A Piacenza manca un progetto di città – .

A Piacenza manca un progetto di città – .
A Piacenza manca un progetto di città – .

Ippolito Negri: il direttore di L’orticaha appena pubblicato il nuovo numero dello storico periodico piacentino. Come sempre, la rivista culturale si apre con il suo editoriale, che questa volta esamina le scelte urbanistiche in corso per decidere quale sarà la Piacenza di domani. Un articolo ricco di spunti critici e riflessioni interessanti che riproponiamo integralmente.

“Sapere la città per poterla pensare o ripensare. In questo numero, come nei precedenti, ci sono interventi utili per approfondire aspetti specifici del luogo in cui viviamo, le cui peculiarità, nel contesto architettonico e urbano, passano anche attraverso l’analisi dei singoli elementi con cui, a volte distrattamente ma costantemente, abbiamo delle relazioni: pensiamo ad esempio alla distribuzione delle “insulas”, all’organizzazione delle strade, alla caratterizzazione delle singole strade, alla numerazione civica. Immagini d’insieme che dovrebbero portare ad una visione globale soprattutto in fase progettuale.

Invece si procede per settori singoli, oggi via Scalabrini, domani scuderie Maria Luigia, quando c’è totale incertezza su piazza Cittadella, un supermercato qua, un altro là; dicono: “ma il Pug si sta preparando”, e dopo due anni vanno in gita a scoprire i “buchi neri” delle ex aree militari o statali; immancabilmente c’è chi propone una “casa delle associazioni” o uno “spazio multi-qualcosa” senza mai avere un piano per gli “spazi” esistenti e l’effettivo utilizzo degli stessi; finisci per avere un museo che potresti ampliare e ci metti gli uffici per le licenze di vendita ambulante.

Idea pochi e molto confusi. Come se non esistesse il passato, la storia, come se le abitudini di un quartiere non fossero conosciute in relazione alle abitudini complessive della città e dei suoi cittadini. Certo, le abitudini cambiano, gli interventi pubblici, a volte, contribuiscono nel medio periodo a cambiarle; adattando uno dei principi del marketing secondo il quale è molto più costoso acquisire un nuovo cliente che fidelizzarne uno vecchio, c’è da chiedersi perché non tenere conto della storia dei luoghi e del rapporto che i cittadini hanno con essi prima di fare delle scelte , quando dovranno essere realizzati, valutando molto attentamente il rapporto costi/benefici.

Morso abbiamo bisogno di una ricerca settoriale colta e costosa affidata ai soliti accademici; meno costosa e più efficace sarebbe la comparazione, da attuare prima e non dopo, su un progetto di città, da condividere con chi quella città la abita e intende abitarci. E il prerequisito è la conoscenza approfondita della sua storia in tutte le sue componenti».

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