“Vivarini e Catanzaro, amare significa non dover mai chiedere scusa” – .


29 giugno 2024 08:48

di SERGIO DRAGONE

Amare significa non dover mai dire “Mi dispiace”. La frase iconica di Love Story, il film cult con Ryan O’Neil e Ali McGrawe che ha commosso il mondo, ci offre qualche spunto di riflessione sulla fine dell’amore tra Vincenzo Vivarini e Catanzaro. Mi dispiace, ma me ne vado, nonostante un contratto firmato non sotto tortura. Mi dispiace, ma allenerò una squadra che è una diretta concorrente, nella stessa categoria, che mi offre di più.

È soprattutto questo secondo aspetto a farci riflettere. L’aspirazione di Vivarini a fare un salto di qualità su una panchina di Serie A, magari Venezia o Cagliari, sarebbe stata legittima e comprensibile. Meno comprensibile sul piano etico è aver spezzato questa storia d’amore per la panchina di un club che sarà comunque avversario degli Eagles e che teoricamente potremmo ritrovarci ad affrontare ai playoff. Mi dispiace, ma me ne vado. Tutti potranno valutare se la frase di Love Story è applicabile alla storia d’amore tra l’allenatore dei record e il Catanzaro.

Come nella vita, ora dobbiamo andare avanti. Trovo molto ingrate alcune critiche, per fortuna poche, rivolte al presidente Noto che non avrebbe fatto di tutto per trattenere Vivarini, magari offrendogli una rosa stellare e un ingaggio enorme al di fuori del contratto già firmato. Se oggi c’è una persona insostituibile nel Catanzaro Calcio questo è un presidente che ha dato certezze e solidità, un modello aziendale serio e imprenditoriale, che si è dato obiettivi sostenibili e ambiziosi.

Non credo che tra i tifosi giallorossi ci siano nostalgici dei lunghi anni in cui il Catanzaro fu costretto a girovagare per i “campi di patate” del Sud Italia. Prepariamoci ad una nuova avventura, consapevoli che sarà un campionato ancora più difficile del precedente, in cui sarà fondamentale sfoggiare l’arma dell’unità. Di cui non tutti i club e tutte le città si vantano.

 
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