esuberi e settori coinvolti – .

esuberi e settori coinvolti – .
esuberi e settori coinvolti – .

Dopo la salute, il lavoro. Il secondo dossier che preoccupa la Giunta Cirio bis si intitola “Industria”. Piemonte e Torino soffrono di una crisi che dura da anni. E i fascicoli dei casi più urgenti stanno per arrivare sulla scrivania del governatore. In attesa di conoscere il nome del futuro capo del dipartimento del Lavoro, si stanno già stilando elenchi e numeri della questione occupazione. Eccoli, in sintesi.

Sono venti, per un totale di 3.216 lavoratori coinvolti e 1.190 esuberi dichiarati, i dossier ancora aperti sulle crisi industriali che la maggioranza della Regione, fresca di riconferma, dovrà riprendere in mano non appena sarà definito il nuovo consiglio. Dalla crisi degli stabilimenti delle Acciaierie d’Italia di Novi Ligure e Racconigi (745 lavoratori rischiano il posto) passando per la Lear Corporation di Grugliascoppure, una multinazionale americana specializzata nella produzione di sedili per la Maserati, 310 esuberi, o addirittura il La Connettività di Collegno, 223 licenziamenti, il Delgrosso di Nichelinoppure, 108 posti di lavoro a rischio nella fabbrica che produce filtri per automobili, fino all’azienda tessile Abete Fulda ovvero la Centrale del Latte di Alessandria e Asti.

Molte delle crisi riguardano il settore principale dell’industria regionale, il settore automobilistico e l’indotto, ma le preoccupazioni riguardano altri settori, dalla siderurgia alle telecomunicazioni. Tutti ambiti sotto stretta osservazione da parte dei sindacati.

Cambio della guardia tra gli industriali, Gay subentra a Marsiaj

leonardo di paco

13 giugno 2024


Strumenti anticrisi

Per quanto riguarda la gestione delle crisi aziendali, spiegano dall’Assessorato al Lavoro, dove dovrebbe essere confermata l’attuale titolare Elena Chiorino, la principale misura della Regione sarà rappresentata dal rafforzamento dell’Ucri (Unità integrata di crisi per la gestione delle crisi aziendali) crisi) istituito insieme ad Apl e Sviluppo Lavoro Italia con l’obiettivo di garantire ai lavoratori provenienti da situazioni di crisi una porta di accesso pubblico, nonché la continuità del ciclo di vita dell’impresa. «Il nostro impegno proseguirà sulla strada della tutela dei lavoratori e del tessuto imprenditoriale» promette Chiorino. Poi ci sono i 23,5 milioni di investimento in dieci anni del Fondo Sviluppo e Rilancio per le imprese piemontesi in crisi. Una misura nata per garantire la tutela della produzione, evitandone la vendita a basso costo, contrastando tentativi di infiltrazione criminale o di “attenzione” predatoria.

Attrarre nuovi investimenti

Poi ci sono le manovre che riguardano le nuove vocazioni, dalla Città Aerospaziale di Torino alla trattativa che dovrebbe portare l’investimento della Silicon Box in Piemonte, nel Novarese, startup con sede a Singapore che ha annunciato di voler investire 3,2 miliardi nel Nord Italia per realizzare un impianto di produzione di chip. «La partita della città dell’aerospazio – spiega l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, anch’egli vicino alla riconferma – sarà protagonista di una decisa accelerazione nei prossimi mesi. L’obiettivo è chiudere quella partita, cioè completare i lavori in corso nelle Marche, entro la fine del 2025”. Quindi il potenziamento dei servizi della “Casa del Made in Italy” voluta dal ministro Urso, l’avvio del Centro nazionale per l’intelligenza artificiale con sede a Torino e la sfida della microelettronica. «Il Piemonte aderirà all’Alleanza delle Regioni Europee per i Semiconduttori, organismo di cui assumeremo la presidenza nel 2025 e che rappresenta un ulteriore volano per la crescita economica della nostra regione» conclude Tronzano.

 
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