Reggio Calabria sciolta per mafia? C’è l’ombra della Commissione Accesso al Comune. Se confermato, cosa potrebbe succedere? – .

Di GiLar

Voci provenienti direttamente da Roma gettano sospetti sull’imminente arrivo della Commissione di accesso predisposta dalla Prefettura di Reggio Calabria, al Comune guidato dal sindaco Giuseppe Falcomatà.
Dopo l’inchiesta denominata “Ducale” dalla Procura di Reggio che martedì scorso ha portato all’arresto di 14 persone e oltre 20 indagati con la gravissima accusa di scambio elettorale politico-mafioso, e che ha coinvolto anche il sindaco Giuseppe Falcomatà, l’amministrazione comunale consigliere del Pd Giuseppe Sera e il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Giuseppe Neri, per questi ultimi due la Procura aveva chiesto gli arresti, ma questi sono stati respinti dal gip.
Di fatto, se fosse vero, si tratterebbe di una sorta di “atto dovuto”, visto quanto trapelato dalle carte giudiziarie e nei verbali in cui è emerso un potenziale “scambio politico-imprenditoriale-mafioso”.
Ovviamente la Prefettura mantiene la bocca serrata, ma una sorta di automatismo sarebbe a questo punto inevitabile perché l’ombra della ‘ndrangheta sulle elezioni 2020 e 2021 ha di fatto scoperto un presunto “vaso di Pandora” con le indagini.
Ovviamente, al di là di ogni allarmismo o qualora la notizia risultasse vera, l’istituzione di una commissione di accesso non significa lo scioglimento automatico del Consiglio Comunale, bensì decorso il termine stabilito dalla legge che va dai tre mesi, rinnovabile per altri tre mesi , in cui la commissione dovrà accertare se sussistano o meno elementi su cui basare la proposta di scioglimento comunale, rappresentati dai difetti e dalle anomalie dell’azione amministrativa dell’ente, sempre inerenti alla presunta infiltrazione di criminalità organizzata.
In caso positivo, la relazione con la proposta di scioglimento dell’ente viene trasmessa al Ministro dell’Interno affinché valuti il ​​provvedimento finale e venga deciso su sua proposta dal Consiglio dei Ministri e da lì, il commissariamento prefettizio. che avrà una durata di 18 mesi, prorogabile fino a 24 mesi (regolamentato dal TU degli Enti Locali all’art. 143).
Oltre alle indagini a Reggio Calabria della Procura guidata da Giovanni Bombardieri, con gli assistenti Stefano Musolino e Walter Ignazitto e il sostituto procuratore Salvatore Rossello sulla parte politica con Falcomatà, Sera e Neri, la nomina di Daniele Barillà, figlio genero del boss Domenico Araniti che avrebbe fatto tesoro di foto, secondo gli atti dell’inchiesta, con presunte frodi elettorali, schede pre-votate inserite nelle urne da due scrutatori compiacenti e regolarmente trascritte a verbale – Barillà nel 2020 e nel 2021 sarebbe hanno cambiato l’esito delle Regionali (facendo eleggere l’ex PD Giuseppe Neri con Fratelli d’Italia) e delle Comunali di Reggio con Giuseppe Sera. Ma tutto è da dimostrare e lo si vedrà man mano che proseguirà l’evoluzione giudiziaria degli eventi.
Il Consiglio comunale di Reggio Calabria era già stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2012 e all’epoca sindaco era Demi Arena e l’allora ministro dell’Interno Cancellieri parlò di “Un atto doloroso, compiuto in favore della città”, a seguito di una pesantissima La relazione del prefetto.
Attendiamo ora ulteriori sviluppi sia che la notizia sia vera sia che sia un rumor infondato, perché se la prima si realizzasse inizierebbe un altro percorso di sconfitta della democrazia e un calvario per una città metropolitana e per i cittadini che la abitano. Perché quando un Comune viene sciolto pesantemente a rimetterci non sono solo i politici, ma anche e soprattutto le persone che vivono in quella città.

 
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