L’autonomia allontanerà la Calabria dal resto del Paese – .

L’autonomia allontanerà la Calabria dal resto del Paese – .
L’autonomia allontanerà la Calabria dal resto del Paese – .

Di MARIAELENA SENESE – Una riforma sconsiderata che allontanerà la Calabria dal resto del Paese. Una dritta politica a un governo alleato che segnerà, ancora di più, il destino dei calabresi. Questa è, ma purtroppo non solo, autonomia differenziata. Per questo esprimiamo profonda preoccupazione per questa riforma che potrebbe avere conseguenze devastanti per settori chiave come sanità e istruzione, aggravando ulteriormente le già evidenti disparità regionali e, come fatto in tempi non sospetti, chiediamo un immediato ripensamento da parte del legislatore.

Per questo saremo presenti nei luoghi di lavoro, nelle assemblee territoriali per spiegare la nostra scelta di essere tra i promotori per indire il referendum per l’abrogazione di questa legge ingiusta. Per questo la Uil, coerente con le sue posizioni e sempre pronta al dialogo e al confronto anche quando diventa duro, non si sottrarrà ai tavoli regionali che saranno convocati sul tema e su questo chiediamo alla Regione Calabria di aprire in tempi brevi un dialogo, ma si opporrà con tutte le sue forze e in tutte le forme democratiche disponibili all’applicazione di questa Legge, anche attraverso un impegno diretto nella costituzione di Commissioni Referendarie per la sua abrogazione. In questo modo si incrocerà con l’azione di altre forze sindacali, sociali e politiche che credono nell’unità del Paese, nell’universalità dei diritti, nella dignità delle persone, elementi imprescindibili per un Paese che vuole essere unito, faro di democrazia e soggetto forte per l’affermazione di questi principi nel contesto europeo e mondiale.

Non va dimenticato, infatti, che la manovra economica 2024, in discontinuità con la precedente Legge di Bilancio, non determina le risorse economiche in conto corrente volte ad assicurare, attraverso l’istituzione della cassa perequativa, l’omogeneità delle prestazioni sociali e diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale. Questo, dunque, quando il Governo ha già scelto di tagliare le rimesse destinate al fondo di perequazione che è stato drenato e ridotto da oltre 4 miliardi di euro a poco più di 800 milioni.

Uno dei settori più colpiti dalla riforma dell’autonomia differenziata sarà inevitabilmente la sanità. Con l’autonomia differenziata, le regioni più ricche potrebbero decidere di aumentare i finanziamenti e migliorare i servizi sanitari a livello locale, lasciando indietro le regioni meno ricche, come la Calabria. Questo scenario porterà alla creazione di un sistema sanitario a due livelli, in cui i cittadini del Sud avranno accesso a servizi di qualità inferiore rispetto a quelli del Nord.

In Calabria la situazione sanitaria è già critica, con strutture ospedaliere spesso carenti e tempi di attesa per i servizi medici inaccettabilmente lunghi. La riforma delle autonomie differenziate incrementerà il turismo sanitario verso le regioni del Nord, dove i servizi saranno migliori. Questo flusso migratorio di pazienti non solo rappresenta un costo aggiuntivo per le famiglie calabresi, ma indebolisce ulteriormente il sistema sanitario locale, creando un circolo vizioso difficile da spezzare.

Tutto questo mentre la medicina di comunità stenta a decollare e, anche quando ospedali e case di cura dovessero vedere la luce, il sistema rischia di non funzionare a causa della grave carenza di personale che già affligge il nostro sistema sanitario regionale e per la quale un’iniezione di giovani professionisti è necessaria e non più rinviabile.

L’istruzione, poi, è un altro settore che rischia di subire gravi conseguenze. La Calabria può e vuole farcela da sola ma i continui tagli alle istituzioni scolastiche, le fusioni che riducono gli spazi dell’offerta formativa, penalizzando ancora di più le aree interne della nostra regione, e la mancanza di sviluppo professionale rischiano di demolire quella che è una delle pilastri della comunità educativa calabrese.

La Uil Calabria chiede un immediato ripensamento della riforma delle autonomie differenziate e ritiene necessario intervenire, a livello istituzionale, per bloccare gli effetti dannosi di questa norma. È fondamentale che le politiche nazionali promuovano l’equità territoriale e garantiscano pari opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza. La Calabria ha bisogno, tra le altre cose, di infrastrutture moderne ed efficienti, di investimenti mirati, di un’assistenza sanitaria efficiente e di un sistema educativo in grado di affrontare le sfide moderne. Solo così sarà possibile ridurre il divario tra Nord e Sud e costruire un futuro di sviluppo e prosperità per l’intero Paese. (SM)

[Mariaelena Senese è segretaria generale di Uil Calabria]

 
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