Lodovico Poschi Meuron sta con Laura Da Prato, ma la mette in guardia dal suo inguaribile romanticismo – .

Lodovico Poschi Meuron sta con Laura Da Prato, ma la mette in guardia dal suo inguaribile romanticismo – .
Lodovico Poschi Meuron sta con Laura Da Prato, ma la mette in guardia dal suo inguaribile romanticismo – .

Non nego che l’intuizione di lanciare la provocazione su Ilaria Salis in consiglio comunale sia stata geniale. Lo dimostra, del resto, la copertura mediatica che ne seguì.

Ho letto con attenzione anche la tua lettera al direttore, alla quale vorrei aggiungere alcune considerazioni.

Ilaria Salis, innanzitutto. Ognuno può dare la propria opinione personale su di lei. Ha deciso di lottare per le sue idee partecipando ai centri sociali e per questo ha ricevuto 29 denunce dalla Questura e 4 condanne minori (divenute definitive). Attualmente è accusata di lesioni gravi (per la precisione 5 giorni di prognosi) procurate ad un militante neonazista durante un comizio a Budapest.

È in attesa di processo, quindi per ora non ci sono condanne. Come ho detto, ognuno può trarre le proprie conclusioni.

Voglio invece concentrarmi sul resto. Il che mi convince molto meno, cara Laura, e ti spiego perché.

Ti conosco abbastanza bene per sapere che hai deciso di impegnarti in politica spinto da entusiasmo, lealtà e spirito di sacrificio. Lei come tanti altri consiglieri comunali e amministratori pubblici.

Il fatto è che in genere in questi forum non si nascondono mele marce, né la questione riguarda, come dici tu, solo il centrosinistra. Anzi.

Ricordo che, poco prima delle elezioni europee, la commissione parlamentare antimafia (non io) ha pubblicato i nomi di sette “impresentabili” (su venti denunciati dall’autorità giudiziaria), secondo una legge dello Stato. Persone che, in un Paese normale, non si sarebbero mai candidate. Per la cronaca 3 erano di Forza Italia, 2 di Fratelli d’Italia, uno degli Stati Uniti d’Europa e uno del Pd, direi il modo peggiore di applicare la parità di condizioni.

Nessuno di loro, però, è stato squalificato dalla corsa elettorale, poiché il Codice approvato dalla Commissione parlamentare antimafia ha valore etico e fornisce più che altro un’indicazione sulla “opportunità” della candidatura.

Opportunità, appunto. Vorrei sottolineare che nell’attuale governo (ma anche in quelli che lo hanno preceduto, sia chiaro), ci sono ministri, viceministri, sottosegretari e persone nominate in vari organi che sono soggette a rinvio del giudizio o addirittura una condanna (a volte in primo grado, altre volte definitiva).

Immaginate, ad esempio, di non sapere che anche Matteo Salvini ne vanta uno, poco serio e addirittura finalizzato.

Quindi cosa intendo? Che il tuo “inguaribile romanticismo” si scontra, ahimè, con una classe politica che, da destra a sinistra, è convinta di essere al di sopra di tutto e tutti. Come se nulla fosse, si candidano individui impresentabili e si distribuiscono incarichi lautamente pagati ad amici di amici, meglio ancora se con giganteschi conflitti di interessi o problemi con la legge.

E, non di rado, capita di trovare il politico di turno che scambia allegramente favori con imprenditori: tu dai qualcosa a me e io do qualcosa a te. Forse non è un reato, lo deciderà la magistratura, ma sarebbe questo il modo di svolgere le funzioni pubbliche con disciplina e onore?

Insomma, cara Laura, alzi la mano qui se sei senza peccato.

Sono convinto che chi verrà scelto dagli italiani alla guida del Paese debba tenere conto di questo e magari prendere esempio da chi siede sui banchi del consiglio comunale.

Donne e uomini che lavorano davvero ogni giorno, e per pochi spiccioli, al servizio della comunità che rappresentano.

Distinti saluti

 
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