«Porto Bari e la Costituzione nel cuore» – .

«Porto Bari e la Costituzione nel cuore» – .
«Porto Bari e la Costituzione nel cuore» – .

In questa storia bella da raccontare e che parte da Bari per poi finire sulle prime pagine dei giornali, anche nazionali, i numeri fanno la differenza e sorprendono chiunque li legga: la prima bambina a cinque anni, il diploma a sedici , la laurea a venti e a ventidue il titolo di avvocato. Tempi da record per un ragazzo responsabile che sembra voler godersi la vita come i suoi coetanei. Lui è Nicola Vernola, classe 2001, barese e con una grinta mai sopra le righe. Il titolo, come un Guinness dei primati, è ormai bianco e nero e rimbalza su tutti i social: nel 2022 il laureato più giovane d’Italia e nel 2024 l’avvocato più prematuro del Bel Paese. Oggi lavora nello studio romano Chiomenti, con sede davanti al Quirinale, specializzato in diritto tributario.

Avvocato, le ha dato fastidio lavorare così tanto per raggiungere certi obiettivi così presto?

«Il mio avanzamento di orario durante gli anni scolastici è stato fruttuoso. Ho interagito con i compagni di classe più grandi fin da quando ero piccola, ovviamente, ma non ho avuto nessun tipo di problema a riguardo. Nessuno infatti mi ha mai fatto preoccupare della differenza di età e per me studiare era quindi normale, come per gli altri. I traguardi da te citati sul tema del tempo sono stati resi possibili anche grazie al liceo che ho frequentato a Bari, il classico internazionale presso l’istituto “Orazio Flacco” e che dura quattro anni”.

Quali sono gli argomenti che ti sono più congeniali?

«All’inizio italiano e ancor più matematica».

La scelta di studiare Giurisprudenza è stata frutto di un clima familiare, visto che i tuoi genitori sono avvocati?

«Mi hanno dato la massima libertà e di questo li ringrazio. Ricordo che la mia predisposizione e curiosità verso le materie giuridiche è iniziata anche con la tesina preparata per l’esame di terza media sul tema della Costituzione italiana”.

Pronunciare il cognome Vernola in Puglia significa inevitabilmente ricordare il nonno paterno, Nicola, avvocato ed esponente della Democrazia Cristiana, scomparso nel 2000: non lo conosceva, ma avrà sentito parlare di lui…

«Sì e sempre in termini positivi, soprattutto fuori casa, da chiunque. E questo mi rende davvero orgoglioso”.

Anche a te piace la politica?

«Mi informo ma sono concentrato sullo studio della Costituzione partendo dai fondamenti fondamentali della nostra natura di Stato democratico».

Ti manca la tua terra natale?

“Molto. Roma è splendida ma Bari è nel mio cuore. Ho tanti amici e torno appena posso. Poi mi aspetta lo stadio, sono un tifoso appassionato”.

E la storia scritta su altri giornali che racconta del suo sogno di diventare presidente del Bari?

“Il mio era solo uno scherzo.”

Studiare è davvero tutto per te?

“Affatto. Il lavoro non deve essere totalizzante. Credo che il trucco sia mantenere la calma e cercare anche altri interessi: solo così puoi avere l’energia giusta per dedicarti allo studio o alla professione”.

E quali passioni hai oltre al calcio?

«Il tennis e, dopo le vittorie di Sinner, questo sport mi piace ancora di più».

Come immagini il tuo futuro?

«In questo studio romano mi sento molto a mio agio e ho tutto da imparare, giorno dopo giorno, nonostante le difficoltà di questo settore. E’ un lavoro che richiede aggiornamenti continui, ma sono contento. Ecco, senza voler essere scontato, un altro segreto per essere felici è trovare un lavoro di cui divertirsi con entusiasmo”.

Ti vedi proiettato anche in altri ambiti?

«Mi affascina anche la carriera universitaria ma ora non ho particolari aspettative: devo imparare e crescere professionalmente».

Quali vantaggi hai ottenuto perdendo tempo?

«Innanzitutto garantirsi la possibilità di recuperare il tempo perduto e quindi di rimettersi in carreggiata. Intanto ora non vedo l’ora di tornare a Bari per riabbracciare amici e parenti, con mio fratello Michele e mia sorella Mariaiole ma per tutti “Ioiò””.

Un’ultima battuta sulla “tua” Puglia?

«Nella Capitale se ne parla molto bene e, con il G7, il Tacco d’Italia era al centro del mondo. Tifo il Bari calcio e la mia città”.

 
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