“Non vedo l’ora di tornare a Udine per iniziare la nuova stagione” – .

“Non vedo l’ora di tornare a Udine per iniziare la nuova stagione” – .
“Non vedo l’ora di tornare a Udine per iniziare la nuova stagione” – .

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Quante cose sono cambiate in 365 giorni per Maduka Okoye. Quando arrivò all’Udinese circa un anno fa, sapeva di non essere la prima scelta. Il titolare della porta bianconera era Marco Silvestri, il suo vice Daniele Padelli. Aveva molto a che fare con il nazionale nigeriano, ma era pronto a farlo. Aveva chiesto il trasferimento al Watford per trovare un posto da titolare altrove e dopo pochi mesi è arrivato al numero 1 della Serie A. E, nonostante le voci di trasferimento, guarda ancora al prossimo futuro in bianconero. Okoye ha raccontato a Oma Sports TV la sua prima esperienza in Italia: “Ero orgoglioso di arrivare in Serie A, qualcosa che sognavo da tutta la vita. Mio padre ed io abbiamo lavorato duro per momenti come questo, ma è solo il primo passo di qualcosa di più grande a cui puntiamo. Sono arrivato dal Watford dopo un anno turbolento non solo in campo ma anche fuori. Non ho giocato, stavo uscendo da un intervento chirurgico alla spalla. Volevo cambiare aria, cercare nuove opportunità e sono grato alla famiglia Pozzo per avermi dato questa opportunità all’Udinese. Cominciavo da zero, non c’erano piani per un mio utilizzo così presto, ma avevo dato tutto e credevo molto in me stesso. Soprattutto mio papà credeva molto in me, tanto che quando firmai per l’Udinese mi disse: “Non preoccuparti, tra sei mesi giocherai”. Non so come lo sapesse, ma è andata davvero così: dopo sei mesi ero titolare”..
Chi o cosa ha permesso che ciò accadesse?Gino Pozzo ha creduto molto in me, anche se non giocavo a Londra. Ha speso un sacco di soldi per portarmi a Watford, c’era un piano per me. E ho avuto la fortuna di avere un ottimo preparatore dei portieri, Sergio. Mi ha aiutato moltissimo da subito, mi ha dato il tempo di cui avevo bisogno, il tipo di preparazione di cui avevo bisogno e anche la fiducia”.
Come vedi la Serie A in generale?Un campionato top. Non ho giocato in tanti campionati, ma dico che per me dopo la Premier League la Serie A è il miglior campionato. Ho dovuto adattarmi a molte cose, perché è davvero ad un altro livello. Questo Paese vive di calcio e lo sento ogni giorno ed è bellissimo e ti spinge a lavorare ancora di più“.
Se giri per Udine ti riconoscono?Certo, ma è una cittadina piccola, la gente è molto riservata. Su circa 90 mila abitanti, 30 mila vengono allo stadio. Immagina. I tifosi sono fantastici.”.
Sembra quasi che tu sia una specie di salvatore, a Udine, dopo la salvezza: “Sono felice perché sento di aver restituito qualcosa ai nostri tifosi. Mi hanno sempre sostenuto, fin dalla mia prima partita in Coppa Italia. Ho ricevuto molti messaggi. Ho commesso anche degli errori, me ne rendo conto, quindi sono felice di averli ripagati alla fine, con quella bella prestazione di Frosinone. Questo mi ha fatto piacere, perché l’Udinese era in Serie A da 29 anni consecutivi e questa è la sua 30esima stagione nella massima serie. Significa molto per i Pozzo, per i tifosi e per la città. Quindi sono molto felice di aver dato il mio piccolo contributo a tutto questo“.
Hai fatto un gran campionato e l’Inter ti ha notato. Allora vai a Milano?Come ho detto la Serie A è un campionato molto difficile. Sono felice e grato di essere un giocatore dell’Udinese. Ci sono state delle voci, ne sono a conoscenza, tutto qui. Da giocatore è ovvio che essere associato a un grande club sia motivo di orgoglio. Qualunque cosa accada, sono felice. Sono felice di essere un giocatore dell’Udinese e non vedo l’ora di tornare e iniziare la nuova stagione in bianconero”.

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