riporta alla realtà. Si giocherà, nella palude della Serie C, contro Clodiense, Giana Erminio, Albonoleffe, Virtus Verona, solo per citarne alcune. Con tutto il rispetto, non pensiamo di poter dire che ospiteremo una tifoseria difficile da gestire, visti i numeri che affluiscono all’Euganeo.

 
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