«Taranto? Prima città dell’Ilva, oggi capitale della musica” – .

«Taranto? Prima città dell’Ilva, oggi capitale della musica” – .
«Taranto? Prima città dell’Ilva, oggi capitale della musica” – .
Dopo i concerti in Grecia e Roma, i The Smile hanno scelto Taranto per la loro seconda tappa italiana di Frank Lebon

«Taranto non è più solo Ilva. E il nostro non è un festival, ma un convegno sulla musica”. Lo afferma Cesare Veronico, coordinatore artistico di Medimex e Puglia Sounds, con il quale abbiamo parlato approfonditamente dell’evento, svelandone curiosità e intenzioni.

Veronica è coordinatore artistico del Medimex dal 2017

Il tema di questa XIV edizione è l’intelligenza artificiale. Come è stato affrontato?
«Ovviamente va applicata al settore musicale. Lo abbiamo sviluppato in molteplici iniziative, workshop e incontri. Sarà anche oggetto della mostra su John Lennon che, forse suo malgrado, è diventato l’icona dell’applicazione dell’intelligenza artificiale alla musica (“Now and Then” è il singolo dei Beatles uscito nel 2023, con la voce di Lennon, grazie all’ AL). E poi c’è la mappatura sulle mura del Castello Aragonese di Taranto”.

Cosa ne pensi dell’intelligenza artificiale applicata alla musica?
«Date certe regole, credo che possa essere uno strumento in più a livello creativo per gli artisti».

Medimex, però, non è solo concerti
“NO. Il nostro non è solo un festival, è anche un convegno sulla musica. Le parti che riguardano i concerti sono solo 2 delle 75 che lo compongono. È un evento in cui c’è inevitabilmente tanta musica, ma anche tanti approfondimenti”.

Cosa significa per il festival che band come The Smile o Pulp abbiano scelto di essere presenti?
«Hai detto bene, Smile ha scelto Medimex. Li inseguiamo da anni, ma si è creata una situazione favorevole, come è successo con Nick Cave. Giocano in Grecia, poi vogliono finire a Roma, e dovevano scegliere un’altra tappa in Italia. Ci rende molto orgogliosi. Prima di loro arrivarono persone come Iggy Pop, Patti Smith, Liam Gallagher degli Oasis. La fama del Medimex è diventata oggettivamente internazionale”.

E qual è la risposta?
«Per il concerto dei Pulp, ad esempio, abbiamo venduto i biglietti da Stati Uniti, Australia, Canada, Ecuador, Argentina e Turchia. Vengono da tutto il mondo per una band che in Italia è sottovalutata”.

Il Medimex propone spesso un genere che in Italia, per ironia della sorte, è ancora di nicchia…
“SÌ. Infatti i Pulp, che vengono in Italia una volta ogni 20 anni, saranno la vera sorpresa dell’estate”.

Allo stesso tempo ci sono i giovani. Quanto è importante per loro questa vetrina?
«Non perdo il piacere di comunicarglielo direttamente perché, quando dici a qualcuno che deve giocare davanti ai suoi idoli, gli regali un’emozione meravigliosa da percepire. Per loro è un’occasione unica per farsi conoscere. Anche perché la stampa che segue il Medimex è nazionale».

Chi vedremo?
«Quest’anno saranno due le donne a guidare le band che apriranno le serate, Melga e Guatemala, guidate da una frontwoman. E anche il 50% di coloro che suoneranno negli showcase sono donne. Una presenza molto forte, che non è dovuta ad una scelta di genere, ma alla qualità che esprimono”.

Saranno presenti anche esperti del settore, da Luca De Gennaro a Gino Castaldo
“SÌ. Con una battuta un po’ scherzosa, per sostituire Ernesto Assante, a cui è dedicato il festival, abbiamo dovuto chiamarne diversi perché era una persona che non si tirava indietro e che è stata fondamentale per la storia della manifestazione”.

Dopo anni in cui Medimex ha cambiato sede, perché hai deciso di restare a Taranto?
«Perché insieme ad altre realtà, come il Primo Maggio di Taranto, ha avuto un ruolo importante nel creare iniziative nel campo della cultura e dello spettacolo, una realtà in grado di creare un’economia pulita».

C’è una previsione sulle presenze previste quest’anno?
«Le prevendite stanno andando molto bene, ma non possiamo immaginarlo. Anche perché da Roma in poi ce la prendiamo comoda anche al momento dell’acquisto del biglietto. Molti decidono lo stesso giorno”.

Ricordi il tuo primo festival da coordinatore?
«E chi può dimenticare… Era il 2017 a Bari, l’anno di Iggy Pop e della mostra di Bowie».

In conclusione, qual è la mission del Medimex?
«Avevamo diversi obiettivi che costituivano la strategia di fondo, ovvero rappresentare un esempio virtuoso che potesse allargare lo scenario all’interno della città di Taranto. Adesso abbiamo una dimensione diversa dalla “semplice città dell’Ilva”. Siamo sulla strada giusta per valorizzare una città oggettivamente bella”.

 
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