il mostruoso sognatore e visionario – .

Nel racconto intitolato Il diavolo del campanilescritto da uno degli autori più affascinanti e grotteschi dell’Ottocento, racconta dell’arrivo improvviso di una strana creatura che trovò rifugio nel campanile del villaggio Vondervotteimittiss.[1] Solo più tardi, considerando la reazione dei pendoli che inspiegabilmente si attaccarono alle code dei gatti e dei maiali del paese, si scoprì che quell’essere era un mostro demolitore di antichi ordini. Proprio con la stessa dose di follia spericolata, visionaria e stregata, la curatrice Marta Pellerini affronta il tema del mostruoso con il progetto Sei stato tenuto sveglio tutta la notte, tenutasi alla British School at Rome fino al 21 giugno 2024, dove sono esposte le opere di Dario Carratta, Ginevra Collini, Aaron Ford, Eloise Fornieles, Kerstin Kartscher e Tura Oliveira. Inoltre, nell’intento dell’istituzione di instaurare un dialogo ricco e costruttivo, fungendo anche da catalizzatore di progetti artistici e culturali, nell’area espositiva si registrano interessanti partecipazioni di collaborazioni esterne e di artisti legati a corsi di studio presso lo stesso istituto.

AA.VV., “Eri tenuto sveglio tutta la notte”, a cura di Marta Pellerini, veduta della mostra alla British School at Rome, ph. credito Robert Apa, per gentile concessione della British School at Rome e degli artisti

In questo contesto siamo certi che il tema del mostruoso viene affrontato con forte lucidità critica da Pellerini che, come il personaggio del racconto, è capace di scardinare gli ordini normali, abbandonandosi a una pratica progettuale sognante e allucinata. In particolare, nella capacità di trovare un equilibrio tra indagine e corretto tema di ricerca, il progetto appare apparentemente scarno per la sua evidente semplicità, rivelando invece inaspettatamente singolari spunti critici. Così, proponendo accostamenti visivamente grossolani con opere realmente dissimili, il curatore inverte ingegnosamente l’attività di una normale pratica curatoriale, lavorando per dissociazioni e non per relazioni forzate. Gli artisti in mostra devono quindi essere analizzati in modo autonomo, altrimenti per contrasto, poiché le opere esposte sono prima di tutto esemplari e identificative della loro ricerca personale.

AA.VV., “Eri tenuto sveglio tutta la notte”, a cura di Marta Pellerini, veduta della mostra alla British School at Rome, ph. credito Robert Apa, per gentile concessione della British School at Rome e degli artisti

Questo è ciò che accade con Dario Carratta, che attraverso la raffigurazione di situazioni inspiegabili e apparentemente trascurabili si dedica a trattare il tema misterioso, piuttosto che quello mostruoso. Per l’artista la pittura è il linguaggio più naturale con cui esprimersi, vissuto come una sfida ad esternare ciò che il lessico normalmente non consente di formulare; ogni dipinto riecheggia momenti di grottesca surrealtà sicuramente derivanti da un sottosuolo onirico. È da questo terreno che emergono colori allucinati, toni aciduli e cangianti. Nonostante le opere siano scarne nei dettagli, sono necessari tempi di lettura dilatati che spingono a chiedersi da dove abbiano origine le sue visioni. Altrimenti Aaron Ford è influenzato dall’aspetto percettivo. L’artista tratta la pittura all’interno del perimetro di uno schermo visivo, deformando e schiacciando i soggetti: la memoria che lo ispira non è altro che un serbatoio di visioni, in cui forma e colore descrivono spazi per le impressioni. Si tratta, in altre parole, di un approccio fortemente equilibrato, dove l’immaginario fantastico, grottesco e la realtà si fondono. Di particolare interesse tra le opere in mostra, molto fedeli al tema della mostra, è quella con il supporto in vetro, in cui l’ombra di un’anima apparentemente dannata sembra tracciata da brandelli di fumo.

