L’Umbria (40%) è la prima regione dell’Italia centrale – .

L’Umbria (40%) è la prima regione dell’Italia centrale – .
L’Umbria (40%) è la prima regione dell’Italia centrale – .

L’Umbria è prima al Centro ma poco sotto la media nazionale per le imprese coese, cioè quelle che migliorano i legami e il radicamento nelle comunità e nei territori, aumentano il senso di appartenenza e la soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti. E l’Umbria esce comunque molto bene nel bilancio”La coesione è competizione” Di Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo and Unioncamere in collaborazione con Aicon, Ipsos e Centro Studi delle Camere di Trade Guglielmo Tagliacarneche è stato presentato durante il Seminario estivo della Fondazione Symbola dal titolo “We Are the Times – Visione, coraggio, comunità”. Non solo, infatti, a Marco Caprai è stato assegnato il prestigioso premio “Coesione è Competizione” ma, oltre al “Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl”, tra le altre tredici aziende segnalate come altamente coese ce n’è anche una versarel’azienda sanitaria italiana leader nella cura della salute attraverso prodotti 100% naturali, efficaci e sicuri, con sede a Sansepolcro in Toscana, ma con la Fabbrica 4.0 situata a pochi chilometri di distanza, a Pistrino in Umbria.

La coesione rende le aziende più innovative e competitive

Il rapporto analizza e descrive i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione agli aspetti che non vengono catturati dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l’importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora i legami e il radicamento nelle comunità e nei territori, aumenta il senso di appartenenza e la soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti.

Le imprese coese ottengono risultati migliori rispetto alle imprese non coese. Questo vale sia per dinamiche del fatturato (per il 2024, il 34% delle imprese coese stima incrementi di fatturato rispetto al 2023, contro il 25% delle altre), che per iloccupazione (25% indicazioni di aumento nel 2024 contro il 16% delle altre imprese) e l’export (27% contro 21%). Le imprese coese prevedono anche nel 2024 una crescita delle quantità prodotte (nel 30% dei casi rispetto al 22% delle imprese non coese). E queste tendenze distintive si confermano anche per le previsioni al 2025 per tutti e quattro i parametri considerati.

Le imprese coese presentano inoltre una forte propensione al green e al digitale: quasi due aziende su tre (67%) hanno investito in sostenibilità ambientale nel triennio 2021-2023 (il 43% nel caso delle imprese non coese). Nel 2023, oltre un terzo delle imprese coese (39%) ha investito in fonti rinnovabili per migliorare le proprie performance ambientali, rispetto al 24% delle imprese non coese.

Nel 2023 le imprese coese rappresentano il 43% delle PMI manifatturiere, un dato sostanzialmente in linea con il 2022 ma in crescita di 11 punti percentuali rispetto al 2018. A crescere significativamente è soprattutto il numero medio di rapporti instaurati dalle imprese coese con soggetti del territorio con cui interagisce (da 1,9 rapporti per azienda nel 2018 a 2,8 nel 2023). Pertanto, la quota di coesione cresce nel tempo nonostante l’aumento della soglia del numero medio di relazioni utilizzate per identificarle.

In questo ambito, la tecnologia che sta avendo l’impatto economico e sociale più dirompente è l’Intelligenza Artificiale, il cui utilizzo da parte delle aziende è ancora piuttosto limitato. Tuttavia, anche in questo caso, Le imprese coese dimostrano una maggiore apertura verso il nuovo: la quota di imprese coese che utilizzano strumenti di AI è dell’8%, mentre quella di imprese non coese si ferma al 4%.

Umbria prima al Centro ma poco sotto la media nazionale

In Umbria le imprese manifatturiere coese nel 2023 rappresentano oltre il 40% del totale delle imprese manifatturiere, meno del 43% del dato nazionale ma meglio di Marche (circa il 35%), Laziale (poco sopra il 35%) e Toscana (che è vicina al 40%).

A questo proposito, i dati stimati a livello provinciale evidenziano come i territori caratterizzati da un maggior grado di coesione siano localizzati prevalentemente nel Nord Italia.

Infatti, le prime dieci province per intensità di imprese coese sono tutte del Nord

eccezione per la provincia molisana di Campobasso. Nello specifico si tratta Bolzano,

Aosta, Pordenone, Trento, Udine, Cuneo, Asti, Gorizia, Biella e, appunto, Campobasso.

Al contrario, i territori con la minore intensità di imprese coese si trovano, prevalentemente, al Centro e al Sud. In particolare, gli ultimi posti della classifica per incidenza di imprese coese si trovano nelle province di Matera, Energia, Imperia, Messina, Trapani, Palermo, Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Rieti, Genova.

La motivazione del prestigioso riconoscimento a Marco Caprai

Come detto, nel corso della presentazione del rapporto, a Marco Caprai è stato conferito il prestigioso riconoscimento “La coesione è competizione”, “per aver contribuito in Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl, ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze, persecuzioni, crisi climatica. L’azienda ha dato lavoro a migranti che hanno trovato nell’occupazione in azienda un’occasione di riscatto, grazie alla collaborazione con la Caritas locale e altre associazioni del territorio, che a loro volta sono riuscite a rispondere alla domanda di lavoro concreto e regolare dei richiedenti asilo”.

La dichiarazione:

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Non c’è dubbio che una forte presenza di imprese coese, cioè attente alle relazioni, a costruire con gli stakeholder rapporti basati sulla fiducia, fa bene allo sviluppo economico e sociale dei territori. E fa bene alle aziende, perché le aziende coese fatturano, assumono ed esportano di più. Come emerge dal rapporto presentato, nel 2024 le imprese coese contano su previsioni più positive rispetto a quelle non coese. La maggiore presenza di imprese coese ha ricadute positive sui territori: ad esempio, in termini di benessere diffuso, nelle province più coese il valore aggiunto pro capite è di 34mila euro (contro 26mila nelle altre). In questo contesto l’Umbria si posiziona bene, poco al di sotto della media nazionale ma all’interno del trend di crescita (11 punti percentuali in più in un anno della quota di imprese coese sul totale delle imprese) che caratterizza soprattutto il Nord Italia. In questo contesto va considerato il fatto che Marco Caprai è stato insignito del prestigioso Premio “Coesione è Competizione”, e che, oltre ad “Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl”, tra le altre tredici aziende segnalate come altamente coese ci sia anche Aboca, la cui Fabbrica 4.0 ha sede a Pistrino, in Umbria, non può che essere motivo di orgoglio. La Camera di Commercio dell’Umbria incoraggia e accompagna questo processo di crescita delle imprese coese attraverso diversi strumenti, tutti volti ad aumentare la collaborazione tra imprese e a dare sostanza alla transizione digitale ed ecologica, cardini della progettualità camerale e che rappresentano un prerequisito per diventare imprese coese”.

 
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