Ieri è avvenuta un’aggressione fisica all’interno del carcere di Ragusa contro personale della Polizia Penitenziaria. L’autore del reato era un detenuto straniero che, inscenando un tentativo di suicidio, si era arrampicato sulle inferriate delle finestre con un cappio legato al collo. Quando gli agenti di polizia, prontamente accorsi in suo aiuto, sono entrati nella stanza di detenzione, l’uomo ha reagito con una furia inaudita ed ha iniziato a prenderli a calci e pugni, utilizzando anche un oggetto contundente ricavato dalla presa elettrica della stanza.
Il detenuto infatti ha trasformato tale oggetto in una sorta di tirapugni e ha tentato di colpire in volto i poliziotti.
Quelli che ne pagarono il prezzo furono un sovrintendente capo e un assistente capo coordinatore. Entrambi hanno dovuto ricorrere alle cure mediche ospedaliere, riportando diverse lesioni. In particolare, il Questore Capo è stato sottoposto a numerosi punti di sutura al volto e alla testa ed è stato trattenuto in ospedale con prognosi non ancora diramata; La prognosi per l’Assistente Capo Coordinatore è di 7 giorni.
“Queste organizzazioni sindacali – scrivono in una nota congiunta Sinappe, Uilpa, Cisl-Fns e Uspp – denunciano da tempo una situazione lavorativa nel carcere di Ragusa estremamente disagevole per donne e uomini in divisa, che nasce dalla ormai cronica carenza di personale, di fronte ad una gestione complessa di soggetti violenti e con problemi psichici che certamente andrebbero inseriti in strutture idonee alla loro gestione. A nome di tutto il personale della Polizia Penitenziaria di Ragusa, esprimiamo la nostra vicinanza agli sfortunati poliziotti augurando loro una pronta guarigione e auspicando che, a seguito di questo ennesimo e increscioso episodio di violenza verificatosi presso questo istituto, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, a vari livelli, attuare interventi concreti e urgenti per fronteggiare questa emergenza non più tollerabile”.
