uscire così fa male» – .

Barella sembra chiedersi «cosa faremo?», c’è una breve discussione. Alla fine il capitano resta un passo avanti agli altri nella tempesta, perché i tifosi non accettano le scuse, anzi le rimbalzano: questa Italia non ha messo in gioco niente. Come possiamo amarla?

PiA dire il vero è difficile capire cosa abbia funzionato in questa spedizione. E perché l’unico veramente all’altezza è sempre stato lui, il miglior giocatore di Euro 2020: «Non so perché – dice Gigio -. Cerco sempre di dare il massimo. Lo hanno fatto anche i miei compagni di classe, però dovevamo fare molto meglio, gestire tante situazioni e tanti palloni in modo diverso: quando commetti tanti errori in campo europeo ti puniscono, quindi bisogna capirne il motivo e trovare soluzioni. I continui cambiamenti ci hanno confuso? Non lo so, guarderemo e analizzeremo tutto. L’allenatore è molto bravo e troverà le soluzioni. Sicuramente non siamo stati aggressivi, loro avevano sempre la palla e questo ci ha ucciso. Non c’è stata reazione: ci è mancata solo la voglia di reagire, di aiutarci a vicenda. Mancava tutto e in campo si vedeva. Subire un gol subito dopo l’intervallo è inaccettabile».

Di fronte ad una prestazione così sconcertante, Wembley sembra lontano anni luce da qui. Lo sguardo di Gigio, quando sente quella parola magica, dice tutto. È un misto di stupore e disillusione, per un ragazzo che è già il più esperto del gruppo ma che nel 2021 era ancora giovanissimo. E oggi è un uomo che parla a nome di una squadra che non esiste: «Se ripenso a tre anni fa allora fa molto male, perché per me l’Italia deve arrivare alla fine. E fa tanto male uscire agli ottavi con una partita così. Ci sono poche parole, bisogna fare i fatti. È triste, ma bisogna andare avanti” sospira Donnarumma, mentre la sua medaglia con la Madonna brilla sotto i riflettori dell’area interviste mista.

Andare avanti, sì. Ma verso dove? Tra Londra e Berlino c’è di mezzo il Palermo, la sconfitta con la Macedonia, il secondo Mondiale di fila guardato dal divano meditando, anzi no. Neppure quello. Perché invece di migliorare, le cose peggiorano, nonostante il rendimento internazionale dei nostri club sia cresciuto notevolmente. «Lo dicono le prove, ma la qualità c’è, anche se qui mancava. E per me bisogna partire da lì — riflette il numero uno azzurro —. Per me non siamo proprio così. Abbiamo le basi per ripartire al meglio, per costruire un grande futuro. Tanti ragazzi giocheranno nelle coppe, si abitueranno a ritmi più alti: per crescere è fondamentale fare esperienza internazionale. Ci sono tanti giovani molto forti, a cui serve solo esperienza. Questa squadra può fare tanto. Ma manca un po’ di personalità e bisogna trovare soluzioni in fretta, perché Ci sono già partite importanti a settembre. Dobbiamo tornare tutti grandi insieme. Io ci credo”. Non ci sono dubbi su questo. Ma gli altri ci crederanno?

 
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