in parrocchia si ‘impara l’Italia’. «Un forte arricchimento per noi europei stanchi» – .

in parrocchia si ‘impara l’Italia’. «Un forte arricchimento per noi europei stanchi» – .
in parrocchia si ‘impara l’Italia’. «Un forte arricchimento per noi europei stanchi» – .

16 giugno 2024 08:19

Domenica 16 giugno, presso la parrocchia di Santa Croce in via Cavour 29 a Terni, si terrà un momento di festa finale della Scuola di lingua e cultura italiana, con la consegna degli attestati di partecipazione agli oltre 270 studenti che hanno seguito, da settembre 2023 ad oggi i corsi di livello A1 e A2 che si sono svolti quattro giorni a settimana per un totale di otto ore settimanali. Nel corso dell’anno hanno partecipato 270 studenti provenienti da 27 paesi diversi del mondo, divisi in sei classi, di cui una riservata ai minorenni. Avevano 28 insegnanti che si sono alternati nell’insegnare lezioni di lingua, storia, cultura generale, geografia ed educazione civica riguardanti il ​​nostro Paese. La Scuola di lingua e cultura italiana della parrocchia di Santa Croce, guidata da don Roberto Cherubini, è al suo terzo anno di vita e ha visto un progressivo aumento del numero degli studenti e dei docenti coinvolti.

«Alla base del metodo di insegnamento – spiega una nota parrocchiale – c’è la costruzione di rapporti personali significativi che siano in grado di motivare gli studenti che hanno maggiori difficoltà di apprendimento (alcuni sono analfabeti anche nella loro lingua materna). La Scuola è così diventata uno spazio in cui, oltre all’apprendimento della lingua, gli studenti hanno potuto trovare consigli e sostegno concreto nell’affrontare i problemi della vita quotidiana, come l’ottenimento dei documenti, l’accesso ai servizi pubblici, la sanità, l’alloggio, la lavoro, formazione professionale, ecc. Nel corso dell’anno l’attività didattica è stata accompagnata da momenti di festa in occasione delle principali festività religiose delle varie confessioni, come il Natale, la Pasqua, il mese del Ramadan, l’Eid-al- Fitr, Eid-al Adha, che ha permesso un fruttuoso scambio culturale ed esperienza di fede”.

La chiesa di Santa Croce

«L’esperienza della Scuola di lingua e cultura italiana ci permette di vedere la realtà dell’immigrazione con uno sguardo diverso – dice don Roberto Cherubini -. Ci sono semi di un tempo nuovo da coltivare, germogliare e portare frutto. Ne vediamo alcuni: la forza dell’aspirazione alla pace di persone che hanno vissuto il dramma della guerra e talvolta ne portano le ferite; il desiderio di un futuro migliore in cui investire le proprie energie giovani e creative; la bellezza di una vita al plurale con il contributo di culture diverse, visioni della vita che si confrontano e si arricchiscono a vicenda. Per noi cristiani, la presenza di tanti fratelli immigrati è una bella provocazione per approfondire le ragioni della nostra fede, così stanca e sterile nella vecchia Europa, per interrogarla di fronte a domande esistenziali così forti, per forzarci verso una maggiore coerenza con gli insegnamenti del Vangelo e cercare nuovi cammini di testimonianza con le persone che bussano alla nostra porta. Del resto, nel loro interrogarsi per un futuro migliore non c’è anche una dimostrazione di grande fiducia nei nostri confronti, una proposta per costruirlo insieme? I tanti bambini che li accompagnano, nonostante le difficoltà, ci insegnano un senso di fecondità che abbiamo perso. Le donne così forti nel desiderio di dare un futuro ai propri figli spingono a ripensare una stanchezza grigia e rassegnata che non riesce a vedere oltre la soddisfazione dei propri bisogni individuali immediati e per questo rifiuta di dare vita agli altri. Certo – conclude don Roberto – un realismo rassegnato e pessimista ci fa concentrare maggiormente sulle difficoltà, sugli ostacoli, sui pericoli, e ci getta nel timore di un perpetuo esilio dal sogno di un futuro migliore. Dobbiamo rimetterci in carreggiata per uscire da questo esilio che ci imprigiona nella palude della delusione e dell’insoddisfazione”.

Così Daniela Foschi, una delle docenti della Scuola: «Tutto comincia con la scelta di vivere con la porta aperta, quella della strada e quella del cuore, ovviamente, permettendo a chiunque di entrare portando la propria esperienza fatta di di domande e risorse. Sì, perché ognuno, al di là delle ragioni che lo spingono ad entrare e del bisogno che esprime, è un misto di domande che pone e di risorse che può offrire. La sfida è condividerli e farli incontrare, come quando il bisogno di imparare l’italiano di alcuni si incontrava con il desiderio di altri di riempire il vuoto di senso della vita. Nasce così la Scuola Italiana, un ambito in cui, come disse una volta Papa Francesco: «La tensione piano piano cessa di essere tensione per diventare incontro, abbraccio: chi aiuta e chi è aiutato si confonde. Chi è il protagonista? Entrambi, o, per meglio dire, l’abbraccio”.

Alla consegna degli attestati seguirà la cena con cui la parrocchia di Santa Croce intende accogliere la comunità islamica della città nel giorno della sua festa più sacra, la commemorazione del sacrificio di Abramo (Aid-al-adha). Sono attese più di 200 persone, insieme ai leader religiosi della comunità islamica di Terni che, a vario titolo e in occasioni, hanno partecipato alle iniziative che la parrocchia di Santa Croce porta avanti durante tutto l’anno per sostenere l’integrazione degli immigrati, promozione sociale e culturale, aiuto concreto a chi si trova in difficoltà e ha bisogno di sostegno. «Insieme, cristiani e musulmani, vogliamo così celebrare la comune radice abramitica delle tre religioni monoteistiche, ebraismo, cristianesimo e islam, che sostanzia e motiva il desiderio di camminare insieme in un cammino sempre più fecondo di integrazione e convivenza».

 
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