grande partecipazione alla Messa solenne in onore di Sant’Antonio di Padova – .

Olbia. Quattro giorni intensi di festeggiamenti in onore di uno dei santi tra i più amati in Italia: Sant’Antonio di Padova (Lisbona, 15 agosto 1195 – Padova, 13 giugno 1231). Sant’Antonio è molto amato anche ad Olbia e ieri si sono conclusi i solenni festeggiamenti in suo onore. Il culto del santo Dottore della Chiesa, appartenente all’ordine francescano, è tra i più diffusi nel mondo cattolico. Patrono protettore dei viaggiatori, della famiglia, dei matrimoni e donne incinte, è invocato con fede in ogni avversità.

Ieri 16 giugno, ultimo giorno della festa patronale organizzata dalla parrocchia e dal comitato per i festeggiamenti di Sant’Antonio con il patrocinio del Comune di Olbia. La solenne processione è stata accompagnata dal coro “F. Mibelli” di Olbia e i gruppi folk di Olbia, Tempio Pausania, Oristano, “Santu Jacu” di Orosei, “Li Femini di Gaddura” di Loiri Porto San Paolo e dal coro “Stellaria Santu Nigola” di Brunella e dal Confraternita di Santa Croce. Al termine della passeggiata di preghiera per le vie del rione Sant’Antoneddu, i fedeli si sono riuniti attorno all’altare allestito nella grande piazza intitolata al santo patrono.

La Messa solenne, animata dai canti sardi del Coro “Stellaria Santu Nigola” di Brunella diretto dal maestro Luigino Cossu, era presieduto dall’arcivescovo metropolita di Sassari Gian Franco Saba, vicino a lui, Don Theron Oscar Casula, parroco di San Michele Arcangelo e Sant’Antonio. Una Messa sentita e partecipata che, tra le autorità civili, ha visto la presenza di Angelo Cocciu, consigliere regionale; Sabrina Serra, vicesindaco e assessore alla cultura del comune di Olbia; e il consigliere comunale Maria Antonietta Cossu.

L’arcivescovo di Sassari, mons. Saba, dopo aver ringraziato tutti i presenti, le autorità civili, le confraternite e tutti i rappresentanti del mondo artistico provenienti dalle diverse parti dell’Isola, ha ricordato la profonda devozione degli olbiesi verso il santo francescano di origine portoghese. Lui che per primo è diventato testimone della vita di Gesù attraverso il lungo cammino terreno e la fiducia in Dio.

“Quanti piccoli pellegrinaggi si fanno e sono stati fatti prima a questo piccolo santuario di Sant’Antonio, alle porte della città, della nostra città di Olbia, e poi alla chiesetta a lui dedicata: segno vivo di un popolo in cammino il movimento che, attraverso «l’intercessione dei santi, ripone la propria fiducia in Dio», spiega Saba nella sua toccante omelia. «Siamo chiamati a riscoprire il significato, il valore e l’importanza della fiducia in Dio. Viviamo in una cultura in cui la prestazione della persona umana. spesso viene messo in primo piano”, ha sottolineato l’arcivescovo metropolita nella sua riflessione. Un invito a considerare la fiducia in Dio come un elemento fondamentale dell’esistenza umana, soprattutto in un’epoca in cui l’autosufficienza e il successo personale sono spesso valorizzati sopra ogni altra cosa. Un messaggio, quello di Saba, che suggerisce che se è vero che le capacità umane possono portare a tanti successi, ci sono momenti nella vita in cui nasce il bisogno di una forza superiore. Il “cortocircuito” di cui parla l’omelia di ieri può essere interpretato come un momento di crisi, di malattia o di difficoltà in cui l’individuo si rende conto che non tutte le risposte o soluzioni sono raggiungibili con le sole forze umane, e che la spiritualità e la fede, la fiducia in Dio, anche attraverso i santi, possono offrire sostegno e guida in tali circostanze.

«Qui sant’Antonio è davvero il grande segno del santo al quale ci rivolgiamo per riportare a lui tanti bisogni, tanti interrogativi, tanti interrogativi. È un santo della fiducia, un santo che accompagna nel cammino ed è lui stesso che ha camminato nella sua vita perché, è vero che lo ricordiamo come sant’Antonio di Padova, ma veniva dal Portogallo, da Lisbona” Saba proseguì illustrando la vita straordinaria e il viaggio del Santo che lo portò a Padova.

Al termine della messa solenne, nella quale è stato distribuito il pane benedetto, la statua del santo patrono è stata riportata in processione nell’omonima chiesa di via Aspromonte. La serata si è conclusa in Piazza Etna con la festa folcloristica presentata da Rita Nurra: un connubio tra buona musica tradizionale, balli sardi e rinfresco per tutti.

 
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