“La mia ragazza e io siamo stati picchiati con i caschi dopo la parata del Naples Pride. Ci hanno detto: ‘Lesbiche, fate schifo’”

“La mia ragazza e io siamo stati picchiati con i caschi dopo la parata del Naples Pride. Ci hanno detto: ‘Lesbiche, fate schifo’”
“La mia ragazza e io siamo stati picchiati con i caschi dopo la parata del Naples Pride. Ci hanno detto: ‘Lesbiche, fate schifo’”

Due ragazze hanno raccontato a Fanpage.it l’aggressione di cui sono state vittime dopo il Napoli Pride, con il pretesto di uno schizzo d’acqua involontario durante il corteo.

I segni sul collo della ragazza e i capelli strappati

Qualche spruzzo d’acqua da una pistola giocattolo è finito accidentalmente su due bambine. Questo sarebbe bastato per dare origine prima a un’aggressione, poi a quello che sembra un agguato premeditato, con colpi di casco e insulti omofobi. Una storia che vi lascerà senza parole su cosa è successo a una giovane napoletana e la sua fidanzata durante il corteo del Pride, che ieri pomeriggio, 29 giugno, ha portato nelle strade di Napoli qualcosa come trecentomila persone. Lo hanno raccontato le stesse vittime a Fanpage.it, denuncia e referto medico alla mano; per tutelarle le chiameremo Francesca e Noemi, con nomi di fantasia.

Oggi sto un po’ meglio anche se ho ancora un po’ di dolore, soprattutto alla testa – dice Francesca, comprensibilmente scioccata – ma stiamo bene. Almeno, fisicamente. Dal punto di vista emotivo, invece… Nessuno tornerebbe indietro, nemmeno con il casco, per un po’ d’acqua addosso. Il motivo principale era l’omofobia. Mentre ci picchiavano, ci chiamavano “lesbiche di merda”, ci dicevano “siete disgustose”. Il motivo non era lo schizzo d’acqua, era l’odio”.

L’aggressione durante il corteo del Pride a Napoli

La ragazza racconta che gli attacchi sono avvenuti in due fasi distinte; da qui l’ipotesi di una “spedizione punitiva”.Tutto è cominciato in via Toledo, nel bel mezzo del corteo, erano le 18. Queste due ragazze lo stavano attraversando e noi inavvertitamente le abbiamo colpite con qualche spruzzo d’acqua. Si sono subito voltati aggressivi, ho avuto l’impressione che fossero già infastiditi dalla manifestazione. Mi hanno versato addosso una lattina di aranciata e si sono scagliati contro di me. I nostri amici sono intervenuti e ci hanno preso da parte, ne siamo usciti con solo qualche graffio“.

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Pestaggi con l’elmetto, insulti omofobi

Mezz’ora dopo, però, il nuovo incontro, decisamente più violento: insieme alle due ragazze di prima, sui 18 anni, ci sarebbero stati anche i genitori: la madre, sulla quarantina, avrebbe partecipato all’aggressione, mentre il padre, sulla quarantina, sarebbe rimasto a guardare. Prima gli schiaffi e i calci, sempre accompagnati da insulti omofobi, come “fai schifo, devi morire” e “lesbiche di merda“. Quindi l’elmo esplode, direttamente alla testa. Tutto raccontato nel dettaglio anche nella denuncia depositata poco dopo.

Ci siamo separati dal corteo, stavamo tornando a casa quando li abbiamo visti in piazza Carità. Erano di stanza con i loro genitori, con i caschi in mano – continua Francesca su Fanpage.it – le due sorelle e la madre ci hanno aggredito, ci hanno colpito ripetutamente alla testa. Tre di loro hanno aggredito la mia ragazza, l’hanno gettata a terra, le hanno tirato i capelli. Ha avuto un attacco di panico, per fortuna è intervenuta la polizia, che era lì vicino e seguiva il corteo. Abbiamo aspettato che Noemi guarisse e siamo andati al pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini per fare il referto. Successivamente ci siamo recati in questura, in via Medina, per sporgere denuncia“.

Il pestaggio è cessato solo grazie all’intervento della polizia e di alcuni altri partecipanti al corteo, che hanno fermato la donna e le figlie. Il referto medico di Francesca, che Fanpage.it ha potuto visionare, parla di trauma maxillo-facciale e trauma cranico non concussivo: prognosi di 7 giorni, con proposta di ricovero in osservazione.

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