La mostra di Brian Eno da Michela Rizzo a Venezia – .

Per la terza volta multidisciplinare e visionario Brian Eno (Melton, 1948) presenta una mostra intensa, evocativa, immersiva nel senso più profondo del termine presso la Galleria Michela Rizzo di Venezia. Nello spazio scenico dell’ex zona industriale della Giudecca, la grammatica di Eno ci consegna a stati emotivi ed energetici, centrifugati a lenta temperatura attraverso opere che rimandano alla manifestazione estetica del bagliore della luce riflessa sull’acqua o su uno specchio.
Producendo l’Arte Generativa, inventata dall’artista stesso, una sequenza di immagini con infinite combinazioni di colori, le opere formano un insieme unico. L’obiettivo è rallentare il tempo della concentrazione cedendo alla lentezza, da cui evadere “fruizione nella distrazione” proclamato da Walter Benjamin, per indulgere ad una sorta di riflessione anche forzata, poiché certamente quasi assente, e respinta, dal luminoso e schizofrenico scenario esistenziale e sociale in cui passiamo.

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno: dalla musica al visual, il lato oscuro della forza

L’ingresso allo spazio espositivo, come i successivi corridoi, accoglie una serie di serigrafie dai bordi satinati che rivelano la sua vena libera e attiva che mira a riflettere sulla condizione metamoderna di incertezza e continua transizione. Nel suo percorso di artista visivo, infatti, quasi il suo lato oscuro di forza, Brian Eno dimostra ogni volta quanto profonda e consapevole sia la sua ricerca, accompagnata da complessi strumenti teorici e da una sapienza capace di connettere forma e contenuto senza rinunciare ad una visione accattivante. sapore e ad una temperatura in bilico tra la freddezza delle linee e il calore offerto da una nitidezza mai palese, anzi sempre arricchita da sottili piani sovrapposti. Altri lavori in questo senso sono Giradischi II, un giradischi funzionante che si presta anche alla scultura. Esposta per la prima volta nel febbraio 2024, l’opera qui ora riguarda le strisce luminose a LED e in cemento Ancora E Ovazione.

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Brian Eno, Dimidium, 2023, Serigrafia su velluto Somerset 400 g:m2, 65 x 65 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Dan Flavin e Beato Angelico

Un ventre scuro illuminato solo da lightbox composti da luci LED, perspex e legno ci mette di fronte ad opere formalmente perfette, geometrie orizzontali e verticali di piccolo e medio formato che rivelano una matrice ispirata ai grandi rami germinali di questa disciplina, tra cui spicca fuori Dan Flavin, straordinario minimalista americano famoso per le sue installazioni luminose degli anni ’60 e ’70. È esattamente Ancora E Ovazione sono due lavori recenti realizzati in occasione della mostra bipersonale di Eno con il mostro sacro Dan Flavin.
Ieratico e rigoroso è il light box di Umbria II, altra opera site specific presentata alla Galleria Nazionale dell’Umbria per un intenso dialogo tra moderno e contemporaneo con il Polittico Guidalotti, capolavoro di Beato Angelico.

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Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Gibigiane, vista dell'installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva 2/10

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Gibigiane, vista dell'installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva 3/10

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Gibigiane, vista dell'installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva 4/10

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Gibigiane, vista dell'installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva 5/10

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Gibigiane, vista dell'installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva 6/10

Brian Eno, Gibigiane, vista dell’installazione. Courtesy Galleria Michela Rizzo, Venezia, 2024. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Solids I, 2023, Scatola luminosa, 65 x 65 x 5,5 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva 7/10

Brian Eno, Solids I, 2023, Scatola luminosa, 65 x 65 x 5,5 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Giradischi II, 2024. Courtesy Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva 8/10

Brian Eno, Giradischi II, 2024. Courtesy Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Filipendula, 2021. Vaso in ceramica, altoparlanti, acciaio, componenti elettrici 202 x 66 x 30 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva 9/10

Brian Eno, Filipendula, 2021. Vaso in ceramica, altoparlanti, acciaio, componenti elettrici 202 x 66 x 30 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva

Brian Eno, Dimidium, 2023, Serigrafia su velluto Somerset 400 g:m2, 65 x 65 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva 10/10

Brian Eno, Dimidium, 2023, Serigrafia su velluto Somerset 400 g:m2, 65 x 65 cm. Per gentile concessione della Galleria Michela Rizzo. Foto Francesco Piva

Brian Eno: esperimenti con materiali tessili

Le continue prove e prove, l’esercizio vissuto come pratica inevitabile e moltiplicativa, hanno portato Brian Eno a concepire anche una serie di opere in materiale tessile. Tre arazzi sono ispirati a un gruppo di manufatti degli anni ’90 ottenuti utilizzando Kid Pix, un programma di disegno per bambini creato da Craig Hickman. Ecco il contributo di riuso e sostenibilità di A Collection, fondata da Giovanni Bonotto con Chiara Casarin nel 2019, promossa da un metodo che si avvale di materiali e tecnologie derivanti dalla ricerca sul riciclo della plastica, seguendo un rigoroso processo certificato da GRS (Global Recycle Standards) . A Collection è quindi caratterizzata da una stretta correlazione tra tecnologia, ricerca, contemporaneità e tradizione, stilemi che appartengono intrinsecamente alla poetica dell’artista britannico. Dialoga con questo ciclo di opere Filipendulauna silhouette in bilico tra minimalismo E dadaismo composto da un vaso in ceramica, altoparlanti, acciaio e componenti elettrici.
Il metodo che diventa norma, segno distintivo del ricercatore olistico Brian Eno, non sarebbe nulla senza la sua capacità visionaria di artista dotato del dono della specialità, capace di attraversare linguaggi, tempo e spazio, rimanendo sempre in equilibrio nel presente, sezionando le sue urgenze e la sua crisi inarrestabile. L’opera è un organismo duttile la cui apparizione ed esposizione non cristallizza il processo ma si frantuma e si moltiplica sotto lo sguardo di chi vi partecipa. Il titolo della mostra, Gibigianoed è un termine dall’etimologia incerta che significa un lampo di luce riflesso su una superficie da uno specchio, un vetro o un liquido. “Quello che volevo era creare situazioni in cui le persone potessero avere un po’ di tempo per se stesse, senza sentirsi minacciate, affrettate o stressate”, Brian Eno.

Martina Cavallarin

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