«Acqua, la situazione non potrà che peggiorare» – .

«Acqua, la situazione non potrà che peggiorare» – .
«Acqua, la situazione non potrà che peggiorare» – .

LADISPOLI – Acqua e piani integrati sono un mix “killer” che potrebbe causare in futuro più disagi di quelli sperimentati attualmente dai cittadini che già passano le giornate a chiedersi se potranno farsi una doccia al rientro a casa. Ne è convinto l’assessore di Ladispoli Attiva, Gianfranco Marcucci, che ha evidenziato come “con i nuovi provvedimenti urbanistici la situazione non potrà che peggiorare”. Infatti «lo ha detto Acea quando ha spiegato che non avrebbe fatto nuovi allacciamenti se non ci fossero stati nuovi interventi sulle condotte idriche» e lo avevano detto anche «i tecnici comunali», che nell’ambito della vicenda Vas avevano « scritto chiaramente che ci sono criticità, attuali e future”. Insomma, quando “sarà in vigore il piano regolatore generale – spiega Marcucci – il numero degli abitanti aumenterà” e la fornitura idrica giornaliera per persona sarà notevolmente ridotta. E oggi «siamo già al di sotto della media regionale». “I problemi di oggi – insiste – sono piccoli rispetto a quelli che dovremo affrontare in futuro”. Ma di chi è la colpa? Per il consigliere d’opposizione di entrambi i partiti. Di Acea “che deve intervenire” e dell’amministrazione comunale il cui comportamento “è blando”. “Non esiste un vero progetto – spiega – per cercare un dialogo forte, anche appoggiandosi, ad esempio, alla Regione, che è la stessa espressione politica di Grando”. Amministrazione, quella di Ladispoli, che per Marcucci dovrebbe prendere ad esempio la vicina Cerveteri, “dove all’inizio i problemi c’erano”, ma che grazie ad “un dialogo stabile” ha portato anche ad “investimenti sul territorio” da parte delle Spa .

E, quindi, se da un lato la responsabilità maggiore è probabilmente da attribuire alle Terme e alle sue politiche dell’acqua che “non rispettano la volontà dei cittadini espressa dal referendum con cui chiedevano che l’acqua restasse pubblica”, dall’altro A pesare invece in città saranno le scelte urbanistiche dell’attuale Giunta che insieme al “grande problema legato all’acqua” ne porteranno altri “su un territorio fragile, che ha subito enormi danni dal consumo di suolo”.

«LADISPOLI PROTAGONISTA DEL “GROUNDHOUSE DAY”»

Riflettori puntati sul polo commerciale al km 38 “collegato all’altro piano particolareggiato, al km 37” che porterà “circa 60mila metri cubi di cemento” su quel lembo dell’Aurelia. Un piano che per Marcucci rappresenta «il simbolo di ciò che l’amministrazione Grando è e sarà e di ciò che avrebbe potuto essere ma non è stato». I ricordi dell’assessore risalgono alla campagna elettorale del 2017, quando l’allora candidato sindaco del centrodestra, Grando, «scriveva che non c’era bisogno di nuovi piani integrati perché erano stati abusati a vantaggio dei privati ​​e che Ladispoli non aveva bisogno nuovi centri commerciali e residenziali perché non sarebbe stato in grado di assorbire un ulteriore incremento dello sviluppo urbano”. Una vera e propria “rinnegamento delle promesse elettorali”, una “abiura di ciò che ha promesso e non ha fatto”. “Aveva promesso di tutelare i negozi di quartiere – prosegue Marcucci – e ora li mette in concorrenza con nuove strutture commerciali che ne mettono a rischio la sopravvivenza”. La città di mare può essere paragonata, per Marcucci, alla protagonista del film “Ricomincio da capo”: «I sindaci vanno e vengono, arrivano le elezioni e ci svegliamo sempre con la stessa idea di città, gli stessi piani integrati, la stesso consumo di suolo… non cambia nulla».

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