Dalla Lombardia alla Calabria alla guida dell’azienda di famiglia che produce i rari carciofi spinosi selvatici – .

Dalla Lombardia alla Calabria alla guida dell’azienda di famiglia che produce i rari carciofi spinosi selvatici – .
Dalla Lombardia alla Calabria alla guida dell’azienda di famiglia che produce i rari carciofi spinosi selvatici – .

Da Treviglio alla Locride guidare una piccola azienda familiare che ha portato sul mercato qualcosa di poco conosciuto carciofi selvatici spinosi. È la storia di Valentina Brizzi. È nata a Treviglio, poi si è trasferita a Approvazione, nella Locride, dove vive con la famiglia. Ha studiato ingegneria biomedica all’Università La Sapienza e poi ha conseguito la Laurea Magistrale. È specializzata in programmazione informatica, attualmente gestisce l’azienda e lavora come programmatrice informatica in una multinazionale.

Il padre di Valentina racconta come è nata l’azienda Brizzi, Domenico, che ha a cuore il futuro della piccola azienda. «L’azienda Brizzi nasce da un’idea di Valentina che, insieme a noi, papà e mamma Maria Cordì, ha preso ispirazione da un’antica tradizione della Locride».

A chi chiede il perché dei carciofi selvatici spinosi, considerando che è molto difficile raccoglierli per le lunghe spine che esibiscono e perché si tratta di un prodotto poco conosciuto, Valentina risponde che la motivazione sta tutta nel fatto che «volevamo valorizzare un prodotto che stava lentamente scomparendo».

Ciò che è particolarmente prezioso è che la famiglia Brizzi ha imparato anche a coltivare i carciofi selvatici, visto che in natura sono pochi e durano circa un mese. «Abbiamo capito subito – racconta Domenico – che dovevamo coltivarli comunque, per evitare di avere problemi con i raccolti spontanei e per avere un prodotto integro».

Chiediamo a Valentina come è stata accolta l’idea dal mercato. E chi compra i carciofi selvatici? «In Calabria sono conosciuti. Altrove no. Quindi bisognava prima farli conoscere e poi apprezzarli. Vengono acquistati sia da privati ​​che da ristoranti”.

Comunque l’azienda produce anche altre cose. Perché deve essere supportato. «Sì, negli anni, facendo fiere e parlando con gli chef con cui collaboriamo, sono nati altri prodotti».

La famiglia è molto unita. E ha diviso i compiti. Come afferma Valentina: «Fin da subito abbiamo capito che per una migliore organizzazione dovevamo dividerci i compiti: Valentina, supervisione commerciale e contabilità, Maria, laboratorio, Domenico, campi e fiere».

Ottenere l’Approvazione non è facile. La realtà in cui operiamo è complessa, le infrastrutture sono quasi inesistenti e molti comuni della zona sono in fase di completo spopolamento. Ovviamente non è affatto facile fare affari, nella Locride come in tutta la Calabria. Ci sono così tante difficoltà. Come conferma domenica: «Le difficoltà erano l’accesso al credito e la mancanza di manodopera».

La famiglia Brizzi ha conquistato la fiducia di chef molto apprezzati, i carciofi selvatici sono davvero squisiti. Ma ora guardiamo avanti. Nasce una tisana molto particolare. Che può essere un’idea vincente. Anche perché è particolare, gustoso e contiene oltre il 60-70% di fibre. Come conferma Valentina. «Le prime analisi di laboratorio hanno dato risultati molto positivi, approfondite con uno studio sul carciofo selvatico calabrese condotto presso il Focuss Lab dell’Università di Reggio Calabria nell’ambito del progetto ValBioCard».

La Locride si spopola sempre più. Molti piccoli comuni stanno soffrendo. Valentina è tornata in Calabria. Immaginiamo che non sia stato facile lavorare e produrre in queste condizioni e in questa realtà. Valentina lo sa, ma ha un atteggiamento positivo: «Cerchiamo di crescere mantenendo un livello di qualità alto per differenziarci dagli altri».

 
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