“Professionalità e umanità al Sant’Andrea” – .

Dopo sei settimane di cure e di attesa, la speranza ha lasciato il posto al dolore. È morto nei giorni scorsi l’anziano che il 29 aprile scorso era stato investito da un furgone sulla strada di servizio di viale Fieschi, nei pressi del portico sotto il settore distinto dello stadio Picco. Le sue condizioni sono apparse subito estremamente gravi.

“Da quel giorno iniziò una straziante, ma disperata, battaglia quotidiana per salvarlo dalla morte avvenuta, purtroppo, il 13 giugno. Ma il 29 aprile è iniziata una dolorosa traversata del deserto anche per mia madre, per me, per mio fratello e per tutti coloro che hanno amato, o anche solo conosciuto, mio ​​padre in una vita segnata soprattutto dal lavoro e dal sacrificio”, scrive il figlio Simone Gianardi. “Ogni giorno abbiamo sperato, ci siamo illusi, ci siamo disperati e poi ancora ci siamo aggrappati a una debole luce di spes contra spem, cercando di offrire e ricevere conforto”.

“In questa insostenibile via crucis abbiamo avuto la fortuna inaspettata e preziosa di essere accompagnati da tutto il personale della Struttura Complessa di Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Sant’Andrea. Ogni giorno, per 46 terribili giorni, con la loro straordinaria professionalità e dedizione hanno accudito e sostenuto mio padre in un percorso terminato tragicamente. Desidero però ringraziare pubblicamente soprattutto la loro meravigliosa, radicale e inesauribile umanità”, il pensiero della famiglia.

“Vorrei poter nominare ciascuno di essi. Lo farò attraverso il nome del primario del Rianimazione, dottor Andrea Derchi, che quotidianamente, con immensa delicatezza, ha cercato di condurci attraverso l’intricato labirinto in cui si intersecano i sentieri della vita e quelli della morte. E attraverso il nome del Direttore della Struttura, dottoressa Cinzia Sani, alla quale chiedo gentilmente di coinvolgere tutto il restante personale nei miei più sentiti e calorosi ringraziamenti. Desidero particolarmente ringraziare tutti coloro che sono stati presenti nel momento più estremo, per la delicatezza, il conforto e la vicinanza che hanno saputo dimostrarmi, facendomi sperimentare in prima persona il significato profondo del loro terribile e insostituibile servizio. “

“Voglio farlo soprattutto oggi, in giorni in cui si parla tanto di salute pubblica. Ho potuto toccare con mano quanto tutto il personale medico e sanitario del sistema sanitario pubblico italiano meriti istituzioni che sappiano premiare e riconoscere un livello di formazione e qualificazione di assoluta eccellenza, garantendo a tutti, e sempre, la capacità di operare in un contesto strutturale che consenta di esprimere appieno tutte le potenzialità umane e professionali. Con stima e gratitudine, Simone Gianardi”.

 
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