Assenze giustificate
I dati più completi sono quelli elaborati da Openpolis. Nonostante i lavori parlamentari si svolgano dal martedì al giovedì (salvo rare eccezioni) e nonostante le regole lassiste, nell’attuale legislatura l’assenza media è del 30,6% a Montecitorio e del 21,6% a Palazzo Madama. C’è il caso del deputato siciliano Antonino Minardo (spostato da Forza Italia, poi Lega e ora al Gruppo Misto): alla Camera ha partecipato con 47 voti (0,63%). Ma essendo presidente della Commissione Difesa, è in missione per la maggior parte del tempo, 7.419 volte, il che rende la sua percentuale di presenza molto alta: 99,44%. Anche il deputato Giulio Tremonti (Fratelli d’Italia) è molto spesso in missione: 6.500 volte. Ha 266 voti alla Camera, pari al 3,54% del totale, ma la percentuale di presenza è del 90,12% giustificata dal fatto che è presidente della Commissione Affari Esteri, membro della Commissione Finanze, e fa parte del Parlamento italiano. Delegazione all’Assemblea parlamentare della NATO. Il senatore Guido Castelli (Fdi) commissario per la ricostruzione delle zone colpite dal sisma, ha una percentuale di presenze del 14,64%, ma alla fine era presente per l’86,69%. Il punto è: chi verifica l’effettiva partecipazione alle missioni? Dal Poggetto dice: «il margine di discrezionalità è molto ampio e non è possibile sapere se alla fine si tratta di missioni camuffate o vere e proprie». C’è anche chi non ha alcun ruolo, come il senatore Claudio Borghi (Lega): presenza del 35,10%, comunque con un buon numero di partenze per le quali è presente per l’87,57%. Poi ci sono i leader del partito: Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte (M5S) hanno registrato rispettivamente il 24,2% e il 26,74% delle presenze, mentre Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azioni) hanno il 53,59% e il 51,86%. Assenze ovviamente giustificate.