AA.VV., “Eri tenuto sveglio tutta la notte”, a cura di Marta Pellerini, veduta della mostra alla British School at Rome, ph. credito Robert Apa, per gentile concessione della British School at Rome e degli artisti

Tura Oliveira affronta il tema del mostruoso in maniera del tutto sperimentale, utilizzando materiali di riciclo e giocando con tecniche di disegno sui tessuti per individuare il delicato equilibrio tra la potenza dell’iconografia della Maddalena italiana del XVII secolo e la sua trasgressione. Vengono così tracciate linee severe e secche, mentre l’assenza di sfondo e di orizzonte enfatizza l’immobilità della figura, portandoci a immaginare una narrazione assurda e agghiacciante. Ginevra Collini, in modo del tutto singolare, presenta una bizzarra scultura frutto di un esercizio surreale di inquadratura e bilanciamento di geometrie distorte. L’opera adagiata a terra, come se fosse un insetto strisciante o comunque un susseguirsi di case in marcia, traccia il percorso di una scultura che è allo stesso tempo oggetto e luogo. Inoltre, si distingue tra tutte le proposte in esposizione per l’assenza di colori, giocando con le trasparenze. Sondando e ibridando linguaggi diversi, Collini tocca contemporaneamente la questione della narrazione e della plastica, intesa come artefatto creato simultaneamente a un’azione.

AA.VV., “Eri tenuto sveglio tutta la notte”, a cura di Marta Pellerini, veduta della mostra alla British School at Rome, ph. credito Robert Apa, per gentile concessione della British School at Rome e degli artisti

Anche Kerstin Kartscher presenta un’installazione fortemente visionaria, sia per non porre alcun limite riguardo ai materiali utilizzati, sia per intrecciare studi condotti sul tema dell’abitare e dell’appartenenza. Il risultato è un’opera caratterizzata da un mix espositivo, una fusione di stendini, carta e tende da sole che manifestano un’identità plurale e fluida, indagando il senso di adesione a un luogo. Kartscher intende infatti raccontare la storia di un territorio e il periodo della sua permanenza nella capitale con un linguaggio irrazionale, di bizzarra e genuina semplicità. I fili dell’abitudine si spezzano, caricandosi di nuovi significati, anche con Eloise Fornieles, che presenta un video che racconta la storia di una voce perduta, una miscellanea di simboli, misteri e frammenti di memoria. Quello dell’artista non è altro che il frutto di un’arte combinatoria in cui le sperimentazioni sulla propria identità caleidoscopica e irriverente vengono raccolte con un dizionario visivo di comportamenti intimi.

AA.VV., “Eri tenuto sveglio tutta la notte”, a cura di Marta Pellerini, veduta della mostra alla British School at Rome, ph. credito Robert Apa, per gentile concessione della British School at Rome e degli artisti

Nel complesso, quanto proposto dà spazio all’irreale piuttosto che al mostruoso, infatti ogni opera esposta è frutto di una curatela visionaria, sicuramente scardinando gli ordini classici: la stessa ispirazione che ha fatto impazzire gli orologi nel villaggio di Vondervotteimittiss, dove la cura delle cose era affidata ad uno spirito ribelle.

Maria Vittoria Pinotti

[1] Edgar Allan Poe, Il diavolo del campanileIn StorieLa biblioteca di Repubblica, 2003, pp. 78-79

Informazioni:

Dario Carratta, Ginevra Collini, Aaron Ford, Eloise Fornieles, Kerstin Kartscher, Tura Oliveira. Sei stato tenuto sveglio tutta la notte
A cura di Marta Pellerini
British School at Rome, Via Antonio Gramsci, 61, 00197 Roma
17/05/2024 – 21/06/2024
Dal lunedì al venerdì dalle 15:00 alle 19:00
https://bsr.ac.uk/

Maria Vittoria Pinotti

Maria Vittoria Pinotti (1986, San Benedetto del Tronto) è storica dell’arte, autrice e critica indipendente. Attualmente è coordinatrice dell’archivio fotografico di Claudio Abate e responsabile presso lo studio di Elena Bellantoni. Dal 2016 al 2023 hai ricoperto il ruolo di Gallery Manager in una galleria del centro storico di Roma. Hai collaborato con uffici ministeriali, come la Segreteria Generale del Ministero della Cultura e l’Archivio Centrale dello Stato. Attualmente collabori con riviste del settore culturale, concentrandoti su approfondimenti tematici dedicati all’arte moderna e contemporanea.


 
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