è la danza dei mattoni – Il Tempo – .

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Edward Sirignano

30 giugno 2024

Le case della discordia. Le occupazioni, ancora una volta, dividono la coalizione progressista o meglio quel campo largo, che quando si parla di occupare la casa del vicino o calpestare i sacrifici di chi ha investito nel mattone i sacrifici di una vita, giustamente non può essere unito. A tutto c’è un limite, specie se a essere penalizzati sono i poveri risparmiatori o i servizi essenziali per i deboli.

LA SALIS GRANA La goccia che ha fatto traboccare il vaso, questa volta, ha un nome e un cognome: Ilaria Salis. La neoeletta europarlamentare non solo ha nel curriculum due condanne per invasione di edifici pubblici, ma ha perfino un debito di 90mila con l’Aler, l’agenzia lombarda che si occupa di edilizia popolare. La vertenza riguarda un appartamento in via Borzi a Milano. Nonostante si sia trattato di un accesso avvenuto a 23 anni, la neo paladina dell’Avs non intende tirarsi indietro dalla mozione presentata dalla Regione Lombardia, secondo cui sarebbe possibile recuperare il credito, tramite un pignoramento del suo nuovo stipendio da Paperone, in arrivo da Bruxelles. Del resto, chi è un pilastro del centro sociale Brancaccio di Monza, salito alla ribalta della cronaca per una serie di denunce, legate proprio a occupazioni e furti di energia, non poteva pensarla diversamente.

I RITARDI DI NICOLONE DI SEL Chi la voleva nelle liste del suo movimento, ovvero il segretario di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni, non fa meglio del suo pupillo. Secondo quanto accertato da Open, ai tempi in cui era coordinatore di Sinista e Libertà, la sezione romana del suo partito avrebbe accumulato un debito di oltre 70 mila euro con l’Inps. Motivo di discordia è sempre una proprietà invasa, guarda caso dovuta all’istituzione di una cerchia territoriale. È vero che, come diceva il buon Machiavelli, il fine giustifica i mezzi, ma non se si deve andare oltre quella sacrosanta legge, che in Italia prevede che non si possa trascorrere l’esistenza in una proprietà che appartiene ad altri.

ALLEATI DEMOCRATICI E DEBITI CAPITOLINI Se Sparta piange, Atene non ride. I sostenitori di Elly Schlein non sono migliori di quelli che criticano. Nella Capitale, secondo un’inchiesta, realizzata su queste colonne da Martina Zanchi, risulta che il Pd non ha ancora pagato gran parte dell’affitto, relativo ai locali di proprietà della Regione Lazio. Il debito ammonta a circa 740 mila euro. Ecco perché la stessa Federazione democratica ha deciso che i circoli inadempienti saranno aiutati finché possibile, poi chiuderà. In pochi, però, ci credono. Il Pd capitolino, intanto, tra il 2021 e il 2024, ha accumulato ben 262 mila euro di arretrati. Questa, del resto, è la cifra alla base del nuovo accordo siglato con Ater. Una volta riconosciuto il debito, i club romani si sono impegnati a versare circa 5.000 euro al mese per poco più di quattro anni (51 mesi), più le rate da 1.700 euro nella trattativa del 2021. In questo accordo rientrerebbero tratte storiche, come quella di via La Spezia (31.000 euro di arretrati a dicembre 2023), via Giannone, Tor Marancia, oltre al celebre locale di piazza Verbania. Ecco perché i compagni moralizzatori, quando si parla di mattoni e cemento, non devono proferire parola. Stavolta, infatti, a essere penalizzati non sono i soliti avversari politici della destra, ma poveri cittadini, che hanno trovato occupate le stanze in cui sono cresciuti e per cui hanno investito i propri risparmi, o enti indebitati, che devono tagliare gli stipendi dei propri dipendenti, per assecondare le mancanze di chi dovrebbe rappresentarli e tutelarli.

 
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