“Risultati da sfruttare anche a Viterbo, ma con la testa giusta…” – .

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“Risultati da sfruttare anche a Viterbo, ma con la testa giusta…” – .

Gli sport – Il presidente della Fidal provinciale commenta i trionfi agli Europei di Roma: “Riuniranno tanti giovani, dobbiamo accoglierli con strutture e mentalità”

di Alessandro Castellani


Sport – Atletica – Alessandro Di Priamo, presidente Fidal Viterbo

Viterbo – Una lunga ondata di successi che prosegue senza sosta dalle Olimpiadi di Tokyo: per l’atletica italiana è il momento più glorioso della storia, certificato dal primo posto nel medagliere degli Europei appena conclusi a Roma. Il presidente della Fidal di Viterbo, Alessandro Di Priamo, invita a “sfruttare questa fase per far crescere lo sport nel nostro territorio, che soffre da anni di carenza di strutture e di programmazione”.

Di Priam, da dove nasce questa straordinaria stagione di trionfi per l’atletica italiana?
“Da appassionato, praticante e allenatore, prima ancora che da dirigente, posso dire che la svolta è coincisa con l’elezione di Stefano Mei a presidente nazionale della Fidal, la nostra federazione sportiva. È stato un campione e secondo me gli atleti lo riconoscono come una figura autorevole, perché ha vissuto in prima persona quello che vivono loro oggi. Grazie a Mei la squadra italiana è più coesa e tutti gli atleti sono motivati ​​e fiduciosi”.

Ma è solo grazie alla figura di Mei o c’è dell’altro?
“Ovviamente c’è di più. Investimenti mai fatti prima nella formazione dei tecnici, investimenti nei programmi di allenamento dei futuri atleti, che si sentono maggiormente supportati dalla federazione. Purtroppo anche oggi l’atletica è uno sport povero e ci troviamo in un sistema limitante, dove i professionisti sono arruolati quasi esclusivamente nei gruppi militari. Chi ha ottime qualità entra nei gruppi militari e diventa professionista, mentre chi non riesce a prendere subito il treno giusto non ha futuro: per competere a certi livelli devi allenarti due volte al giorno ed è impossibile farlo se non lo fai. non essere pagato. Per questo dico che i nostri ragazzi sono tutti dei fenomeni, fanno una vita di sacrifici per non ricevere quasi mai la giusta ricompensa. Per il grande pubblico esistiamo solo per due settimane ogni quattro anni, quando si svolgono le Olimpiadi. Diamo quindi il benvenuto a Tamberi che dà spettacolo: se può permetterlo perché vince, non offende nessuno e soprattutto fa parlare di atletica anche fuori dai campi sportivi”.

A proposito di campi sportivi, come siamo messi a livello di strutture?
“Questo è un difetto più grave. Le cose sono leggermente migliorate negli ultimi anni, ma ci manca ancora. Trovo spesso città che non hanno una pista di atletica. Io ad esempio da ragazzo abitavo a Tivoli, un centro importante, eppure dovevo andare tutti i giorni a Roma ad allenarmi, perché a Tivoli non c’era la pista, l’hanno costruita solo pochi anni fa”.

Un problema che abbiamo anche nella Tuscia?
«Diciamo che la situazione in provincia di Viterbo è nella media nazionale: non drammatica, ma insufficiente. Le strutture ci sono, ma quasi tutte presentano carenze funzionali: ci sono piste che non hanno strisce, altre con impianti rotti o che stanno cadendo a pezzi. Penso al campo scuola di Santa Barbara, nel Viterbo, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della nostra provincia e i cui spogliatoi sono chiusi dal 2016. Abbiamo spinto forte con le istituzioni e auspichiamo che possano finalmente essere riaperti entro un pochi mesi”.

Ci sono ragazzi del Viterbo che hanno il potenziale per diventare grandi campioni?
“Per mia esperienza non abbiamo subito atleti o atlete in grado di raggiungere risultati straordinari. È però molto importante che il livello medio sia alto e che il numero dei praticanti aumenti, perché i contesti più competitivi stimolano tutti a migliorarsi e di conseguenza favoriscono la liberazione dei talenti”.

Quanti iscritti ha la Fidal di Viterbo?
“Da quando sono stato eletto presidente provinciale nel 2021 siamo passati da 10 a 14 società affiliate, ognuna delle quali conta in media circa 80 atleti. Inoltre esiste un vastissimo mondo sotterraneo di chi va a correre per svago, senza tesseramento. Credo che una provincia grande come quella di Viterbo debba avere almeno 20 aziende attive sul territorio e spero che questo sia l’obiettivo di chi mi succederà come presidente del comitato, visto che alla fine non mi ricandiderò dell’anno”.

La ragione?
“Devo dare priorità al mio lavoro vero. Come ho già detto, l’atletica è uno sport povero, che vive quasi esclusivamente del lavoro volontario degli appassionati che ne fanno parte. Ma con passione non si va a fare shopping, quindi bisogna necessariamente dedicarsi ad altro. Questo è un grande limite per atleti, allenatori e dirigenti e, purtroppo, non ho più tempo per continuare a svolgere il ruolo di presidente provinciale con la giusta dedizione. Credo però di lasciare un comitato più sano di come l’ho trovato”.

Quanto è importante il successo dei campioni di oggi per l’atletica del futuro?
“Saranno tanti i giovani che si avvicineranno al nostro sport spinti dai risultati che vedranno in televisione, è già successo dopo le cinque medaglie d’oro alle Olimpiadi di Tokyo. Starà a noi sapere come sfruttare l’occasione. Le parole d’ordine per l’atletica della Tuscia devono essere strutture funzionanti, società più affiliate e una mentalità aperta da parte di chi si troverà a gestire lo sport: non pensare al proprio orticello, ma essere quanto più inclusivi e coinvolgenti possibile”.

Alessandro Castellani

16 giugno 2024

 
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