“La stagione del ritorno al Parma è stata la più difficile. Nello spogliatoio non condividevamo nulla” – .

“La stagione del ritorno al Parma è stata la più difficile. Nello spogliatoio non condividevamo nulla” – .
“La stagione del ritorno al Parma è stata la più difficile. Nello spogliatoio non condividevamo nulla” – .

In occasione della prima puntata della rubrica “FENOMENI”, disponibile sul canale YouTube Prime Video Sport, Luca Toni visitato Gianluigi Buffon per ripercorrere gli episodi chiave della carriera dell’ex numero 1 del Parma (leggi QUI la prima parte). Oltre ai tanti momenti felici, Buffon ha ricordato anche quelli più tristi, come quello che poi portò Buffon a dire addio al Parma e al calcio che giocava, al termine della scorsa stagione, con la mancata promozione dei Crociati. Serie A: ‘È stata una pagina triste per me per come concepisco il calcio e per come faccio le mie scelte. Sarebbe stata la chiusura di un cerchio, ma le cose perfette non succedono mai perché durante lo spareggio contro il Cagliari, verso la fine del primo tempo, mi sono fatto nuovamente male al polpaccio; Non volevo più fare il percorso di tre mesi e fare fisioterapia e non potevo diventare un peso per la squadra quando capisci che la tua condizione non ti permette di essere importante per la squadra, è giusto farsi da parte”.

Gigi ha poi voluto ricordare le difficoltà incontrate a Parma nella sua prima stagione in maglia gialloblù, subito dopo la retrocessione: “Credo di aver fatto un’ottima stagione quell’anno a 44 anni. Siamo partiti con l’obiettivo del ritorno in Serie A ma abbiamo finito la stagione tredicesimi e penso che se ci siamo risparmiati un po’ di merito è anche mio. Le difficoltà che ho incontrato nello spogliatoio del Parma, nella prima stagione non le trovavo da nessuna parte, non condividevamo nulla. C’erano ragazzi da tutto il mondo, catapultati nel Parma, quindi non c’era dialogo, c’era nessuna condivisione, è stato diverso perché secondo me il mister e la sua squadra sono stati bravissimi a coinvolgere un po’ tutti”.

C’è stato poi spazio per commentare le voci che vedevano un possibile ritorno al Parma da allenatore: “Sì, ci sono delle voci. Ho mantenuto la casa a Parma perché per me tornare a Parma era un sogno; Ho trovato le persone che volevo, l’ambiente che volevo, quello che sapevo mi avrebbe fatto stare bene. Dico sempre che il Parma è stata la mia “madre” e la Juventus il mio “padre”. Juve, devo molto ad entrambi gli ambienti perché mi hanno fatto crescere molto. Adesso sto studiando anche per diventare manager. Se dovessi andare a fare l’allenatore è perché spero di poter fare la differenza che ho fatto da calciatore; per come sono, non potrei accettare ruoli figurativi, di immagine”.

 
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