in Veneto 1.224 euro persi a persona all’anno – .

in Veneto 1.224 euro persi a persona all’anno – .
in Veneto 1.224 euro persi a persona all’anno – .

VENEZIA – Sempre più schiavi delle macchine da gioco. Nei SerD, i servizi anti-dipendenze delle aziende sanitarie presenti in Veneto, sono circa 1.500 persone in cura per abuso di scommesse e gravi perdite monetarie (1.419 al 31 dicembre 2022, ultimo dato utile). Persone che si sono rovinate con la dipendenza dal gioco d’azzardo e che, toccato il fondo, hanno accettato di farsi aiutare da un medico specialista. Ma è chiaro che questa è solo la punta dell’iceberg, rispetto a un fenomeno, anzi una piaga, che si sta diffondendo in un Veneto che detiene il record per numero di apparecchi da gioco disponibili: circa 26mila distribuiti nelle 7 province . Ora la Regione prova ad attivarsi, con un programma di prevenzione e contrasto alla dipendenza dal gioco che coinvolge direttamente i gestori degli esercizi, 5mila in totale, che ospitano un dispositivo nei propri locali. A loro, infatti, è rivolta la formazione obbligatoria, prevista da una specifica legge regionale, da svolgere online da remoto, 4 ore compreso webinar, al costo di 100 euro, una spesa che non tutti i manager hanno accettato molto bene. Per ora gli iscritti sono una cinquantina, ma l’obiettivo è raggiungerli tutti entro un anno, per poi aprire anche ai dipendenti delle stesse sale da gioco o scommesse.

Ludopatia, l’attività del SerD

“Con la formazione cerchiamo di fornire gli strumenti necessari per intercettare le situazioni di dipendenza – spiega il dottor Ermano Margutti, responsabile del SerD di Venezia e Chioggia e referente del programma regionale -. Se un gestore si accorge che un suo cliente è caduto nella dipendenza dal gioco, ad esempio perché lo vede presente nel suo locale per ore e ore o capisce che il gioco è diventato compulsivo, tenterà, con determinate strategie di dialogo e di persuasione, indirizzarlo al SerD di riferimento per provare ad intraprendere un percorso di cura e riabilitazione”. Che il problema sia sempre più diffuso lo conferma un altro dato: si stima nel 2023 ogni veneziano ha speso 1.224,29 euro per giocareun dato impressionante proprio perché calcolato pro capite, su tutti i residenti. Secondo gli specialisti, il pericolo più serio viene dalle slot machine, capaci di intrappolare fino al collo chi perde sempre e spera di rifarsi o, quando vince, non si accontenta e torna a giocare sperando in un bottino più sostanzioso . «I giovani e anche i giovanissimi – prosegue Margutti – sono molto a rischio per il gioco online, anche se hanno meno soldi in tasca per scommettere. Non è un caso che il profilo del tipico dipendente dal gioco d’azzardo sia quello di un uomo tra i 30 ei 50 anni, con un lavoro stabile che gli dà lo stipendio a cui attingere per tentare la fortuna. Il Veneto ha un’altissima concentrazione di apparecchi e strumenti di gioco, circa 77 ogni 10mila abitanti. Più cresce l’offerta, più cresce la domanda. La frequenza, la durata e l’intensità del gioco sono sicuramente in crescita”.

Quanti ne soffrono?

A livello nazionale, il gioco online è più che raddoppiato negli ultimi 5 anni: il 43% degli italiani, quasi uno su due, ha giocato almeno una volta e 800mila persone sono in cura ai SerD per un disturbo del gioco d’azzardo diagnosticato. Ma, in realtà, questi sono solo i casi più gravi. Adesso, con l’addestramento obbligatorio e proprio perché tale, la legge prevede che i Comuni possano sanzionare con una multa i soggetti inadempienti, si tenta di mettere una sbarra anche se il cavallo sembra essere già scappato. Per combattere il gioco che rovina, le aziende sanitarie mettono in campo terapie specifiche che possono aiutare e risolvere il problema: il punto, prima di tutto, è che bisogna riconoscerlo e accettare di farsi curare.

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La Gazzetta

 
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