Laurea in Medicina e Chirurgia a Treviso, ecco la nuova sede per i corsi in Fiera | Oggi Treviso

Laurea in Medicina e Chirurgia a Treviso, ecco la nuova sede per i corsi in Fiera | Oggi Treviso
Laurea in Medicina e Chirurgia a Treviso, ecco la nuova sede per i corsi in Fiera | Oggi Treviso

TREVISO – Una nuova sede a Treviso per gli studenti dei corsi di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova. Oggi, 17 giugno, in Fiera, il nuovi spazi con oltre 300 posti per gli studenti universitari grazie alla sinergia tra Regione Veneto, Università e Ulss 2 Marca Trevigiana.

La nuova sede di via Sant’Ambrogio 12, che ospiterà i corsi di laurea in Infermieristica, Medicina e Chirurgia e Igiene dentale, è composto da tre aule dedicate a personaggi illustri che hanno segnato la storia della medicina o legati al nostro territorio, più un Digital Lab con 58 postazioni PC per svolgere didattica innovativa attraverso le numerose piattaforme digitali disponibili e una sede per il personale del corso . Si tratta del terzo centro per la formazione degli studenti di medicina a Treviso che si aggiunge alla storica sede di via Venier e agli spazi messi a disposizione dell’Ordine dei Medici in attesa del campus universitario della Cittadella della Salute che dovrebbe essere pronto per la fine del 2025.

“Questo evento segna un momento di grande importanza – ha affermato l’ Magnifico Rettore dell’Università di Padova. È il frutto di una straordinaria sinergia tra Regione Veneto, Università di Padova e azienda Ulss 2. La nuova sede è sicuramente la chiave per affrontare con fiducia le complesse sfide del futuro perché si tratta di una risposta concreta alla crescente domanda di formazione nel settore sanitario, testimonianza della qualità dell’insegnamento, vista anche l’introduzione, nel prossimo anno accademico, del nuovo corso di Tecnici di Laboratorio Biomedico. La storia della Medicina è fatta anche di scelte coraggiose e innovative di uomini e donne che hanno saputo mettere in discussione le conoscenze acquisite e dobbiamo ricordarlo oggi quando inaugureremo spazi dotati delle più moderne tecnologie. tecnologie moderne a supporto della didattica innovativa, inclusivo, che riflette anche l’impegno del nostro Ateneo per un’istruzione equa. Si tratta di un nuovo hub che non solo arricchisce il nostro Ateneo, ma rafforza anche il legame tra il sapere accademico e le esigenze del territorio”.

“Oggi realizziamo un sogno che inseguiamo da tanti anni. Per arrivarci abbiamo sfidato la burocrazia, siamo finiti davanti alla Corte dei Conti perché qualcuno riteneva illegittimo il finanziamento di questa nuova sede – ha dichiarato il il presidente della Regione Veneto Luca Zaia -. Attualmente in Veneto mancano 3.500 medici, quindi voi rappresentate una nuova generazione, non solo per età, ma anche per professionalità, che sarà molto diversa dal punto di vista clinico. Affronterai un mondo digitale e avrai un paziente che potrà informarsi grazie alle nuove tecnologie. Spero che voi studenti di oggi possiate governare davvero questa rivoluzione perché la vostra sarà una professione che cambierà radicalmente. Spero che decidiate di praticarlo anche in Veneto, dove trovate un sistema sanitario che eroga 80 milioni di prestazioni sanitarie all’anno, 2 milioni di accessi al pronto soccorso, 64.000 dipendenti di cui 12.000 medici”.

“Abbiamo inaugurato delle aule belle e funzionali che abbiamo voluto dedicare a tre illustri personaggi del territorio, tra i quali vorrei ricordare, in particolare, la prima donna a laurearsi in medicina, Ernestina Carta, visto che attualmente i nostri collaboratori medici sono 57% donne. Questo titolo è dedicato al Magnifico Rettore dell’Università di Padova. Gli altri due titoli sono dedicati a Gerolamo Fabrici D’Acquapendente, in onore della Medicina, e a Francesco Gera, in quanto rappresentante del connubio tra scienza medica e valorizzazione del territorio, in omaggio al Presidente della Regione”, il parole del direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi. “Oltre a chiedere agli studenti di essere dei buoni professionisti, chiedo loro di imparare qualcosa che non si insegna nelle aule: la comunicazione con il paziente, la cura del rapporto umano”.


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