L’indifferenza del re e della sua corte – .

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L’indifferenza del re e della sua corte – .
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“Ci sono alcune iniziative del Consiglio comunale, di cui Ravenna in Comune si è occupata e preoccupata in questi giorni, mesi e anni, che apparentemente non hanno nulla tra loro che possa accomunarle. Pensiamo alla decisione di agevolare in qualsiasi modo l’installazione di un terminale di rigassificazione davanti alle spiagge turistiche dei lidi ravennati, ribaltando la decisione opposta presa invece dalla precedente amministrazione comunale. Oppure il tappeto rosso steso davanti all’ENI e la delirante opzione del cane a sei zampe per lo stoccaggio della CO2 sotto i nostri mari con costi e impatti imprevedibili per le sue dimensioni colossali. O, ancora, la realizzazione del raddoppio del palazzetto dello sport proprio accanto a quello attuale, dedicando praticamente tutti i finanziamenti allo sport. Ma si potrebbe aggiungere la breve bretella di Porto Fuori con la connessa cementificazione del territorio a dispetto della stessa. E il cosiddetto parco marittimo che di parco ha ben poco poiché abbatte alberi, attraversa pinete e usa (anche) come sfondo i rifiuti di plastica. Senza dimenticare la torre di trasmissione al centro di un parco cittadino, il “Giardino Maria Montessori” a pochi metri da case e scuole. E le torri Hamon già demolite con il tacito consenso del sindaco e dei complici. Così come l’imminente sepoltura a Classe di un notevole reperto archeologico dopo quello già rinvenuto in piazza Kennedy. Né dimentichiamo lo spegnimento di tutta l’illuminazione pubblica con la scusa di onorare un impegno di risparmio energetico contestualmente al via libera ad una pista di pattinaggio ad alta intensità energetica (e poco importa che abbiano cancellato la prima e la il secondo divenne annuale). E poi ci sono i supermercati rimasti a spuntare come funghi dopo la pioggia. E le nuove case in un comune dove sono già 30mila rimaste desolatamente vuote. Potremmo continuare quasi all’infinito ma crediamo di aver reso sufficientemente l’idea.
Se siamo già noi a sostenere che tutte queste decisioni non possono essere ridotte a un’unica categoria tematica, perché metterle insieme e, anche un po’ meticolosamente, elencarle una per una? Perché rappresentano il tratto distintivo delle due Amministrazioni de Pascale, questa e la precedente, senza differenze significative. Cioè il totale, persistente, reiterato disinteresse per la volontà dei cittadini, nel loro complesso o nei diversi territori, a partire dal momento successivo alla chiusura delle urne e fino al voto successivo. Con diverse gradazioni, a dire il vero. A volte le decisioni vengono prese senza preoccuparsi di consultare gli abitanti, è vero. Ma in altre occasioni va ancora peggio. I territori vengono consultati, nelle forme opportune, per quanto carenti, e poi fanno esattamente il contrario di quanto emerso dall’esercizio democratico. Pensiamo ad esempio allo svincolo e alla cementificazione del Porto Fuori. La Giunta Territoriale Darsena dell’11 maggio 2020 si è espressa negativamente in merito alla sua attuazione. Anche noi come Ravenna in Comune abbiamo votato contro pur prevedendo, come dicevamo allora, che quando “il Consiglio Comunale sarà chiamato a dire l’ultima parola su questo progetto e sul suo verdetto, molto probabilmente ribalterà la volontà del territorio”. La profezia non era difficile e puntualmente si è avverata…
Circolano voci su una possibile conclusione anticipata del Consiglio a causa di un gioco di domino innescato dalle prossime dimissioni di Bonaccini dopo l’elezione al Parlamento europeo. Non abbiamo una palla di vetro attraverso la quale osservare cosa ci riserva il futuro. Come Ravenna in Comune, però, possiamo far tesoro delle esperienze passate per intuire una continuità di questa Amministrazione nel suo comportamento poco attento nei confronti dei cittadini fino all’ultimo giorno. Non possiamo che augurare a Ravenna che l’attesa sia breve e che si lavori per un futuro migliore per tutti. Certamente senza de Pascale e la sua corte le prospettive non potevano che migliorare”.

Ravenna in Comune

 
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