VARESE – Marito e moglie, entrambi di origine nordafricana, avevano litigato, e per questo motivo lei, nata nel 1978, non aveva detto al marito che avrebbe dovuto fare il turno di notte al lavoro, lo stesso che avrebbe dovuto fare l’uomo. Risultato: i figli minorenni della coppia, residenti a Varese, dormivano da soli in casa, finché l’equivoco non è venuto alla luce, con l’invio sul posto di una pattuglia dei carabinieri. L’accaduto risale al 2019 ed è costato alla donna di 46 anni un processo per l’accusa di abbandono di minore. Un’accusa per la quale la Procura della Repubblica ha però chiesto l’assoluzione.
«Un grande malinteso»
Non è stato abbandono di minore, è la tesi espressa dal pm in tribunale a Varese. Il motivo? L’assenza di malizia nel comportamento della donna, spiegato più direttamente – e al di fuori dei tecnicismi – dall’avvocato difensore Giulia Tommaso: «C’è stato solo un grande malinteso dovuto al fatto che marito e moglie non andavano d’accordo in quel momento e quel giorno non avevano parlato dei rispettivi turni».
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In pratica, il marito era al lavoro e pensava che la moglie fosse a casa, e lei era tranquilla e pensava che a casa con i bambini ci fosse il nipote, al quale si era già rivolta in passato per chiedergli di badare a loro durante la sua assenza. Gli aveva mandato un messaggio, ma il parente lo aveva letto troppo tardi. Per questo motivo il marito della donna finita a processo, una volta informato della situazione, si è preoccupato e ha contattato la polizia. I carabinieri sono arrivati in casa e hanno trovato le minorenni tranquille nel loro letto.
“Nessun crimine”
In udienza la difesa ha ovviamente aderito alla richiesta del pm: assoluzione perché il fatto non costituisce reato. E il prossimo ottobre, a quasi cinque anni dall’accaduto, il giudice deciderà se accogliere o meno le richieste delle parti.
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processo abbandono minori varese – MALPENSA24
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