da Guglionesi a Petacciato, film documentario sui tratturi molisani – .

GUGLIONESI. Il grande tratturo L’Aquila-Foggia, da Guglionesi a Petacciato, e poi nell’entroterra, lungo il tratturo Celano-Foggia, per scoprire ciò che è ancora vivo e presente della millenaria civiltà della transumanza, sedimentata nelle tradizioni e nelle economie locali, nei dialetti, nella devozione religiosa, nella gastronomia e nella musica, di corridoi ecologici, e crocevia culturali, che come ha scritto l’archeologo e storico Sabatino Moscati, “hanno dettato la legge dell’insediamento e dello spostamento in Molise”.

Partita da Foggia, e dalla leggendaria dogana, verso L’Aquila e il Gran Sasso, la carovana “Le Via della Lana” attraversa il Molise, per scrivere un capitolo centrale del documentario destinato al mercato televisivo nazionale e internazionale, firmato da Kairostudio e il regista Daniele Di Domenico: un viaggio di oltre 240 chilometri, lungo il tratturo magno e gli altri tratturi reali, i sentieri erbosi che i pastori percorrono da secoli, insieme a milioni di pecore, dagli alpeggi estivi sugli altipiani appenninici molisani e abruzzesi, a quelli invernali quelli del Tavoliere delle Puglie, che dal 2019 l’UNESCO ha dichiarato patrimonio culturale immateriale dell’umanità.

L’obiettivo di raccontare in modo unitario la civiltà della transumanza, ovvero il complesso delle migrazioni stagionali ad ampio raggio territoriale attraverso le quali gli animali si spostano, seguendo determinati percorsi naturali, dalle regioni di pianura a quelle di montagna e viceversa, per sfruttare la complementarità dei pascoli .

Fu proprio il re a comprendere il grande potenziale economico nascosto in questa pratica secolare Alfonso d’Aragonache decise di istituire nel 1447 la Regia Dogana di Mena delle Pecore, dapprima con sede a Lucera, poi trasferita a Foggia dal figlio e successore Ferrante. A conferma di questa intuizione, tappa obbligata è stata Guglionesi, dove sono ancora ben conservati tratti di tratturi e numerose sorgenti, fondamentali per i pastori durante il periodo della transumanza, e dove rimane viva la tradizione delle arti tessili, legate anche alla lana, e quindi alla transumanza ed in particolare a quella del tombolo. E ancora Petacciato dove il tratturo corre parallelo al mare e alle sue splendide dune.

A dare il benvenuto alla troupe Le vie della lana è Bruno Pauraprofessore associato presso l’Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Agricoltura, Ambiente e Alimentazione, esperto di botanica, conservazione della natura ed etnobotanica.

“Ha ancora molto senso oggi tutelare e valorizzare i tratturi, anche se l’economia della transumanza è quasi scomparsa – spiega Bruno Paura -. Il tratturo è tecnicamente a tutti gli effetti una prateria secondaria, cioè indotta e mantenuta dall’intervento e dall’uso antropico, e rappresenta un corridoio ecologico in aree vocate all’agricoltura agricola. Dal punto di vista botanico non esistono comunità vegetali particolari ed esclusive, anche se i tratturi offrono un notevole servizio ecologico ecosistemico, in quanto arricchiscono il mosaico territoriale. incrementare localmente la biodiversità sia vegetale che animale della comunità,”.

E questo, prosegue il professor Paura, assume una valenza culturale: “lungo i tratturi si sono sviluppate tradizioni comuni, anche nell’utilizzo delle piante sia per uso alimentare che medicinale, per l’uomo e per gli animali. Ad esempio gli orapi o il cacigno, della stessa famiglia della cicoria e del tarassaco, il cui nome deriva dal latino caseus, a testimonianza che insieme al formaggio faceva parte dell’alimentazione di pastori e contadini. Ricordiamo anche l’achillea, pianta ferita, che curava le ferite, e il platano utilizzato contro le infiammazioni e la tosse, legato anche alle pratiche quotidiane della transumanza e infine la borsa del pastore, che veniva utilizzata anche per decotti che calmavano i postumi di una sbornia. Di fondamentale importanza erano le piante tintorie, come la camomilla tintoria e il guado, che venivano utilizzate per tingere la lana. L’utilizzo di queste piante, altro aspetto importante, è comune a tutti i territori attraversati dai tratturi, a conferma di come avessero la funzione di trasmettere conoscenze”.

Come accaduto in Puglia, e come accadrà in Abruzzo, la troupe de Le vie della lana esplora anche altri territori, allontanandosi dal tracciato del tratturo L’Aquila-Foggia, che coincide con l’asse narrativo principale.

A Lucito, in provincia di Campobasso, lungo il tratturo Celano-Foggia, a illustrare le potenzialità turistiche della civiltà della transumanza è Michele Cianciulloappassionato delle tradizioni locali, e tra gli animatori di “Cammina, Molise!”, che da trent’anni propone trekking lungo i tratturi con enorme successo.

“Il Molise è attraversato da grandi e importanti tratturi, e qui troviamo i tratti meglio conservati, che si sono salvati dal reinserimento, o dalla loro dismissione, e dalla successiva scomparsa per uso agricolo e cementificazione – spiega Cianciullo -. Sarebbe quindi importante moltiplicare gli sforzi per la loro valorizzazione, ad esempio garantendo una manutenzione annuale, coinvolgendo anche gli agricoltori limitrofi. Il rapporto costi-benefici sarebbe assolutamente positivo, e lo dimostrano le centinaia di persone che partecipano a ‘Cammina, Molise!’, incantate dall’unicità e dalla bellezza del paesaggio disegnato nei secoli dalla pratica della transumanza”.

La forma narrativa de “Le vie della Lana” è già stata sperimentata per la prima volta da Kairostudio nel 2022, per la realizzazione de “I Giganti del Mare”, un film documentario che racconta l’affascinante storia dei trabocchi, un viaggio di 130 miglia nautiche in barca a vela, lungo le coste dell’Abruzzo, Molise e Puglia.

È stato poi trasmesso su Raitre, all’interno del programma Geo, totalizzando uno share medio di oltre il 10%, pari a 1 milione di telespettatori, e attualmente distribuito sulla piattaforma Samsung TV, nei territori di Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda e Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Portogallo. Kairostudio srl è una società di produzione cinematografica e televisiva impegnata a promuovere i temi della sostenibilità. Dal 2007 collabora con istituzioni, università, centri di ricerca e aziende in Italia e all’estero. Ha partecipato a diversi programmi nazionali ed europei per il governo e lo sviluppo del territorio (PSR, Life Plus, Interreg, Agrip). Ha collaborato, tra gli altri, con la Rai per programmi storici come Geo e SuperQuark e con Rai Kids per lo sviluppo di contenuti per bambini, destinati ai canali Rai Yoyo e Rai Gulp.

Le vie della lana: da Guglionesi a Petacciato, docufilm sui tratturi del Molise

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