Roma, 2 lug. (askanews) – “Mentre mancano i centri sociali, una certa politica pratica il tiro al piccione contro i più piccoli, cercando di convincerci che i comportamenti negativi sono frutto del singolo, che quindi va punito, e non un peso da dividere tra tutta la comunità educativa. Oggi tocca a Zaia e alle baby gang, con la proposta di abbassare l’età della punizione giudiziaria. Sono frasi fatte che sottintendono una scarsa conoscenza della materia”: così l’autorevole pedagogista piacentino, Daniele Novara, interviene sul tema delle baby gang, bocciando la proposta del governatore del Veneto, Luca Zaia. “Continua senza sosta l’aggressione contro bambini e bambine, visti come un crogiolo di delinquenza, trasgressione, problemi psichiatrici di ogni genere e altre atrocità.
«Sono sconvolta nel vedere istituzioni che decidono di non investire nella prevenzione educativa, nel sostegno reale alla scuola e agli insegnanti, nell’aiuto educativo ai genitori», ha continuato Novara. «Il problema è chiaro. Si preferisce investire in strade, logistica e cantieri vari anziché puntare sulle generazioni future, dagli asili nido alla formazione, dalla scuola allo sviluppo professionale degli insegnanti», spiega l’autrice di libri come “Nessuno si educa da solo” (2023) e fondatrice a Piacenza del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Secondo Novara, «i ragazzi e le ragazze di quell’età, i preadolescenti, non possono essere processati né mandati in carcere minorile. Fortunatamente, le nostre leggi danno giustamente priorità agli aspetti di crescita formativa ed educativa piuttosto che alla persecuzione punitiva e giudiziaria. Un ragazzo che finisce in carcere, salvo rarissime eccezioni, non può che peggiorare i propri standard comportamentali imparando l’arte della violenza e della delinquenza». La formatrice e pedagogista invita a usare il buonsenso: «Bisogna insistere sugli strumenti educativi, promuovendo e finanziando comunità e centri di recupero. E risalendo la catena dei bisogni, forse comprendere le ragioni profonde che vedono genitori in difficoltà arrancare nel deserto dell’aiuto e nell’assenza di sostegno”. Infine la denuncia di una realtà che chi ha figli conosce bene: “I centri estivi, anche quest’anno, rappresentano un vero problema. Pagare dai 100 ai 150 euro a settimana non è da tutti, sono cifre davvero significative che non vanno scaricate sulle famiglie. Il carcere per i minori di 14 anni è un’altra cosa”, conclude Novara.