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Da Agrigento 750 firme a Roma per il riconoscimento dello Stato di Palestina – .

Da Agrigento 750 firme a Roma per il riconoscimento dello Stato di Palestina – .
Da Agrigento 750 firme a Roma per il riconoscimento dello Stato di Palestina – .

Venerdì scorso è stata una giornata storica per la democrazia e la giustizia internazionale. Sono state consegnate al Senato della Repubblica le firme necessarie per il deposito della legge di iniziativa popolare sul “Riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia”. L’obiettivo di 50.000 sottoscrizioni sul territorio nazionale è stato ampiamente superato, a dimostrazione dell’opposizione del popolo italiano a qualsiasi guerra e della sua solidarietà con i palestinesi.

Nella nota di “Schierarsi Agrigento” si legge: “Nessuno oggi può ignorare il fatto che Giorgia Meloni, nonostante l’unanime condanna internazionale delle politiche spietate del governo di estrema destra di Netanyahu, continua a manifestare il suo sostegno e a inviare armi a Israele, rendendo così il nostro Paese complice del più grande genocidio dell’ultimo secolo. Secondo dati recenti, quasi 20.000 bambini palestinesi sono caduti vittime della violenza sproporzionata e indiscriminata a Gaza. Tra i civili palestinesi, il numero totale dei morti supera i 40.000. È un obbligo morale per l’Italia riconoscere lo Stato di Palestina e fare di tutto per porre fine a questa atrocità.

Tra le migliaia di firme raccolte in tutta Italia, spiccano le 750 agrigentine, frutto del lavoro delle associazioni locali che hanno organizzato, negli ultimi mesi, numerosi stand per raccogliere le firme dei cittadini. Il sostegno e la vicinanza alle vittime della crisi umanitaria da parte degli agrigentini sono stati enormi.

L’ex deputato Michele Sodano ha rappresentato a Roma la sua Agrigento, unendosi alla consegna delle 75.000 firme raccolte a livello nazionale al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Alessandro Di Battista, portavoce dell’iniziativa, ha dichiarato: “Le leggi di iniziativa popolare sono un bellissimo esempio di democrazia e i parlamentari dovrebbero essere obbligati a discuterne. In un momento drammatico per le democrazie occidentali, raccogliere decine di migliaia di firme autenticate è un segnale importante”.

 
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