Avvocato e cliente intercettati. Richiesta di censura nei confronti di due ex dirigenti della Squadra Mobile di Cosenza – .

COSENZA Un’intercettazione tra un avvocato cosentino e il suo assistito finisce nel vivo delle indagini”Recupero“, coordinato dalla Dda di Catanzaro contro il traffico di droga a Cosenza. La Camera Penale di Cosenza, con un comunicato, ricorda l’episodio ed esprime solidarietà all’avvocato.

La nota della Camera Penale

«L’intercettazione tra avvocato e cliente: un atto indegno di un Paese democratico. Il vizio atavico di certa magistratura investigativa: intercettare e utilizzare le conversazioni tra l’avvocato e il suo assistito in un procedimento penale. L’ultimo caso ci è stato segnalato dall’avvocato Gianpiero Calabrese, il quale, negli atti di un certo procedimento, ha letto le trascrizioni di sedute professionali avute con un suo cliente e commentate eccentricamente dalla polizia giudiziaria. L’avvocato Calabrese ha rivolto la formale richiesta di censura alla Procura Generale e Distrettuale nonché al Questore; ogni valutazione di merito è pertanto rimessa al conseguente procedimento amministrativo. Ma non possiamo restare in silenzio. Va detto e denunciato, a gran voce, che ascoltare una conversazione tra un avvocato e un cliente è un atto indegno di un Paese democratico. La legge prevede l’inutilizzabilità di tale ascolto e – nonostante la giurisprudenza abbia previsto una possibilità condizionale – la magistratura dovrebbe essere unanimemente refrattaria alla regola del “prima ascolta e poi vedi”. Il problema è del tutto culturale e deriva da una concezione distorta e ignorante della Toga che sopravvive ancora oggi in alcuni ambiti giudiziari e che tenta di far apparire socialmente l’Ordine come complice del delitto piuttosto che come tutore e tutore della legge. Tutto ciò è intollerabile! La magistratura e la polizia giudiziaria devono sempre tenere presente che le prerogative del difensore – se non possono tradursi in garanzia di immunità – non devono trasformarsi in motivo di sospetto per la professione forense, perché la cultura della giurisdizione Non appartiene solo a pubblici ministeri e giudici, ma è, per Costituzione, l’essenza della cultura liberale degli avvocati.
Solidarietà incondizionata alla Toga dell’avvocato Gianpiero Calabrese.

La lettera dell’avvocato Calabrese

L’avvocato Gianpiero Calabrese scrive una lettera indirizzata al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro, al Capo della Polizia e alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Nella lettera l’oggetto è la richiesta di censura nei confronti del medico. Fabio Catalano e il dottor Angelo Padovano, ex dirigenti della Squadra Mobile della Questura di Cosenza. «In data 6 giugno 2024 alcuni colleghi mi avvisavano che nel corso della lettura degli atti contenuti nel fascicolo della Procura della Repubblica di Catanzaro (operazione Recovery) avevano potuto constatare la presenza di un sottofascicolo all’interno del quale risultavano
erano appunti di PG riguardanti i miei clienti (fratelli Mario e Candido
Perri) e la mia persona. I colleghi mi hanno informato della gravità di alcuni commenti riportati sugli appunti scritti dagli (allora) due funzionari della Polizia di Stato, ex dirigenti della Squadra Mobile della Questura di Cosenza. Sorpreso e stupito soprattutto perché questi “commenti” provenivano da due dirigenti della Squadra Mobile della Questura di Cosenza e vista la grande fiducia e ammirazione che nutro per questa amministrazione, non immaginavo e credevo possibile quanto mi è stato riferito”. Questo l’incipit della lettera. Continua l’avvocato. «Faccio l’avvocato da oltre 26 anni e una cosa del genere non mi era mai successa, anzi in passato (ultima operazione Rango/Zingari) dagli atti di indagine della Procura. penna. è emerso che il sottoscritto Avvocato era stato “frequentato” da un certo delinquente per non aver ottemperato ad alcune richieste pregiudizievoli per il suo assistito”.

I commenti sulle intercettazioni

L’avvocato si sofferma poi sul commento della nota relativa all’intercettazione telefonica in discussione. «Non so dove il dottor Catalano riscontri nell’intercettazione tra il sottoscritto e i suoi assistiti un comportamento o un consiglio “evidentemente contrario all’etica forense” (…) Dall’intercettazione non risulta chiaro dove e come tale comportamento “eticamente scorretto” sarebbe avvenuto, a meno di non procedere con una “lettura” distorta e pregiudiziale. Da quanto scrive l’avvocato, Padovano, come Catalano, ha sottolineato il “tono amichevole” del colloquio tra l’avvocato e il suo assistito. «Perri Mario ha contattato il calabrese con l’unico scopo di ottenere nuovamente consigli, sempre sotto un profilo amichevole, riguardo al miglior comportamento da adottare in futuro… il calabrese ha suggerito a Perri alcune risposte, evidentemente mendaci…». E’ la nota di Padovano riportata nella lettera firmata dall’avvocato Calabrese. Colui che risponde sostenendo che quanto osservato “non corrisponde alla verità attesa che a Perri Mario non sono state fornite false risposte, ma solo legittime considerazioni, domande e ipotesi”. E ancora, «il sottoscritto ha detto al cliente Perri Mario, se fosse stato ascoltato dalla Polizia, di dire la verità solo la verità: “dire la verità”». Per questi motivi l’avvocato chiede “di adottare ed emettere le opportune e necessarie misure di censura”. (FB)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Abbastanza clicca qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Jannik Sinner al secondo turno ad Halle, prima vittoria da numero 1 – .
NEXT Si tuffa nel fiume a Ponte Lambro vicino a Como e non riemerge, 19enne muore mentre viene trasportato in ospedale – .