in 10 anni le filiali si sono dimezzate Il Tirreno – .

in 10 anni le filiali si sono dimezzate Il Tirreno – .
in 10 anni le filiali si sono dimezzate Il Tirreno – .

PRATO. La filiale Monte dei Paschi di piazza Mercatale è scomparsa in due mesi, i dipendenti hanno saputo della chiusura prima dai clienti che dalla proprietà. E a ottobre Vernio perderà l’ultimo sportello bancario, come denunciato anche dal sindaco Maria Lucarini, che ha avviato una raccolta firme per impedirlo. Si chiama desertificazione bancaria: in dieci anni la metà degli sportelli bancari del pratese hanno chiuso e nonostante le rassicurazioni sulla continuità dei servizi avanzate dagli istituti bancari, l’emorragia continuerà nei prossimi mesi.

La desertificazione avanza. Nel 2013 a Prato c’erano 134 sportelli bancari. Dieci anni dopo erano esattamente la metà (67), ma è un processo che non sembra destinato a fermarsi. A ottobre, oltre a quello di Vernio, Banca Intesa avrebbe in programma di chiudere anche la filiale di via Filzi e quella di via Bagatti. E di pari passo con la chiusura delle filiali, si riduce anche il personale. Dai 1.387 dipendenti impiegati nelle filiali di Prato nel 2015, si passerà a 847 nel 2023. “Queste chiusure sono frutto della riduzione dei costi da parte degli istituti bancari per massimizzare gli utili degli azionisti e vanno a discapito di un servizio di base che deve essere garantito alla popolazione”, afferma Leonardo Bardi, segretario generale Fisac ​​Cgil Prato e Pistoia. “Le chiusure di Intesa fanno parte di un piano industriale che si concluderà nel 2025”, afferma Leonardo Cacciato, segretario First Cisl Firenze e Prato. “Le filiali medio-piccole stanno chiudendo a favore di quelle più grandi. È facile prevedere che anche altri istituti si muoveranno in modo analogo. Va anche detto”, aggiunge, “che in Francia e Spagna non si registra un numero così elevato di chiusure nonostante la digitalizzazione sia molto più avanzata che in Italia”.

Un disagio per imprese e cittadini. Con l’Osservatorio nazionale sulla desertificazione bancaria, la Prima Cisl ha fatto il punto sulla situazione toscana nel marzo 2024. Secondo l’indicatore provinciale di desertificazione (lpd), calcolato tenendo conto di quattro fattori (comuni, popolazione, imprese e superficie), la provincia di Prato è il meno desertificato d’Italia per quanto riguarda la desertificazione parziale, cioè quella riferita ai comuni con una sola sede. Solo ottavo in Toscana e trentesimo in Italia invece per quanto riguarda la desertificazione assoluta, che come è comprensibile si riferisce ai comuni senza sportelli bancari. «Lo scopo delle banche è molto chiaro e lo denunciamo da tempo – aggiunge Leonardo Bardi – ridurre drasticamente le filiali sul territorio e favorire la digitalizzazione della clientela, affinché possano svolgere in autonomia le operazioni di base. In questo modo, però, intere porzioni di territorio rimangono scoperte e si creano disagi per i dipendenti, i cui carichi di lavoro aumentano, e soprattutto per la fascia più anziana della popolazione, che non riesce ad affrontare questo cambiamento epocale ed è costretta a percorrere chilometri. anche solo per effettuare un prelievo”. E c’è anche un’ulteriore preoccupazione, che guarda al mondo delle imprese e del credito. “La scomparsa delle banche complica la vita anche alle imprese, che secondo gli ultimi studi hanno maggiori difficoltà ad accedere al credito – spiega Bardi – Più sono lontani i centri direzionali, più è complicato erogare credito”.

 
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