Estate e turismo portano più lavoro, ma contratti precari nel Novarese – .

A Novara e nel Vco a giugno il mercato del lavoro è trainato dall’ospitalità alberghiera e dalla ristorazione grazie all’avvio della stagione turistica, ma i contratti sono quasi tutti precari. Il dato emerge dall’indagine realizzata da Excelsior per conto della Camera di Commercio, che analizza le assunzioni mensili sul territorio piemontese a livello provinciale. Sono 6.230 i contratti programmati dalle imprese delle province di Biella, Novara, Vco e Vercelli per il mese di giugno, il 20% del totale dei ricavi a livello regionale. Tratti comuni alle quattro realtà sono l’elevata percentuale di contratti a tempo determinato; la domanda di occupazione espressa da poche imprese (17% a Novara, 20% nel Vco); una difficoltà nel reperire personale: 58% nel Vco, 63% a Novara. Gli ingressi previsti a giugno per Novara sono 2.780; Il 23% sono stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, il 77% ha un contratto a tempo determinato. I settori che esprimono il maggior bisogno sono i servizi ricettivi e di ristorazione (590 ricavi attesi), seguiti dal commercio (380) e dai servizi alla persona (290). Nel VCO le iscrizioni previste sono 1.220; stabili solo nel 14%, a tempo determinato per l’86%. Anche qui il settore che esprime il maggior bisogno è quello dei servizi di alloggio e ristorazione (530), seguito dal commercio (180) e dai servizi alla persona (110). Da un lato ristoranti, pizzerie e alberghi lamentano la mancanza di manodopera, dall’altro offrono quasi sempre lavoro precario: per le aziende è una necessità, per il sindacato è il modo più conveniente per spendere meno in busta paga.

La battaglia dei sindacati
«Per questo – dice la sindacalista della CGIL Stella Cepile – tra le proposte referendarie introduciamo di fatto il blocco dell’indebito ricorso al lavoro precario, particolarmente diffuso nel settore dell’ospitalità e della ristorazione, dove spesso vengono applicati contratti a tempo determinato in un modo distorto. chi dovrebbe avere il posto fisso. In questo modo non avrai personale qualificato, perché chi viene assunto deve ogni volta ripartire da zero. E che dire dei miseri stipendi riservati ai camerieri che devono conoscere almeno tre lingue? Il lavoro precario diventa un’ottima scusa per mantenere bassi i salari ed è inaccettabile”. A loro volta, i datori di lavoro del settore rispondono che lavorare nei locali e negli alberghi è un lavoro legato soprattutto ai flussi turistici. Emilio Zanetta, presidente di Federalberghi Novara: «Con i clienti presenti tutto l’anno saremmo i primi ad accontentarci e proporre contratti per dodici mesi. Ma non è possibile a causa della stagionalità del turismo. Noi però siamo impegnati per eliminare il lavoro nero in questo settore e garantire l’applicazione del contratto nazionale, e sia a Novara che nel Vco questi risultati sono stati raggiunti”.

Allungare la stagione
Dalla Cisl, Luca Trinchitella propone una soluzione: «Bisogna destagionalizzare il turismo, cioè allungare la stagione a tutto l’anno, sfruttando ad esempio convegni e seminari, ma soprattutto superando campanilismi e networking, non solo provinciali, ma a livello regionale. Così si pongono le condizioni per avere lavoro tutto l’anno e non ci sono più alibi per il lavoro precario”.

I datori di lavoro del settore, però, insistono sul fatto che anche il lavoro precario viene oggi snobbato dai più giovani: Giulio Rovere, comproprietario della catena di pizzerie “riamo fritti” con sedi in entrambe le province, è alla disperata ricerca di studenti da condividere. posizioni temporali, «ma è molto difficile trovarle. Il problema nel nostro caso è che gli orari sono serali e festivi, e i giovani non accettano più di sacrificare il proprio tempo libero. Lavoriamo con il 70% di contratto a tempo indeterminato, ma il lavoro del lunedì non è pari a quello del fine settimana, dove serve più personale. Fino a qualche tempo fa erano i ragazzi a proporsi per un lavoro di questo tipo, ma ora non più”.

 
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