“La sconfitta? Era necessario più tempo. E la comunicazione va migliorata” – .

“La sconfitta? Era necessario più tempo. E la comunicazione va migliorata” – .
“La sconfitta? Era necessario più tempo. E la comunicazione va migliorata” – .

Hanno perso la guerra, ma Fratelli d’Italia, avendo eletto alle comunali 5 consiglieri dell’opposizione su 11, rivendicano l’onore delle armi. “Con 7.098 preferenze e un peso politico in coalizione del 14,66%, il nostro è un risultato di tutto rispetto – afferma Serena Boresta, avvocato e segretario comunale di Fd’I – soprattutto se lo confrontiamo con le elezioni amministrative di cinque anni fa quando prendemmo 1.536 voti pari al 2,98%. Il sostegno nazionale e regionale ha sicuramente aiutato, ma va riconosciuto l’importante lavoro svolto sui territori. Tanto che il club è passato da 10 soci nel 2019 ai 70 attivisti di oggi e 400 iscritti. Numeri che cinque anni fa nemmeno ci sognavamo”. Nel 2019 gli eletti in Comune erano zero: Daniele Malandrino, il meloniano più votato all’epoca con 202 preferenze, si ritrovò tra i non eletti in Consiglio al posto del candidato sindaco Nicola Baiocchi, migrato all’assemblea regionale .

Boresta, ma in cosa ha fallito la coalizione?

“Nel tempismo e nella comunicazione. L’elettore del centrosinistra può esprimere la sua preferenza, l’elettore del centrodestra cancella il simbolo: è un aspetto su cui lavorare. Poi il tempo a disposizione per la campagna elettorale ha influito sul risultato: se avessimo avuto Mesi in più sarebbe stato meglio”.

Non tutti erano in ritardo come te…

“Abbiamo valutato una serie di candidati in modo unitario. La disponibilità di Lanzi è arrivata in quel momento”.

Ti aspettavi questo risultato? “NO. La sensazione sul campo è stata molto diversa: abbiamo avvertito in città, tra gli imprenditori e le altre categorie, un entusiasmo nei nostri confronti che pensavamo si sarebbe tradotto in consenso, ma così non è stato”.

Per Boresta i dati delle elezioni europee confermano che Fratelli d’Italia è cresciuta a livello locale: “nel 2024 – spiega – con il 27,38% e 13.377 voti, rispetto alle elezioni politiche del 2022 quando eravamo al 25,04% con 12.493 voti, siamo aumentati di mille voti e due punti percentuali”. La rimonta, però, è di respiro nazionale, sulla Fd’I locale convince meno gli elettori. Hanno votato diversamente alle comunali gli stessi pesaresi che hanno sostenuto la Meloni in Europa: sono stati 6.279, il 12,72% in meno. Perché? “Questo divario è visibile in tutti i partiti. È anche vero che incidere in un territorio come il pesarese, da oltre 70 anni in mano alla sinistra, è più difficile».

Solidea Vitali Rosati

 
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