Perugia, il mistero dell’aggressione in strada: «Non c’è stata violenza»

Perugia, il mistero dell’aggressione in strada: «Non c’è stata violenza»
Perugia, il mistero dell’aggressione in strada: «Non c’è stata violenza»

PERUGIA – Un mistero nel mistero. Prima l’arrivo all’alba in ospedale, il racconto di una violenza sessuale appena subita, il tempo di riprendersi per fare il…

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PERUGIA – Un mistero nel mistero. Prima l’arrivo all’alba in ospedale, il racconto di una violenza sessuale appena subita, il tempo di riprendersi per fare la denuncia e, alla fine, la ritrattazione. “Non c’è stata violenza”. Una storia strana quella che arriva da San Sisto, con una 43enne che alle sei di lunedì mattina si è presentata decisamente sotto choc al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia, dicendo di soffrire a causa di un attacco che l’ha colpita. avvenuto in strada. La donna non è riuscita subito a ricostruire con precisione quanto accaduto, i suoi racconti sono apparsi subito molto confusi e vaghi. I medici che l’hanno soccorsa non hanno mostrato evidenti segni di lotta o di difesa, ma il suo stato di confusione e terrore sembrava certamente evidente.

Dall’ospedale, come ricostruito ieri, è iniziata come di consueto la telefonata alla polizia, per gli opportuni accertamenti partendo dall’ascolto della sua versione dei fatti. Da quanto si apprende – con la voce di una presunta vittima di violenza sessuale che, anche a causa della presenza dei militari, ha fatto rapidamente il giro del reparto di Ginecologia -, la donna, nonostante tutto, è riuscita a definire alcuni dettagli dei mostri. aveva in mente quel momento. Ha raccontato di essere uscita di casa nel cuore della notte per cercare una farmacia di turno per alcuni problemi che aveva da tempo. E lì, in mezzo alla strada, qualcuno l’avrebbe bloccata, coprendole anche gli occhi prima di violentarla. Con il dolore al basso ventre che la sua mente ha ricostruito così. Piccoli spiragli di ricordi, immagini scomposte nella memoria di lei, fino alla corsa in ospedale magari per avere conferme o smentite di quanto affermava di aver subito.
Non sarebbero state trovate prove di violenza, con la condizionale obbligatoria in un caso così delicato, ma in ogni caso la 43enne non è riuscita, in profondo stato di shock e confusione, a spiegare fino in fondo cosa le sarebbe potuto succedere. . Tanto che ha deciso, dopo qualche ora, di rinnegare se stessa e la prima versione di lei. Non è chiaro cosa sia successo, per strada e nella sua mente, attraverso gli occhi di chi era convinto di aver vissuto un incubo e dopo la vergogna di dover decidere che non era vero. Plausibile è anche l’ipotesi che alcuni farmaci presi per la sua patologia pregressa possano averla fatta cadere in un buco nero di paura e mostri, ma per ora almeno uno dei quartieri più popolosi della città può stare tranquillo sull’assenza di un orco. aspettando donne sole nell’oscurità.

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Il Messaggero

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