Allarme cinghiali nel bresciano, allevatori esasperati: “Sono troppi”

Allarme cinghiali nel bresciano, allevatori esasperati: “Sono troppi”
Allarme cinghiali nel bresciano, allevatori esasperati: “Sono troppi”

Brescia – Anche gli agricoltori bresciani della Coldiretti lo fanno si unirà alle proteste contro l’invasione dei cinghiali che si svolgerà martedì 18 giugno a Milano in Piazza Duca d’Aosta, davanti a Palazzo Pirelli.

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Decine di agricoltori arriveranno dalle valli, dalla Franciacorta, dal Sebino, dal Garda e dalla Bassa con la presidente provinciale Laura Facchetti insieme al presidente della Coldiretti regionale Gianfranco Comincioli, si presenteranno davanti ai vertici regionali per denunciare unaemergenza fuori controllo che sta causando problemi sanitaria, sociale, economica e ambientale. “La situazione a Brescia è equivalente a quella di molti territori italiani – spiega Laura Facchetti – Il fenomeno è diventato incontenibile. È necessario intervenire e andare verso un numero sostenibile per le attività agricole e umane. Il semplice contenimento non è sufficiente”. Facchetti si riferisce a campi, vigneti e uliveti danneggiato con danni incalcolabili, ma anche a rischio malattie come la peste suina. “Se i nostri allevamenti avessero anche solo un caso di cinghiale affetto da peste suina nelle vicinanze avrebbero problemi enormi, compreso il blocco delle esportazioni – spiega – per non parlare di tutto ciò che è previsto. I cinghiali devono essere uccisi. In Regione chiederemo di attuare un piano straordinario di contenimento autorizzato dall’articolo 19 ter della legge 157 del 1992. Vorremmo estendere la possibilità di caccia per periodi più lunghi degli attuali, ma dare anche agli agricoltori la possibilità di auto- difesa con personale specializzato. Stiamo anche lottando per ridurre il numero di altri animali selvatici, come le lepri e le lontre”.

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Secondo l’ATC di Brescia, le uccisioni di cinghiali nella caccia 2023-2024 (le operazioni si sono svolte dal 14 ottobre al 14 gennaio) sono state pari a 791 esemplari. Di questi, 356 maschi e 435 femmine. Numeri in leggera crescita rispetto allo scorso anno, quando ci furono 770 uccisioni. Se si tiene conto anche della caccia di selezione il numero degli esemplari uccisi sale a 1.470 esemplari. Alla Coldiretti non basta. La zona in cui sono stati uccisi il maggior numero di persone è la Franciacorta, dove sono stati segnalati anche all’interno dei centri abitati ad esempio a Provaglio d’Iseo.

 
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