Foggia ricorda Matteotti – Taranto Buonasera – .

Foggia ricorda Matteotti – Taranto Buonasera – .
Foggia ricorda Matteotti – Taranto Buonasera – .

Un pomeriggio ricco di emozioni a Palazzo della Città. A cento anni dal discorso di Montecitorio il Comune di Foggia voleva ricordarlo statista socialista e antifascista con un mostra bibliografica è un conferenza tematica.

Si è svolto lo scorso 11 giugno l’evento organizzato dal Comune di Foggia, dall’Università degli Studi di Foggia, dall’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dalla Biblioteca Magna Capitana di Foggia.

Dopo l’inaugurazione della mostra, allestita nell’atrio della Sala Consiliare, è seguito il convegno con i saluti del sindaco di Foggia, Maria Aida Episcopodel presidente del Consiglio Comunale Lia Azzaronedel rettore dell’Università di Foggia Lorenzo Lo Muzio e il presidente della sezione di Foggia della Società di Storia Patria Mario Freda.

Ospite della giornata Elena Matteottinipote di Giacomo, intervenne:

  • Giulio De SantisAssessore alla Legalità del Comune di Foggia, con la relazione dal titolo “L’impegno del Comune di Foggia per la legalità e l’importanza di ricordare Giacomo Matteotti”;
  • Giovanni SardaroRicercatore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, con la relazione su “Giacomo Matteotti: la tenace lotta politica di un riformista”;
  • Teresa RauzinoPresidente della Sezione Garganica della Società di Storia Patria per la Puglia, con un intervento su: “L’azione di Mauro del Giudice, il magistrato garganico che indagò sul processo Matteotti”.

L’On. Claudio Signorileha concluso i lavori con l’intervento “Giacomo Matteotti: morte e rinascita di un socialista intransigente”:

«Matteotti non era un intellettuale o una figura il cui punto di riferimento fosse un partito elitario – così ha esordito Signorile. Matteotti si è battuto come rappresentante e portatore degli interessi di un territorio: è vivo e forte, in quel periodo, non come leader politico di minoranza, ma come organizzatore di leghe, vivificatore di sindacati, realtà capace di dare respiro e forza alla i Comuni. Matteotti, da questo punto di vista, se non lo leggiamo come una figura radicata nel territorio e operante politicamente in rappresentanza ed espressione del territorio che lo esprimeva, non lo capiamo. Ed è forte capirlo, farsi carico dopo tanti anni di quello che Gramsci ingiustamente definì “La solitudine di Matteotti” ma per noi è importante sapere che Matteotti era effettivamente in minoranza perché in minoranza erano i riformisti».

«Matteotti, era uno figura di grande modernità non solo concettuale, ma soprattutto politico. Comprende l’importanza dei legami e dei rapporti internazionali, non della terza Internazionale rivoluzionaria ma della Seconda Internazionale riformista, con la quale si collega al nuovo partito socialista unitario di cui sarà segretario, con il quale intrattiene forti rapporti grazie al suo rapporto con l’austro-marxismo che non è teorico e concettuale, è politico. Austro-marxismo nei suoi aspetti pratici si basava sul sistema di organizzazione territoriale: cioè Matteotti. Ed è per questo che viene ucciso.”

 
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