L’Italia dilaniata tra acquazzoni e siccità estrema – .

L’Italia dilaniata tra acquazzoni e siccità estrema – .
L’Italia dilaniata tra acquazzoni e siccità estrema – .

Sono necessarie politiche di adattamento per prevenire le crisi nei territori con carenza o sovrabbondanza di acqua. Qual è lo stato attuale delle risorse idriche in Italia? La risposta nell’Osservatorio settimanale Anbi del 25 giugno 2024

Ponte tra Europa e Africa, la nostra Penisola è diventata lo “specchio” del dramma climatico che stiamo vivendo a livello globale, presentando lungo i suoi 1300 chilometri un inventario completo delle conseguenze del “cambiamento climatico”, previsto dagli scienziati nel corso degli anni: mentre nel Sud la siccità distrugge i raccoltidesertifica i territori e prosciuga i rubinetti (mettendo a repentaglio l’agricoltura e il turismo), Nord (dall’Appennino Tosco-Emiliano alle Alpi) sono stati registrati oltre 150 eventi estremi in una settimana tra tornado, folate di vento, grandinate anomale, temporali (fonte: European Severe Weather Database), provocando una vittima, oltre a esondazioni di fiumi, frane, danni a infrastrutture e abitazioni: in Emilia, in 12 ore, il fiume Secchia (esondato a Fossalta) si è alzato di 10 metri, l’Enza (esondato ) rosa m. 8,7 e il torrente Tiepido di m. 6,5; tra Veneto e Lombardia, il Lago di Garda (che è cresciuto di 14 centimetri in 4 giorni!) è sotto osservazione, perché in termini di altezza idrometrica, afflussi nel lago e portate erogate sta registrando il massimo storico (206 metri cubi al secondo entrano nel lago contro il precedente record di 164,3 mc/s del 1951).

Emergenza climatica in pieno svolgimento

“Il calendario della crisi climatica avanza inesorabilmente, suggerendo misure urgenti di adattamento. Basti pensare che i nati oggi probabilmente non vedranno l’apocalittica inondazione marina di Roma, Venezia e parte della Pianura Padana, ma quasi certamente subiranno la crisi dell’economia costiera, compromessa dall’innalzamento del livello del mare già dalla fine degli anni ’80. il secolo” sottolinea Francesco VincenziPresidente dell’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

«Per questo – aggiunge Massimo GarganoDirettore generale dell’ANBI – sentiamo la necessità di pensare all’Italia dopo il PNRR, come affermato nel tema della nostra annuale Assemblea nazionale di inizio luglio a Roma».

Osservatorio Anbi sulle risorse idriche

Vediamo nel dettaglio la situazione regionale segnalata inOsservatorio ANBI sulle Risorse Idriche del 25 giugno 2024.

Tutti i grandi laghi del Nord sono a piena capacità (Maggiore: 99.4%; Lario: 78.8%; Benaco: 108.6%; Iseo: 95%).

In Aosta Valley la portata della Dora Baltea (138,60 m3/s) è superiore del 90% alla media; quella del torrente Lys sale a 15,70 m3/s.


In Piemonte, il fiume Tanaro ha più che raddoppiato la sua portata, raggiungendo la ragguardevole portata di 236 m3/s; Crescono anche Stura di Demonte, Toce e Stura di Lanzo.


In Lombardia, l’eccezionale deflusso dal Lago di Como aumenta notevolmente la portata del fiume Adda, che ha raggiunto i 535 m3/s. Nelle montagne della regione, 1.226 milioni di metri cubi d’acqua sono ancora trattenuti sotto il manto nevoso (!), rappresentando una riserva idrica ampiamente superiore alla media (quasi +147%!), ma anche al massimo accumulo registrato nel “ siccità” dell’inverno del 2023 (+53%!). Il totale dell’acqua immagazzinata nella regione è superiore di oltre il 41% alla media (fonte: Arpa Lombardia).


In veneto la crescita della portata dell’Adige è impressionante: 158 metri cubi al secondo in una settimana, che gli consentono di raggiungere gli 822,37 metri cubi/s (+150% in media!). La portata è il triplo della media del Brenta (229,39 metri cubi/s), mentre il Bacchiglione quasi quadruplica la portata in alveo (raggiungendo i 146,6 metri cubi/s, ovvero +453% in media!); diminuiscono invece le portate del Muson dei Sassi, del Livenza e del Piave.


