«Sicurezza, dignità e progetti» – .

«Sicurezza, dignità e progetti» – .
«Sicurezza, dignità e progetti» – .

Erano anni che non vedevamo così tante persone scendere in strada insieme sciopero. Ieri io metalmeccanici della provincia di Caserta riempivano le strade di capitale e affollata piazza Dante dove si trovano i segretari nazionali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm hanno organizzato una manifestazione. Una mobilitazione proclamata dai segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm, alla luce degli ultimi avvenimenti e delle crisi che stanno colpendo le industrie metalmeccaniche dell’area, prima tra tutte quella Jabil che lo scorso 30 aprile ha dichiarato l’intenzione di chiudere lo stabilimento Marcianise e proprio mercoledì si è verificata un’altra drammatica transizione verso Mimit. Ma non solo, anche per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la difesa, il consolidamento e il rilancio di tutte le realtà metalmeccaniche della provincia di Caserta, nell’ambito più ampio”Vertenza casertana”. Il corteo delle tute blu, con bandiere sindacali e striscioni delle varie fabbriche, è partito da piazza Garibaldi e, dopo aver attraversato le vie centrali di Caserta, si è concluso nella centralissima piazza Dante dove, dopo l’introduzione dei segretari provinciali della Fim, della Fiom e Uilm, Pino Scala, Francesco Percuoco E Ciro Pistonec’erano testimonianze di lavoratori Softlab, Jabil E Pcga per il settore automotive che hanno riportato la loro esperienza, diversa ma con un unico comune denominatore: la crisi delle proprie aziende. Tutti e tre hanno tenuto a sottolineare che la loro protesta non è per ottenere assistenza e ammortizzatori sociali, ma lavoro e dignità.

Toccò poi ai segretari nazionali della triade dei metalmeccanici, a cominciare da Michele De Palma della Fiom CGIL che ha ringraziato il sindaco di Marcianise Antonio Trombetta, presenti sul palco, ma si sono anche chiesti dove fossero gli altri sindaci e politici della zona. «Siamo scesi in piazza – ha detto tra l’altro De Palma – per difendere il diritto al lavoro dei metalmeccanici e di conseguenza di tutti i cittadini, perché se perdiamo il lavoro si ferma tutta l’economia. Dobbiamo dimostrare che questa vertenza non è solo la vertenza dei lavoratori di Caserta e provincia, ma da qui bisogna costruire un’iniziativa nazionale che metta al centro il diritto dei lavoratori al lavoro in Mezzogiorno».

Dopo aver parlato dei contenziosi in corso che coinvolgono Jabil, Softlab e le aziende automobilistiche, De Palma ha concluso: «Da oggi c’è una questione che riguarda l’intera città di Caserta e tutto il Mezzogiorno, la Fiom, con Fim e Uilm, sosterrà la lotta per la dignità dei lavoratori con tutti gli strumenti democratici necessari”. Ha preso la parola il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella ha affermato: «Il Governo e la Regione hanno fatto di Caserta una delle terre più abbandonate del Mezzogiorno, da allora Terra di lavoro questa terra è diventata la terra di degradazione, fino agli anni ’90 era considerata la Brianza del Sud, per posizione, competenze e capitale umano, ma qui non sono stati fatti gli investimenti necessari, non è stato salvaguardato un bene che aveva grandi potenzialità. Fino a qualche anno fa ilelettronica e il telecomunicazioni erano il fiore all’occhiello del tessuto industriale casertano con oltre 4mila lavoratori, oggi resta solo la Jabil che da 1.300 lavoratori è arrivata a 420 e vuole andarsene anche lei, ma non faremo nessun accordo per il trasferimento ad altre aziende, il governo deve far sentire tutto il suo peso alla multinazionale. Per quanto ci riguarda, Jabil deve continuare a restare qui, deve assumersi le sue responsabilità sociali e industriali. Qui a Caserta servono progetti condivisi da Governo, Regione e tutte le istituzioni locali per l’utilizzo dei fondi Pnrr”.

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A sottolineare ancora l’assenza della politica nella manifestazione è stato il segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano che ha sottolineato: «È assurdo, le istituzioni devono essere tra i lavoratori, non servono riunioni nei palazzi regionali o romani, serve sostenere le lotte che facciamo per difendere il posto di lavoro con scelte precise, con scelte industriali”. Parlando di Jabil, Uliano ha detto: «È possibile che il Governo non riesca a costringere una multinazionale alla quale ha assegnato montagne di commissioni di lavoro quando ha effettuato l’acquisto di altre aziende a restare in Italia? I soldi ci sono, quelli del Pnrr e quelli dell’industria 5.0”.

 
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