«Ma il cantiere ritorna a luglio» – News Ancona-Osimo – CentroPagina – .

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ANCONA – Passetto, domani riapre la parte destra della scalinata: noi di CentroPagina.it lo abbiamo annunciato qualche giorno fa (clicca qui). E finalmente la nostra Trinità dei Monti, come è stata ribattezzata dalla Giunta Mancinelli, rivedrà la luce. A breve inizieranno i lavori di costruzione sul lato sinistro.

Sopralluogo questa mattina (14 giugno), alle 12.30, da parte dell’assessore comunale ai Lavori pubblici, Stefano Tombolini, arrivato scortato da diversi tecnici. Dopo il completamento dei lavori di pulitura, consolidamento e protezione, il parte Giusto della scalinata a mare del Passetto. Si è trattato di un lavoro complesso, portato a termine in sinergia con l’impresa e i progettisti, sulla base dei criteri del restauro conservativo e filologico.

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«A partire dal mese di luglio – spiega l’assessore Tombolini – verrà realizzata la parte destra della scalinata, con un investimento complessivo di 1,1 milioni di euro. La scalinata sarà temporaneamente illuminata fino alla fine dei lavori, grazie alla fornitura di pali per l’illuminazione pubblica da parte di Anconambiente. La riqualificazione di scala monumentale del Passetto rientra tra gli obiettivi strategici dell’Amministrazione comunale, che rispetta il cronoprogramma stabilito a inizio anno, che prevedeva la restituzione ai cittadini della scala di destra per scendere entro l’inizio dell’estate 2024”.

La scala, mai mantenuta dagli anni ’30 XX secolo, rappresenta un esemplare unico nel suo genere. I lavori si sono resi necessari per porre rimedio ai fenomeni di progressivo degrado e per attuare interventi di consolidamento e sostituzione delle componenti degradate.

L’analisi dei dati raccolti preliminarmente attraverso una serie di tecniche scientifiche ha evidenziato che non vi sono problematiche significative natura statico, in quanto le strutture murarie sono solide e ben costruite. Le manifestazioni di degrado più significative riguardano il degrado dei materiali lapidei che, costantemente esposti all’azione degli agenti atmosferici, anche di notevole intensità, hanno in molti casi perso la loro consistenza, apparendo erosi, al punto da provocare talvolta vere e proprie lacune all’interno del tessuto da parete.

«A causa delle dimensioni e della destinazione d’uso – si legge nell’art relazione generale del progetto esecutivo – la scala a mare, più che un monumento, si configura come una vera e propria opera monumentale, un’imponente opera di ingegneria, insieme celebrativa e funzionale, che porta la firma dello stesso architetto Guido Cirilli, progettista della vicina Guerra Memoriale, che segna il punto di partenza della discesa al mare per chi proviene dalla città. Di fronte ad un tema così peculiare, il progetto di riqualificazione non poteva che partire da una conoscenza approfondita del sito, dell’opera stessa e delle sue relazioni con il contesto”.

L’intervento si basa su criteri di restauro conservativo e filologico ed è interamente eseguito con mezzi manuali. Ciò ovviamente influisce anche sul durata tempi di realizzazione, modalità di lavoro e scelta dei materiali. Il restauro tiene conto del criterio del minimo intervento necessario e prevede l’utilizzo di tecniche esecutive tradizionali e di materiali compatibili con l’esistente, ampiamente utilizzati e sperimentati nel restauro architettonico e storico-artistico.

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Il progetto si basa su a fase preliminare rilievo dimensionale e fotografico, per il quale ci siamo avvalsi della collaborazione di personale esperto nell’uso di moderne tecnologie, quali il drone e il laser scanner, che ci hanno permesso di ottenere un Mappatura il più possibile completo di caratteristiche dimensionali e fotogrammetriche.

Per quanto riguarda la scelta dei materiali lapidei e leganti usato per la realizzazione delle scale, alcune delle quali presentavano evidenti fenomeni di erosione e degrado, è stato condotto uno studio, insieme alla Soprintendenza, per comprendere le caratteristiche fisico-chimiche dei materiali presenti e per individuare, di conseguenza, i materiali da utilizzare per eventuali aggiunte. Dalle analisi è emerso che i campioni analizzati sono identificabili come rocce carbonatiche, molto compatibili con la pietra bianca proveniente dalla cava delle Cesane in provincia di Pesaro-Urbino.

descrizione degli interventi

Gli interventi da eseguire sono stati suddivisi in tre gruppi, corrispondenti alle tre fasi di un intervento conservativo: pulitura, che prevede la rimozione della vegetazione superiore, delle patine, dei graffiti e di tutti quegli elementi che non fanno parte dell’architettura originaria; consolidamento, che prevede ad esempio l’integrazione delle parti mancanti e interventi sui giunti; protezione, finalizzata al mantenimento dello stato di pulizia raggiunto e alla prevenzione nel tempo della formazione di nuovi fenomeni di degrado.

«Come già evidenziato – dicono il Comune – tutti gli interventi vengono realizzati con tecniche manuali, che riducono al minimo l’invasività. Ad esempio, il consolidamento viene effettuato rifacendo la muratura piena con materiale simile a quello esistente, realizzato con la stessa tecnica costruttiva, legato con malta di calce idraulica a basso contenuto di argilla

 
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