«Non ce la faccio più ad andare avanti» – Teramo – .

TERAMO. Lo aveva detto agli altri detenuti che avevano cercato di consolarlo dopo il rinvio dell’udienza al tribunale di sorveglianza: «Non posso più andare avanti così». Ora che la notizia di un altro suicidio nel carcere di Castrogno sposta il pendolo verso i lunghi ritardi dei procedimenti giudiziari, le ultime parole di Giuseppe Santoleri prima di soffocarsi con una corda raccontano di una tragedia annunciata. Con il nome del pensionato 74enne giuliano in carcere a scontare una pena definitiva a 18 anni per aver ucciso insieme al figlio Simone l’ex moglie Renata Rapposelli, pittore chietino, che diventa il 44esimo nell’elenco dei detenuti che si sono tolti la vita in Italia dall’inizio dell’anno. Numeri che mobilitano anche il Consiglio d’Europa che nella seduta di venerdì ha espresso grande preoccupazione, chiedendo al Governo di adottare misure urgenti.
Tragedie diverse che diventano il volto più drammatico delle carceri sovraffollate con gli agenti di polizia costretti a fare i conti con personale sempre più limitato. E con differenze che segnano la realtà. Come nel caso di Giuseppe Santoleri, malato da tempo: per lui nessuna autopsia, il pubblico ministero di turno ha già dato il via libera alla sepoltura, ma fino a ieri nessuno si è presentato all’obitorio per i funerali.
LE ISTITUZIONI
SI MOBILITANO
Dopo l’ultimo suicidio a Castrogno, il terzo in sei mesi, il sindaco Gianguido D’Albertoche in passato ha più volte chiesto l’intervento del ministro di giustizia Carlo Nordio, dice: «Non è più il tempo dei ricorsi. Ciò che accade nel carcere di Castrogno, dove da anni esiste una situazione di emergenza, può essere attribuito solo al silenzio e all’inerzia del Governo”. Il deputato dell’Azione Cesare Sottanelli, che ricorda di aver già rivolto a Nordio un’interrogazione sulla situazione di Castrogno rimasta senza risposta e una denuncia alla Procura, annuncia un question-time per chiedere interventi immediati del Governo. E la federazione provinciale del Partito Socialista di Teramo lancia la proposta per la creazione di un comitato permanente “Carcere e Territorio” da istituire in Comune o Provincia.
I NUMERI E L’ALLARME
DI ANTIGONE
Per l’associazione Antigone che si batte per i diritti dei detenuti: «I suicidi in carcere sono un’emergenza nazionale. Ariano Irpino, Biella, Sassari, Teramo sono i quattro carceri dove tra venerdì e sabato, in 24 ore, si sono suicidati gli ultimi quattro detenuti. Ultimo dei, finora, 44 che si sono tolti la vita in un istituto di pena nei primi 5 mesi e mezzo del 2024, uno ogni quasi tre giorni. Un numero che se continuasse a crescere a questo ritmo supererebbe il dato del 2022 con 85 suicidi”. L’associazione chiede a Governo e Parlamento di affrontare l’emergenza anche a fronte di una situazione di sovraffollamento “sempre più grave”, con oltre 14.000 persone detenute senza un luogo regolamentato, condizioni di vita sempre più difficili per i detenuti e lavoro estremamente faticoso per gli operatori penitenziari”. Per Antigone «occorre intervenire con misure che portino a una riduzione del carico sulle carceri attraverso la concessione di misure alternative; è necessario liberalizzare le telefonate dotando le celle di telefoni dove (ed è la maggioranza dei casi) non ci sono problemi di sicurezza rispetto ai contatti con l’esterno; devi assumere personale; è necessario ridurre il peso dell’isolante; dobbiamo modernizzare le pene detentive; la vita in carcere deve essere ricca di iniziative, senza ostacoli né burocrazie; non deve mai esserci violenza”.
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