In diverse aree delEmilia Romagna le precipitazioni cumulate nelle 24 ore hanno superato i 130 millimetri con punte superiori ai mm. 150; dalla diga di Mignano è stato necessario avviare la piena controllata.

La portata del fiume Po è al livello più alto degli ultimi 14 anni, raggiungendo a Pontelagoscuro i 3.216 metri cubi al secondo, ovvero +78% in media.


In Liguria si innalzano i livelli dei fiumi levantini Entella (+cm. 44), Vara (+cm. 65), Magra (+cm. 55); ad Ovest l’altitudine idrometrica dell’Argentina rimane sostanzialmente invariata. I quattro principali invasi regionali, che contengono 37,6 milioni di metri cubi d’acqua su una capacità complessiva di 40 milioni, sono pieni al 92,3%, valore superiore rispetto a giugno 2023 quando il riempimento era al 75% (fonte Iren).


In Toscana si registra una crescita impetuosa delle portate dei fiumi: l’Arno supera i 111,40 m3/s (una settimana fa era sotto i 13 m3/s!) e anche il Sieve cresce quasi 10 volte in 7 giorni (ora 23 m3/s, 60). L’unico a restare sotto la media è l’Ombrone, nel sud della regione.


In Marche i corsi d’acqua del Potenza, dell’Esino, del Tronto e del Nera nelle Marche tornano a crescere, pur mantenendosi su livelli inferiori rispetto agli ultimi cinque anni; i serbatoi contengono oltre 50 milioni di metri cubi d’acqua, un valore superiore alla media del periodo.


In Umbria, le modeste piogge cadute nel corso dei giorni non hanno intaccato il carente bilancio idrico del Lago Trasimeno, il cui livello si è ridotto di ulteriori 2 centimetri, allontanandosi ulteriormente dal limite dei -cm. 120 indicata come soglia vitale per l’ecosistema; rimangono sostanzialmente invariate le portate dei fiumi Topino, Chiascio e Paglia.


Nel Laziononostante un minimo incremento di portata registrato a Roma, il fiume Tevere non abbandona la difficile condizione, che dura ormai da molti mesi: la portata attuale (ca. 77 m3/s) è il 46% di quella consueta in questo periodo. In calo anche Aniene, Fiora e Velino, così come appare inarrestabile la discesa dei livelli nei laghi dei Castelli Romani: Albano raggiunge la quota idrometrica di 2,38 m (ad aprile era 24 centimetri più alta) e Nemi perde altri 3 centimetri, registrando -cm.57 sul 2023, indicato come uno degli anni più secchi degli ultimi vent’anni.


Nessuna pioggia di rilievo ha mitigato la gravissima siccità che attanaglia il Sud Italia da quasi un anno: mentre al Nord i corpi idrici sono al massimo, in Basilicata le riserve idriche immagazzinate nei bacini artificiali sono diminuite di 12 milioni di metri cubi in una settimana e il deficit per il 2023 è salito a quasi 194 milioni di metri cubi.


Anche in Puglia Dagli invasi della Capitanata sono stati immessi 12 milioni di metri cubi d’acqua e il deficit rispetto ai volumi immobili è di circa il 56%; non va meglio nel Sud della regione: nel basso Salento, dall’inizio del 2024, la piovosità media è stata di 169 mm (a Santa Maria di Leuca, solo 125,5 mm), registrando quindi un -45% sulla norma.


In Calabria il letto del fiume Ancinale è ormai praticamente asciutto; il Coscile ha registrato un calo, mentre il Lao, pur avendo guadagnato qualche metro cubo d’acqua in alveo rispetto alla scorsa settimana, ha mantenuto una portata sensibilmente inferiore a quella del periodo (-55%).


In Siciliadove la temperatura ormai non scende mai sotto i 20 gradi, le piogge, di cui hanno beneficiato alcune zone (16,8 mm a Linguaglossa, alle pendici dell’Etna), non hanno purtroppo risanato le zone più in difficoltà: zero gocce sulla costa orientale a sud di Catania , zero nell’intera provincia di Siracusa, così come in quella di Ragusa.

 
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