«Io, alfiere del Tricolore a Parigi con la Puglia nel cuore» – .

Padre Giuseppe gli diceva sempre di pensare che era l’ultimo. Per vincere ogni sfida, per vincere l’avversario. E di essere il primo.

Luca Mazzone ha seguito alla lettera quel consiglio e, nonostante già cinque partecipazioni ai Giochi Paralimpici con 3 ori e 5 argenti vinti, il consiglio di papà Peppe continua ad essere il filo conduttore della sua vita, segnata 34 anni fa da un maledetto incidente. Era il 5 luglio 1990 quando accadde qualcosa che segnò profondamente la sua esistenza: Luca si trovava a Giovinazzo, al mare e mentre si divertiva con i suoi amici, accadde che, a causa di un tuffo, colpì uno scoglio. Subì una lesione al midollo spinale che da quel momento lo rese paraplegico.

Quello è stato il giorno della tragedia ma anche il giorno della rinascita di Luca Mazzone. Da quel momento iniziò l’eterna sfida dell’uomo e atleta originario di Terlizzi che, memore dei consigli del padre, sul campo sportivo (e non solo) vinse più volte i suoi avversari. Ma soprattutto ha ripetutamente conquistato se stesso. Con passione, forza di volontà e spirito di sacrificio.

Proprio per questo il plurimedagliato campione di handbike Luca Mazzone (insieme alla velocista di atletica leggera Ambra Sabatini) è stato scelto come portabandiera della squadra italiana ai XVII Giochi Paralimpici Estivi di Parigi 2024.

È quanto ha deciso il Consiglio direttivo del Comitato Italiano Paralimpico su proposta del presidente del CIP Luca Pancalli. Luca Mazzone e Ambra Sabatini hanno ricevuto, nei giorni scorsi, nei giardini del Quirinale, il tricolore direttamente dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e, insieme, avranno il compito di guidare la delegazione italiana in occasione della la cerimonia di apertura dei Giochi, in programma mercoledì 28 agosto.

«A Luca Mazzone – ha detto il Capo dello Stato alla presenza di atleti e dirigenti sportivi – vorrei dire che lo considero, lo consideriamo tutti un emblema di come sia possibile riunire aspetti apparentemente distanti nel tempo e nella argomento, in oggetto. Quella di mettere insieme l’esperienza paralimpica nel nuoto e nel ciclismo e partecipare a sei Paralimpiadi. È davvero una dimostrazione di coerenza e versatilità.”

Mazzone, orgoglio della Puglia sportiva, si è avvicinato per la prima volta al nuoto, con il quale ha preso parte a tre edizioni dei Giochi Paralimpici: Sydney 2000 (dove ha vinto 2 medaglie d’argento, nei 50 e 200 stile libero), Atene 2004 e Pechino 2008. Dopo Pechino è dedicata al ciclismo. Nella specialità handbike ha partecipato ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 e Tokyo 2020, collezionando 1 oro nella cronometro, 1 oro nella staffetta a squadre e 1 argento nella corsa su strada in Brasile, 1 oro nella staffetta a squadre, 1 argento nella la corsa su strada e 1 argento nella cronometro in Giappone. Ai Mondiali di ciclismo, dal 2013 ad oggi, vanta 18 ori, 3 argenti e 3 bronzi.

«La cerimonia di assegnazione del Tricolore, non lo nego – commenta Luca Mazzone – mi ha commosso. Così come mi ha commosso quello che mi ha detto il presidente Mattarella che riesce sempre a trovare le parole giuste per tutti. Mi ha stretto la mano e mi ha detto: “Luca, siamo pronti per la tua sesta Paralimpiadi?”.

Lui, il fuoriclasse pugliese, seguito dal tecnico piacentino Michele Maggi, si prepara duramente per sbaragliare i suoi avversari anche a Parigi. Dieta ferrea, duri allenamenti on the road ora nelle campagne tra Ruvo, Terlizzi, Corato e Castel del Monte e, tra pochi giorni, anche sulle montagne abruzzesi di Campo Felice, non spaventano più di tanto Luca.

Luca, cosa significa essere un alfiere del Tricolore?

«È un onore a cui mai avrei pensato e che mi ripaga di tanti anni di attività sportiva. Spero che la mia storia e i miei sacrifici siano di esempio per tanti giovani, non solo per chi ha avuto un incidente come il mio ma anche per chi sta vivendo un momento particolarmente drammatico della propria vita. Chiunque, vendendo me o noi, può riscattarsi senza crollare”.

Cos’è la disabilità per Luca Mazzone?

«La disabilità è una cosa complessa e non è solo una limitazione del corpo o delle attività cognitive. È un’esperienza fisica, è anche un’esperienza culturale e sociale quotidiana. Siamo molto sensibili nel percepire il disagio che gli altri provano quando si relazionano con noi. Altre volte le nostre difficoltà si amplificano di fronte alle barriere architettoniche che, per colpa di alcuni enti preposti, continuano a “disabilitarci”.

Dopo Parigi punterete alla settima edizione dei Giochi Paralimpici?

“Chi lo sa. La vita va vissuta: incontri una persona che ti offre nuovi stimoli. Me lo sono chiesto dopo le Paralimpiadi di Pechino del 2008 quando ho conosciuto il mio amico Vittorio Podestà e grazie a lui mi sono ritrovato a gareggiare alle Paralimpiadi successive e, grazie alle luci, ho acquisito la forza per combattere. Ho visto l’handbike per la prima volta a Pechino e me ne sono subito innamorato, chiedendo informazioni a Vittorio Podestà su come funzionava. Non ho mai avuto dubbi nel voler iniziare quest’avventura dopo aver appeso il costume al chiodo”.

Cosa rappresenta per te lo Sport?

«Il bello dello sport è che permette di socializzare, rende consapevole del proprio corpo ed è sano. Non posso vivere senza lo sport e le sfide. Con lo sport ho superato i miei limiti”.

Come vedi il tuo futuro?

«Ho tanti progetti in cantiere, uno di questi è poter aiutare le nuove generazioni ad avvicinarsi al mondo del paraciclismo, magari all’interno della Nazionale».

Luca Mazzone è l’unico pugliese ad essere il portabandiera dell’Italia alle Paralimpiadi 2024. Altro ottimo portabandiera della Puglia alle Olimpiadi è stato la “Freccia del Sud” Pietro Mennea, campione indimenticabile.

«Porterò la Puglia nel cuore quando sventolerò il Tricolore a Parigi», conclude il super Luca che, intanto, non lo nasconde, attende un «in bocca al lupo» anche dal governatore della sua amata Regione.

 
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