Il PD di Cerignola esprime soddisfazione per l’approvazione della mozione che impegna il Comune di Cerignola ad applicare il cosiddetto “salario minimo comunale”, firmata dai consiglieri Francesco Sorbo del gruppo consiliare Pd e Tommaso Sgarro della lista “Noi” . La norma stabilisce che nessuno deve guadagnare meno di 9 euro l’ora negli appalti in cui è stazione appaltante il Comune. “È un passo che definirei storico non solo per la nostra città ma per l’intero territorio della Capitanata: in qualche modo anticipiamo una battaglia di civiltà che prima o poi il Paese dovrà affrontare senza inutili strumentalizzazioni ideologiche, che ostacolano un diritto riconosciuto nella nostra Costituzione: quello al lavoro dignitoso. La mozione congiunta con l’assessore Sgarro dimostra la trasversalità del tema e l’impegno ad una proficua collaborazione per raggiungere risultati importanti per la nostra comunità”, ha commentato l’assessore Sorbo.
Nel corso del Consiglio, inoltre, sono state approvate due importanti norme: l’istituzione di un consiglio comunale per l’uguaglianza e le pari opportunità e le norme per l’erogazione dei contributi di assistenza finanziaria, provvedimento fortemente voluto dal vicesindaco dem Maria Dibisceglia. «Siamo soddisfatti dell’esito della giunta: siamo tra le prime città in Italia a scegliere di sottolineare che il lavoro deve essere giusto e dignitoso, così come è importante che tutti possano accedere ai contributi previdenziali, senza disuguaglianze», esordisce il segretario del PD ofantino Dalessandro.
“Siamo contente della nascita del regolamento che consente la nascita della consulenza per le pari opportunità: un occhio vigile, una sentinella per combattere le discriminazioni nel nostro territorio, ne abbiamo bisogno. Resta sicuramente l’amaro in bocca per i modi e i toni con cui si è arrivati all’approvazione, che meritano sicuramente le scuse di tutti per una città che non merita di vedere scene che fino a pochi giorni fa stigmatizzavamo alla Camera dei Deputati. La nostra solidarietà all’assessore Dagnelli e un accorato invito al dialogo, allo scontro sempre dialettico ma sui temi: usare le pari opportunità per attaccare un consiglio legittimo è provocatorio e svuota di significato il tema”, conclude Dalessandro.
